7. Edera rossa

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«Kyle, resisti!» gridò Alice.

Iniziò a correre verso di lui, l'edera rossa lo trascinava via, lo aveva avvolto come le spire di un enorme serpente scarlatto.

Alice rabbrividì, pensando a quando era stata lei ad essere afferrata, poco prima.

Il povero Kyle cercava di fermare la sua corsa aggrappandosi con le unghie al terreno ma l'edera era troppo forte.

«Non avvicinarti!» gridò Alice agitando la lanterna davanti a sé. Proprio come aveva intuito, l'edera temeva la luce della lanterna.

Kyle scomparve al di là di una collina buia.

«Cavolo, no!» Alice si fermò a riprendere fiato.

Guardò il sentiero dorato alle sue spalle, era troppo lontano. Si sentiva persa in mezzo al buio di quel prato, la notte sembrò farsi ancora più buia.

I rampicanti dell'edera rossa strisciavano sull'erba, si sollevavano sinuosi come piccoli cobra, in attesa che Alice compisse un passo falso.

«Pensa, Alice. Pensa.»

Il cuore le batteva forte, si strinse la lanterna al petto, il vetro era incandescente. Strinse più forte il bastone nell'altra mano, quella pozza di luce era l'unica cosa che le impediva di scomparire nella notte.

Un canarino fantasma volò verso di lei e le entrò nel petto, sbucò dall'altra parte come un leggero sbuffo di fumo.

Gli spiriti di quel cimitero degli animali erano piuttosto vispi, erano i loro ectoplasmi a creare quella umida foschia che si sollevava dall'erba.

Ad Alice venne un'idea.

«Dunque. Questa è una specie di copia del cimitero di Crimson Lane, giusto?»

Red non c'era e nemmeno Kyle poteva risponderle, ma parlare ad alta voce le schiariva le idee.

«Questo Sottomondo deve avere delle cose in comune col sopra. Voglio dire con il Sopramondo.»

Si sentì un po' stupida, parlava in modo strano, proprio come Freddie. Cercò la piccola lapide del coniglio per orientarsi e camminò fino ad essa. C'erano lapidi che conosceva bene e altre che non aveva mai visto, sembravano appartenere solo a quella versione distorta di Crimson Lane.

Alice sperò che la tomba che cercava fosse ancora al suo posto.

Camminò per un po' tra le margherite e il vento gelido, la lanterna a illuminarle la strada e il bastone ad allontanare l'edera rossa che la seguiva a distanza.

«Dovresti essere qui, Kitty.»

Riconobbe la piccola lapide con un sasso dipinto con fiori e coccinelle. Aveva otto anni quando Kitty, la gatta dei Thompson era morta di vecchiaia. Poi riconobbe la tomba di Charles il cocker, quella di Eddie la lucertola e anche quella di Poppy, il criceto.

Kyle aveva ragione, Alice aveva passato molto tempo al cimitero di Crimson Lane. Preferiva spesso la compagnia dei fantasmi, anche se invisibili, a quella dei vivi.

La verità era che Alice non aveva amiche, a scuola la chiamavano Strambalice, la prendevano spesso in giro.

«Kitty, amica mia, ci sei?» chissà se si sarebbe ricordata di lei.

Le aveva portato spesso dei nontiscordardimé, li aveva intrecciati in coroncine e lasciati accanto a lei nei pomeriggi dopo scuola.

Alice pensò a Red, amavano prendere il sole in bicicletta, andando a Crimson Lane

Dopo qualche istante il fantasma di un gatto persiano a pelo lungo, emerse dalla tomba e si stiracchiò.

«Kitty!»

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