IL MIO SOLO DESTINO ~ Larry Stylinson

Capitolo 9 - Sospetti

L'estate passò in fretta, ed io ed Harry diventammo una coppia inseparabile. Dopo la notte in cui facemmo l'amore per la prima volta, fu come se le nostre anime si fossero toccate, incontrate, e finalmente riconosciute. La storia della chiromante e della sua predizione ci aveva sorpreso, ma fu per me solo una conferma che quello che provavo per Harry, era vero amore; ed Harry mi dimostrava lo stesso. Se il destino voleva che noi stessimo insieme, beh, non avrei potuto chiedere di meglio. Quando stavo con lui, sentivo costantemente una sua ricerca di protezione e, cosa più importante, della mia protezione. Non lo diceva chiaramente, ma non mi serviva, lo capivo perfettamente ogni volta che si accoccolava su di me stringendomi la felpa, o si addormentava tra le mie braccia sereno.

Harry era piccolo, il mio piccolo e adorabile uomo, e mi bastava guardare i suoi occhioni verdi per perdere la testa, ogni volta.

Amavo tutto di lui, il suo modo di essere buffo ed estremamente altruista, il suo camminare un po' ciondolante, i suoi capelli lunghi e profumati che ogni tanto raccoglieva in uno chignon sulla testa, le sue fossette sulle guance e perfino i suoi stivaletti sberluccicanti. Si, avevo imparato ad amare anche quelli.

Un giorno a casa sua, lo stuzzicai chiedendogli di mostrarmi la sua collezione di stivali, chiaramente per sfotterlo un po'. Con aria altezzosa, mi fece vedere fiero tutti i modelli che teneva nella scarpiera, mentre io me la ghignavo sotto i baffi. Fece finta di prendersela, e finimmo poi col fare la lotta sul pavimento, che tra una cuscinata e un bacio, si trasformò in sesso.

Lo amavo follemente, ma non ero ancora riuscito a dirglielo espressamente. A volte avrei voluto urlarglielo in faccia quel "ti amo", ma poi mi bloccavo.

Era praticamente arrivato l'autunno, quando lo portai a casa per la famosa cena con mia madre. E' vero, avevo aspettato un po' prima di farglielo conoscere, ma non volevo bruciare le tappe, e soprattutto farlo nel momento in cui anche Harry fosse stato pronto. Non volevo farlo sentire in imbarazzo, ma quando glie lo proposi, si dimostrò realmente felice ed orgoglioso, tant'è che mi diede l'impressione che stesse aspettando quel momento da tempo.

Quella sera, si presentò a casa mia vestito di tutto punto (ma quella non era una grande novità) e con un enorme mazzo di fiori per mia madre ed un girasole per me. Io arrossii, tremendamente in imbarazzo ma felice, mentre mia madre si era già innamorata di Harry, perché dopo le presentazioni ufficiali, l'aveva già preso sottobraccio con gli occhi le brillavano. Gli mostrò tutta la casa, il suo orticello nel giardino e chiacchierarono allegramente per più di 20 minuti, scambiandosi addirittura consigli per un perfetto giardinaggio, fino a che io, fingendomi geloso ed imbronciato, non gli ricordai che erano le 21, ed avevo una fame tremenda.

Mangiammo alle 21 e 30 passate, perché i due si erano messi successivamente a discutere di strane ricette vegetariane, che vedevano appunto solo ingredienti come carote, zucchine o che diavolo di altri vegetali mia madre avesse nell'orto. Rimasi a guardarli di nascosto per un po' di tempo, e mi venne da sorridere.

Harry era proprio diverso da me, ed ora stava lì sottobraccio a mia madre che lo guardava in adorazione. Fu una scena tenera però, che mi riempì il cuore di gioia.

Mia madre aveva cucinato per un esercito, dagli antipasti al dolce, e ci rimpinzò come due maiali. Harry gradì tutto, e le fece diverse volte i complimenti per le portate. Ogni tanto gli facevo il piedino sotto il tavolo, così lui alzava lo sguardo dal piatto ed io prontamente sollevavo le sopracciglia guardandolo malizioso o facendo facce buffe, mentre lui cercava di trattenere le risate.

Dopo cena, si parlò ancora per diverso tempo, finché non si fece tardi ed Harry decise di tornare a casa. Salutò mia madre abbracciandola e scambiandosi affettuosi baci sulla guancia, poi lo accompagnai alla porta.