Capitolo 21

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"Ma che hai in testa...?".

I due zaffiri si sollevarono, accesi come delle fiamme blu, quasi infernali, illuminati da una luce interiore che non si spegneva mai, emanando un aura che poteva sembrare pericolosa e selvaggia.

Guardarli troppo a lungo era come fissare il cuore della brace che si nasconde dietro le schegge di carbone... e Katsuki ne rimaneva costantemente estasiato, perché non ne aveva timore, ma, con quel magnetismo fuori dal comune, lo attiravano ancora più a sé.

Anche se quegli occhi, proprio in quel momento erano percossi da ogni forma di rabbia e frustrazione: "Mi hai fatto cadere da un fottuto precipizio, e mi chiedi che cazzo ho in testa?!".

Le spalle larghe del biondo si scrollarono, in una delle sue solite espressioni di indifferenza, mentre muoveva lentamente i passi per raggiungere il corvino che era a terra, rannicchiato sulle sue gambe a massaggiarsi la caviglia.

Qualche graffio decorava il suo viso, oltre alla chiazza di sangue che aveva preso a sgorgare intensamente grazie al suo pugno, ed anche le braccia, rimaste nude grazie alla t-shirt, avevano dei sogni arrossati e tagli sparsi qua e là, ma niente di troppo grave e sanguinario.
Insomma, gli era andata decisamente bene, se non per la caviglia dolorante.

"Sei vivo, quindi puoi anche rispondermi. È la giornata delle acconciature idiote?".

"Fanculo!". Ringhiò Touya, digrignando i denti e scuotendo la testa con foga lasciando che rametti secchi e foglie si separassero dai suoi capelli, inumiditi dalla guazza che si era imperlata sugli alberi, facendo saltellare con il rapido movimento quei codini che occupavano la sua testa, rovinati e scarruffati da quella caduta.
Come se non fosse bastata la discesa dolorosa, quel vento più fresco che minacciava tempesta aveva iniziato a smuovere le piante, creando una melodia naturale fatta di fruscii e canti allarmati da parte degli uccellini.

"Vorrei sapere come cazzo torneremo su...!". Strinse le dita attorno alla propria caviglia, sentendo quella fitta dolorosa che sembrava percorrerlo con scosse elettriche da cima a fondo.

Non era così che sarebbe dovuto andare... lui voleva rimanere da solo con il biondo, giocarci, stuzzicarlo come aveva fatto in quei pochi giorni e godersi i suoi modi bruschi e insopportabili, per poi sfiorarlo ed ammirare quel rossore alle guance... accarezzandogli il viso, assaporando l'imbarazzo che impegnava il suo volto e che tentava di farlo rimanere controllato...

E poi... poi lo avrebbe baciato... lo avrebbe stretto tra le braccia godendosi quella forza fisica che possedeva.
Avrebbe superato le ribellioni iniziali, fottendosene totalmente e lasciando che quel corpo si ammorbidisse sotto i suoi tocchi, lasciandosi andare...

Di certo non si era immaginato di ruzzolare giù da una scarpinata, rimbalzando tra un albero e l'altro! Sicuramente, le fitte alla caviglia potevano essere andate peggio, era stato decisamente fortunato... ma che diamine!

In ogni caso, niente era andato secondo i suoi piani, ed in più quelle piccole e leggere gocce che iniziarono a colpire le foglie non erano assolutamente d'aiuto!
La pioggia iniziava il suo percorso, e di lì a poco sarebbe degenerato in un tremendo acquazzone che avrebbe limitato ogni loro movimento.

Katsuki, nonostante la sua fisicità e la muscolatura allenata, resa di marmo grazie alla costanza e l'impegno, non sarebbe riuscito a trasportarlo fino a raggiungere il sentiero, con la pioggia e il terreno sdrucciolevole.
Il rischio maggiore era rotolare giù in due...

Certo, avrebbe tanto voluto rotolare con lui, ma sarebbe stato meglio farlo sotto delle coperte, e magari non lerci di terra e fango, con qualche insetto a girovagare nelle loro vicinanze.

"Senti un po', razza di imbecille... - I due rubini si sollevarono verso il cielo, mentre un profondo respiro venne inalato giusto per riuscire a mantenere una parvenza di controllo in quella situazione così decisamente assurda - Se tu non fossi sbucato all'improvviso, come una fottuta bestia selvaggia, non saresti caduto e noi due non ci troveremmo in questa situazione. Anzi! Io sarei magari di ritorno per poter preparare la mia cazzo si roba e tornare a casa!".

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