18||estelle

2.9K 274 109
                                    

"Occorre dolcezza nella vita di tutti"

Amber ridacchió a quella vista, quando sentì circondarsi le gambe da due piccole braccia ed abbassó lo sguardo, incontrando due enormi occhioni blu scuro che la fissavano con grande curiosità.

Amber sorrise ed allungó un braccio per accarezzare la testa della piccolina, per poi abbassarsi ed inginocchiarsi.

-Come ti chiami piccolina?-

La bambina abbassó subito lo sguardo, portando le braccia dietro alla schiena ed unendo le punte dei piedi, molleggiandosi sui talloni. La frangia centrale dei suoi capelli nero corvino era legata da un fiocco in raso, ora scompigliato per via di quei bambini.

La bionda sorrise protendendole una mano -Vorresti venire con me?- le chiese tentando di sembrare il più dolce possibile.

La bimba sembró cercare la risposta nel pavimento, quindi si decise a rispondere -Solo se c'è anche lui- ed indicó Lorenzo, che intanto fissava le due con un'espressione indescrivibile sul volto.

Amber si morse il labbro e sorrise all'ingenuità della bimba, che ora la fissava insistentemente in cerca di una risposta.

-Ma...certo che viene anche lui- rispose sorridente ed incerta la bionda, vedendo il moro avvicinarsi alle due.

I capelli erano leggermente scompigliati come al solito, gli occhi fissavano Amber e la figura longilinea in un attimo si ritrovó a sovrastare la ragazza, che aveva portato le braccia lungo fianchi.

Lorenzo si chinó per arrivare ad un palmo di naso da Amber, per poi accostarsi all'orecchio e sussurrare -Tranquilla, oggi sono libero, mi lasciano venire con te-

La sua voce pulita e giovane di scontró con l'orecchio della bionda, creandole dei piccoli e fastidiosi brividi lungo la spina dorsale. Delle piccole mani di aggrapparono al pantalone lungo di Lorenzo, facendo sì che lui guardasse in basso ed emettesse un piccolo sorriso di dolcezza.

-Ma siete fidanzati?- chiese la bambina incuriosendosi. I due ridacchiarono e il moro prese la bambina dalle ascelle, per poi sollevarla e accostarla al suo petto, sorreggendola tramite le sue braccia sotto le cosce coperte dalla sua gonna.

Amber fece un'altra tentativo.
-Ora vuoi dircelo il tuo nome?- un sorriso contagioso si faceva spazio fra le sue labbra e la bambina non potè apre a meno di guardare in basso per poi sussurrare un flebilissimo "Estelle".

Amber accarezzó la testa della bambina -Estelle è un bellissimo nome, non vergognarti- la mora sorrise.
-E voi come vi chiamate?-
-Io mi chiamo Amber e lui si chiama Lorenzo- li presentó la bionda indicandoli.
-Anche questi sono dei bei nomi- osservó Estelle.

Lorenzo non poteva fare a meno di guardare i tratti del viso di Estelle, erano parecchio simili a quelli di Eleonora, se non fosse stato per gli occhi e per la forma dei capelli. Ma dettagli.

Mentre camminavano cercando di uscire da quella folla vennero incontro ai due Gabriele che teneva per mano Ginette e Marzia, quest'ultima con le sopracciglia aggrottate, senza una bambina asiatica al seguito.

Gab e Gine invece avevano entrambi la faccia paonazza e le labbra gonfie e rosee; evitavano di guardarsi, in quanto anche se lo facevano il loro sorriso da ebete sulla faccia non diminuiva.

-Ei Amb...- Gab inizió a salutarla per poi spostare lo sguardo su Lorenzo che scrutava la bimba -è sua o tua?- gli chiese poi.
nostra Gab.- lui sembró alzare le sopracciglia ma prima che potesse dire niente una bambina dai capelli ricci e biondi fece irruzione fra Gabriele e Ginette.

