Giudizi universali (3.55)

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Aggiorno questa perché onestamente non ho pronto il capitolo di unholy, dato che dovevo un secondo quantificare la cronologia delle robe che so di doverci mettere (ovviamente poi ho cambiato idea e ho fatto a caso, chiaro). Se va tutto bene, però, il prossimo che esce è Unholy e siccome sono furba non dico quando.

Però vi ricordo che su IG trovate nelle mie storie in evidenza le playlist di Uneven, Unholy e Roma-Milano (più la playlist spoiler della storia nuova, che arriverà a sorpresa come le pugnalate le idi di marzo. E fa ridere perché son nata le idi di marzo, mi avessero chiamata Giulia i miei sarebbero stati epici). Su IG, sono bessie_efp

Per lo shitposting sto su X come GaiaBessieEfp ma non so se faccio ridere o sono solo molto triste.

Fatemi sapere che ne pensate!

Gaia


Coincide con il capitolo 9 (Ci pensiamo domani) di Unholy.


«Che sfigato».

Nicholas sbuffa, passandosi l'asciugamano sul viso mentre escono dalla sala prove. Giovanni li segue, con aria concentrata – a volte Gaia si chiede se abbia capito più di quanto non capisca lei stessa: perché lancia uno sguardo a Nicholas, come per rimproverarlo, anche se le parole non gli escono.

«Cioè ma ti mollasse» prosegue Nicholas, con uno sbuffo. «Che finisce che ce lo troviamo sempre in giro, la tripla minchia».

«Stasera non verrà».

Gaia si volta verso Giovanni, incerta. Il ballerino di latino scrolla le spalle, pacifico.

«Ci siamo sentiti» commenta, calmo. «Ha detto che ha robe a Milano, a sto giro salta».

Per un momento (che dura mezzo secolo e anche di più) Gaia vorrebbe chiedergli se sa quali siano le robe che tengono Christian su a Milano, ma ha anche paura della risposta. Perché se adesso Christian avesse un'altra, chissà se farebbe male. Se farebbe più male di così.


5. Giudizi universali (3.55)


Joseph la guarda con l'aria di chi sa troppo – le guarda i capelli appena messi in piega, il trucco leggero, e per un momento Gaia è sicura che il maestro sia pienamente e perfettamente in grado di leggere nel pensiero, perché le guarda il viso come se potesse vederci dentro tutti i suoi pensieri. E lei, che tiene il telefono in mano come se si aspettasse un messaggio, una chiamata (non mi toccare!), glielo deve chiedere. Piano.

Lo prende per il braccio, e vorrebbe davvero non stringere, perché lui la guarda come se l'avesse preso a schiaffi. E, per un secondo, Gaia vorrebbe davvero potergli dire che le dispiace, ma che lei e Christian non è che si meritino così tanto. Che fai quando con una persona siete troppo diversi, ma mica si è esaurita quella cosa che avete fra di voi?

«Jo?».

Lui la guarda – nella penombra, le chiavi della macchina in mano, sembra infinitamente stanco e lei si chiede, piano, se anche Joseph non pensi che lui e Sarah possano essere troppo diversi per funzionare bene.

«Come sta?» sputa, infine. «Perché non viene?».

Joseph scuote il capo, un sorriso amaro.

«Come vuoi che stia, Ga'?».

Gaia non è che lo sappia per davvero, come vorrebbe che Christian si sentisse – pensava male ma, adesso che la sua assenza pesa quanto e più della sua presenza, si deve chiedere se davvero basterebbe farlo soffrire.

Uneven || GaiaMidaOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz