Capitolo 13

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Più andiamo avanti con il tour e più mi accorgo che Oliver ci da sempre meno ordini. Evidentemente all'inizio ci richiedeva dei compiti molto specifici solo per abituarci al lavoro e per farci capire meglio cosa dovessimo fare. Ora che ci siamo abituati alla solita routine, possiamo organizzarci da soli e dividerci i compiti come più ci è comodo. Ormai siamo un team affiatato e la cosa funziona a meraviglia.

Detto ciò, molto spesso mi ritrovo con i 5sos. Ogni volta che gli serve qualcosa, o sono loro a chiedere di me o sono io che mi offro volontaria. Molte volte mi ritrovo nelle loro stanze con la scusa iniziale di aiutarli in qualche cosa, per poi finire coinvolta in interminabili chiacchierate o in qualche loro stupido gioco. Molte volte questi 'aiuti' consistono nel farmi scegliere delle canzoni da sparare a tutto volume dalle casse. Sembrano apprezzare molto i miei consigli. In quelle occasioni mi chiamano 'Deejay-Amy'. Amo questo mio nuovo nomignolo.

In fin dei conti, più che al tour dei One Direction mi sembra di lavorare al tour dei 5 Seconds Of Summer.

Oggi ci troviamo a Manchester e i ragazzi stanno per esibirsi nella terza tappa inglese. Ho appena avvertito i quattro che tra cinque minuti devono salire sul palco, come mi è stato comunicato.

Gironzolo qua e là cercando di trovare qualcosa da fare. Da quando siamo arrivati in Inghilterra i corridoi del backstage sono molto affollati. Visto che si trovano a casa, i One Direction hanno invitato parenti e amici a seguirli durante queste tappe. In altre parole ci sono tizi inglesi da tutte le parti.

Sento che la band ha cominciato a suonare. Saltello ancora un po' in giro, ma visto che sembra non esserci alcun compito da svolgere, decido di andare fuori ad assistere allo show.

I ragazzi si stanno esibendo con 'Heartbreak girl'. Il ritmo è incalzante e dopo un po', come al solito, mi ritrovo a fissare il mio batterista preferito.

"Amy?" sento una voce al mio fianco. Perché nessuno può lasciarmi in pace per cinque secondi della mia vita?

Ad ogni modo si tratta di Joe, l'amico di mio padre. "Amy, tuo padre mi ha chiesto di venirti a chiamare. Gi serve aiuto, ma io devo controllare una cosa qui vicino al palco" dice ad alta voce per farsi udire.

"Ok vado a dargli una mano io, non ti preoccupare".

Joe mi da le indicazioni dove trovarlo e seguendole, lo raggiungo.

"Ciao piccolina, mi faresti d'assistente stasera?"

"Volentieri papà". È alle prese con una delle viti lungo un pezzo di traliccio, sul quale è seduto a cavalcioni.

"Bene" sorride "Mi servirebbe che mi passi quegli attrezzi quando te lo dico io" indica una valigetta poco distante. Mi spiega che si è accorto di un piccolo problema con quel traliccio e mi assicura che non c'è pericolo per nessuno, però per sicurezza deve essere tutto perfetto.

Io lo aiuto come meglio posso, passandogli tutti quei strumenti dai nomi strani. Comunque, tra tutti i tecnici che girano qui intorno, avrebbe potuto benissimo chiedere aiuto a qualcun altro. Ho come l'impressione che mi abbia fatta chiamare solo per passare un po' di tempo insieme. Ne sono contenta, ci vediamo talmente di rado che qualche volta mi dimentico che lavoriamo insieme.

Abbiamo quasi finito quando vedo un gruppetto di mie conoscenti correre da una parte all'altra del backstage.

C'è anche Spencer. "Amy vieni con noi! Le ragazze vogliono girare qualche video mentre cantano i 1D".

Indugio un po', non so se è giusto lasciare mio padre così. Lui mi guarda in maniera confortante. "Tesoro vai con le tue amiche, qui ci penso io".

Secret Love - Ashton IrwinWhere stories live. Discover now