Capitolo 5 - Cosa mi nascondi Harry?

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Il giorno dopo, mi svegliai con un mal di testa feroce. Mia madre, prima di scappare al lavoro, mi squadrò perplessa: "Che ti è successo, Lou? Hai una faccia.. Tutto bene?"

"Si si mamma.. Non ti preoccupare, ho solo fatto un po' tardi ieri sera.."

Vagavo per casa con il cellulare in mano, tentato di scrivere un messaggio ad Harry. Avrei voluto trovare un suo messaggio al risveglio, ma questo non era successo. La sera prima, chiedendo a tutti, avevo saputo che era stato riaccompagnato a casa dal mio amico Luke, e questo mi aveva rassicurato.
Passai qualche ora così, poi mi lanciai sul letto, nascondendomi la testa sotto il cuscino. Mi sentivo uno stupido per quello che era successo la sera prima; se solo non mi fossi ubriacato..

Però poi mi tornarono in mente le labbra morbide di Harry sulle mie, e non potei fare a meno di sorridere. Almeno, con una figuraccia, mi ero dichiarato. Ma cosa provava lui per me?

Mi addormentai e mi svegliò di soprassalto il Bip Bip dell'arrivo di un messaggio. Svelto afferrai il cellulare e per poco non mi esplose il cuore dalla gioia.

DA HARRY: Ciao Louis.. Come stai?

Mi tirai su dal letto e come per magia, mi sparì completamente il mal di testa della mattinata. Ero così felice. Con mani tremanti risposi:

DA LOUIS: Ciao Harry.. Che bello leggerti. Io sto bene..
                     Mi piacerebbe parlarti a voce.. Ti va?

Non rispose subito, anzi, la sua risposta si fece attendere per ben 15 minuti, che io passai con un'ansia tremenda.

DA HARRY: Va bene. Se vuoi ci vediamo quando finisco in panetteria, alle 19.

Così quella sera ci rincontrammo. Ero agitatissimo e cercai di prepararmi un discorso quantomeno sensato da fargli. Mi sarei prima di tutto scusato per ciò che era successo la sera prima. Quando uscì dal negozio, lo vidi cercarmi con lo sguardo, guardandosi intorno. Mi piacque come lo fece e rimasi per un attimo seduto dove ero, un po' nascosto, ad osservarlo. Si passava la mano tra i capelli e si sistemò una borsa sulla spalla. Aggrottava le sopracciglia ed affinava lo sguardo osservando alcune persone sedute sulle panchine nel parco lì vicino. Come era bello.

Mi feci coraggio e mi alzai, avvicinandomi a lui. Per la prima volta, lo vidi guardarmi come se mi vedesse per la prima volta. Si voltò e si incantò per qualche secondo sul mio viso, con la bocca semi-aperta. Gli sorrisi e, riconoscendomi, si ricompose.

"Oh, eccoti. Ciao Louis." e abbassò lo sguardo. Era visibilmente in imbarazzo, come me.

"Ciao Harry.. Ehm.. Ti va se ci facciamo due passi nel parco?" e gli indicai il grande giardino di fronte a noi.

Accettò e cominciammo a camminare, guardando entrambi il pavimento. Nessuno aveva il coraggio di iniziare il discorso. Ma sapevo sarebbe toccato a me, così dopo qualche momento di esitazione, dissi: "Ok Harry, prima di tutto ti voglio chiedere scusa per.. Beh, per quello che è successo ieri. Inutile che ci giriamo intorno.. I-io sono stato un cretino. Non avrei dovuto bere così tanto.. E scusami se ti ho messo in imbarazzo."

Mi sorrise appena. "Non c'è problema Louis, sono cose che capitano, eravamo ad una festa.."

Lo interruppi. "Io non.. Non avrei dovuto dirti quelle cose. Cioè.. In realtà si, ma.. Non in quel modo."

Mi fermai e lo fissai. Lui si fece serio e sostenne il mio sguardo, cercando di capire dove volessi arrivare. Sembrava aspettare una conferma ma che allo stesso ne avesse timore.

"Harry io.." Mi guardai le scarpe, cercando i giusti termini. Poi mi buttai.