-Ciao! Mi chiamo Riley!- Ginette guardó la matassa di capelli che si ritrovava Riley sulla testa e le porse la mano a forma di cinque.
-Collega con gli stessi capelli- la bambina battè il cinque con vivacità, saltellando e smuovendo quella matassa di capelli.

Inutile dire che diventó la bambina di Gab e Gine e che era una marmocchietta simpaticissima.

Quando entrarono nella stanza di Marzia Lorenzo aveva ancora Estelle in braccio e non sembrava intenzionato a lasciarla. Amber lo aveva convinto a restare con loro, data la particolare affezione di Estelle verso il moro.

Marzia si avvió in cucina per preparare del the caldo con gli infusi che Ginette stessa aveva portato.

Appena Riley vide quel l'isola di cuscini ci si fiondó letteralmente sopra, ridendo e saltellando. Estelle invece ci si avviava a passi lenti e si adagió su un soffice cuscino con una compostezza invidiabile. Dalla gomma che arrivava sul ginocchio si poteva benissimo vedere la sua protesi, anche se lei faceva di tutto per coprirla.

A Riley non passó inosservata e la indicó.
-Cos'hai lì? Sei per metà robot?- fece lei entusiasta, scatenando un'espressione di totale tristezza nei confronti di Estelle, che si limitó a guardare in basso.

La riccia le si avvió contro e la abbracció con tutta la forza lei avesse in corpo.
-Ma non è una cosa brutta... A me piace!- e la guardó con i suoi occhi vivaci color ambra, allacciandogli con i suoi color mare in tempesta.
-D-davvero?- si asciugó le lacrime con la manica dell'uniforme.
Riley si mise una mano sul cuore -Giurin giurello!-
Estelle sorrise e Riley si sedette di fronte a lei, iniziando a parlare del più e del meno.

I ragazzi avevano visto l'intera scena e ora erano tutti piegati in un'espressione "Oddio ora vado là e li spupazzo di coccole".

Si fece pomeriggio e il tempo non era nei migliori: fuori pioveva a dirotto e il cielo era tutto nero.

I ragazzi stavano discutendo su che cosa avrebbero fatto quando sarebbe arrivato Eminem.

-Allora- inizió Marzia -intanto non credo che sarà facile introdurre un violoncello nella roba che volete fare.-
-Ma se invece portassimo le nostre melodie in una tonalità più alta?- propose Amber.
-Nha-ah, Ambie- Ginette ridacchió per il nomigliolo "Ambie".
-Ma che è "Ambie"?- Gabriele giocava con una ciocca dei capelli di Gine.
-È la mia storpiazione preferita del nome "Amber"-
-Ma il nome Amber non dovrebbe nemmeno essere storpiato- la diretta interessata rise di gusto.
-Comunque, seri un attimo- Marzia gesticoló -Ginette- si rivolse a lei -tu sei al pianoforte, no?-
Ginette guardó in basso, come per cercare una risposta alla domanda appena fatta -Emh in realtà Gab mi aveva chiesto se gli davo una mano con la fonica...- e sorrise a trentadue denti.
-Si certo, e io cavalco unicorni- sbuffó la castana.

-E ora dove lo troviamo un altro?-

Si sentirono dei finti colpi di tosse e tutti si girarono verso Lorenzo, il quale era a braccia conserte con la schiena alta appoggiata alla testiera del letto.

Amber strabuzzó gli occhi.
-Tu- e lo indicó -suoni il pianoforte?-
Lui annuì -non commentare- e ghignó.

-Zia Marzia!- la diretta interessata alzó subito la testa a quel richiamo.
-Dimmi Rillie- anche questa storpiazione....
-Posso avere un bicchiere d'acqua?-
Marzia balza in piedi e glielo prende.
-Come si dice?-
-Per favore-

Gli occhi di Amber erano fissi su Estelle, che ora era intenta a disegnare con delle matite colorate. I suoi occhi seguivano attentamente ogni suo movimento, e capì che stava disegnando delle persone. Non ci badó più di tanto, in fin dei conti era un suo disegno.

Demons  ||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora