1. Rinunceresti per me?

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Ci sono due tipi di persone: i sognatori e coloro che hanno paura di passare del tempo nella loro mente.

I sognatori: chi vive da tutt'altra parte stando ad occhi aperti, costantemente in un'altra dimensione, adatta a loro, una pausa dalla realtà che stringe un cappio intorno al collo e li guarda camminare finché inciampando, in un momento di distrazione, non rimangono senza fiato.
I sognatori sono coloro che in modo estenuante pensano, pensano ed accumulano pensieri in spazi infiniti pronti ad essere colmati da rotelle nella testa che girano interminabili, hanno la testa più tempo fra le nuvole che sulla terra.

E dall'altra parte ci sono quelli che non sognano, o questo è quello che dicono. Coloro che una volta sognavano poi, per salvarsi, hanno smesso. Perché i sogni sono un'illusione pronta a pugnalarti quando passo dopo passo speri di raggiungere la tua isola invece si tratta solo di un miraggio. Loro sono le persone che guardi e la prima cosa che pensi è: "beati loro non hanno tutte queste paranoie in testa".
I "non sognatori" - come li definisco io - sono quelli che non pensano troppo, che hanno tutto sotto controllo, nessuna paura o paranoia. Coloro che si privano di pensieri perché ne hanno avuti fin troppi, che hanno la testa sulle spalle perché lasciandola tra le nuvole, mentre erano distratti, li hanno pugnalati.

Io mi sono sempre chiesto in quale categoria identificarmi, non ho mai compreso se lo scopo dei miei pensieri sia l'autodistruzione o semplicemente pensare.

E poi ci sono persone a cui la testa va tagliata.

Un perfetto esempio è Jayce Hayes. Un metro e ottantacinque di orgoglio e voglia di rovinare la giornata a chiunque gli si pari davanti, soprattutto il sottoscritto.

La nostra discordia è nata un anno prima, durante un litigio tra me e lui per mia sorella.

Me lo lascerei anche scivolare addosso se lui non fosse una seccatura, da quel giorno ha iniziato a starmi addosso non con l'intento di risolvere i nostri conflitti ma nella speranza di peggiorare la situazione già disastrosa. Trova sempre il modo per farmi innervosire, se non perdo la pazienza non è contento.

Così me ne sto per i fatti miei e cerco di evitarlo, per quanto mi sia permesso perché, purtroppo, quello stronzo di Jayce è il fidanzato di Helena, mia sorella - un'altra grande stronza.

Come ad averlo evocato mi passa davanti con l'aria di chi crede di avere il mondo ai suoi piedi. Attraversa il corridoio con l'interesse di molti addosso. Mi lancia uno sguardo e io lo squadro da capo a piedi, lui schiocca la lingua al palato e mi fa un occhiolino.

La prima - e unica - cosa che attira l'attenzione di chi osserva Jayce sono i suoi occhi eterocromi: uno azzurro e l'altro marrone.

Ma oltre a questo non ha niente che valga la pena guardare. I suoi capelli sono corti, molto corti, il fisico da malato di palestra e l'altezza invidiabile. Può essere il ragazzo più bello del mondo ma, per me, il carattere ha la priorità, se uno è stronzo slitta automaticamente sul fondo della lista.

Quando torno con gli occhi sul suo viso non mi sta più guardando. E ringrazio il cielo.

«Se continui a guardarlo prende fuoco.» la voce nasale di Jordan mi porta a girarmi verso il mio gruppo di amici, mi ha appoggiato una mano sulla spalla con l'intento di distrarmi.

«Lo spero proprio.» ribatto e lui sorride. Il mio cuore perde un battito davanti alla solarità che emana.

Jordan, soprannominato da tutti "disastro", è uno dei miei più cari amici, un animo privo di regole e solare come pochi. Se non si fosse capito quanto poco gli freghi del mondo intorno a sé semplicemente guardando il modo in cui osserva schifato chiunque, ci pensa la canna che si sta accendendo a farlo intuire. I suoi capelli sono tinti di bianco, insieme ai suoi occhi azzurri lo fanno sembrare uno spettro accompagnato dalla carnagione pallida e il fisico simile ad uno scheletro nonostante, quando si mette, mangia più di tutti noi messi insieme, ma in compenso l'altezza non gli manca.

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