"Io non ricordo esattamente le parole che ho usato ieri per dirti quello che sento, ma.. Qualunque esse siano state, posso assicurarti che fossero sincere. D'altronde, com'è che si dice? Solo i bambini, gli ubriachi e i leggins dicono sempre la verità, no?" Cercai di buttarla sul ridere, per sdrammatizzare un po'.

Per fortuna lui rise spontaneamente e scosse appena la testa.
"A parte gli scherzi.." Tornai serio e, con coraggio, lo fissai negli occhi. Harry lo notò, ma il suo sguardo era quello di un cucciolo indifeso e spaventato. Non riuscivo a decifrare le sue sensazioni, e questo mi uccideva.

"Mi sono innamorato di te, Harry." Dissi tutto d'un fiato.

Rimase in silenzio e strinse appena i denti, come era solito fare quando era nervoso. Arreso, continuai. "Vorrei tanto sapere cosa provi tu per me ma, ora come ora mi interessa solo farti sapere quanto io ci tenga davvero a te. Da quando sei arrivato in questa città mi hai scombussolato l'esistenza.. In positivo, intendiamoci. Non c'è giorno che non ti pensi e.. E so solo che stai riuscendo a tirare fuori un lato di me che non credevo nemmeno di possedere. Con la tua dolcezza e i tuoi modi di fare, mi ispiri un senso di protezione incredibile, Harry. Ma sento che.. c'è qualcosa che ti blocca."

Mi morsi il labbro inferiore, aggrottando la fronte, in attesa di una risposta.

Sospirò ed abbassò di nuovo lo sguardo. "Louis.. Io.." Silenzio.

Capii, solo allora, dove volesse andare a parare; così, anche per me stesso, lo anticipai, nonostante quello che stessi per dire mi facesse male.

"Ho capito, ho capito. Non posso pretendere di essere ricambiato. N-non fa niente Harry.. Sappi solo che quello che ti ho detto per me non cambia e.."

"No Louis!" mi interruppe lui. Poi strinse i pugni e si guardò intorno, nervoso. "Tu mi piaci molto.." Il suo sguardo si addolcì. "Sei stato come un raggio di sole in questa città grigia, al mio arrivo. Non puoi capire quanto tu mi abbia fatto sentire accolto e importante. I-io.. Non sono pentito di averti baciato, ieri sera."

Sorrisi come un ebete, con il cuore che mi martellava nel petto. Avrei voluto, come nei più scontati film d'amore, prenderlo e baciarlo lì, davanti a tutti, interrompendo quello che stava dicendo. Ma non andò esattamente così.

"..Ma è meglio se non ci vediamo più, Louis." Quell'ultima frase fu come una pugnalata. Mi arrivò forte e diretta al cuore. Non mi guardava più negli occhi ed era teso come una corda di violino.

"Ma come?.. Harry non capisco.. Dopo quello che mi hai appena detto.." Esitai. Poi realizzai. "C'entra qualcosa un certo Nick, vero?" Dissi in un sussurro.

Quando pronunciai quel nome, lo vidi sgranare gli occhi. Balbettò: "C-cosa? Cosa sai di lui? Hai origliato la telefonata dell'altro giorno? E' così?" Parlava veloce, gesticolando un po', ora quasi arrabbiato.

"Ehi, ehi, frena! Io non ho origliato niente, ero lì e non volendo ho sentito qualcosa.."

"Oh andiamo, Louis!" Si stava scaldando, come se avessi toccato un suo nervo scoperto.

Preoccupato per la sua improvvisa reazione, gli bloccai le braccia ai fianchi e lo guardai negli occhi, cercando di calmarlo. "Harry.. Ehi, Harry calmati." Scossi la testa e restammo in silenzio per qualche istante. "C'è qualcosa che vuoi dirmi?"

Di nuovo strinse i denti, stavolta più forte. Nonostante non fosse mingherlino, lo sentii dannatamente piccolo ed indifeso nella mia stretta.

"I-io voglio solo proteggerti Louis.." Ammise poi, tutto d'un fiato.

Aveva le lacrime agli occhi.

IL MIO SOLO DESTINO ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora