Un senso di urgenza gli crebbe dentro, intenso e insopprimibile.
«Tu...» Joshua cominciò, ma si bloccò. Era una parola troppo delicata, troppo profonda per essere pronunciata davanti a una quasi sconosciuta. Eppure, lei voleva aiutarlo e lui avrebbe voluto consolarla, nello stesso modo in cui lei stava facendo con lui. «Chissà di quanti bambini sei stata madre... Nonostante avresti voluto esserlo davvero»
Le lacrime della donna si addensarono in quelle iridi marine e, dopo un istante di sorpresa, il volto della donna si trasformò in un'espressione di puro terrore.
«Ma sono certo che lo sarai presto!» disse Joshua, quasi senza pensare. Lo schiaffo arrivò come un fulmine, bruciante e deciso, e lui capì che quella era la verità, resa tangibile. Rapido e secco, il gesto fu capace di lasciargli il cuore e il volto in fiamme.
«Tu sei un Lucifer!» gridò Miriam, e uscendo dalla sala, lasciò Joshua con una mano sulla guancia.
Un paio di minuti e quel cielo che aveva provato in quei giorni si sarebbe sgretolato.
Non passò molto, infatti. Nathan entrò nella stanza con l'incedere di un bufalo. Spostò con la gamba un tavolino dal suo percorso. Gli afferrò il colletto della felpa, sollevandolo mezzo metro da terra. Il volto dell'uomo vicinissimo a quello del giovane, le narici dilatate e il respiro concitato.
Lo avrebbe riempito di pugni, Joshua ne era certo.
«Come hai osato!?» sibilò a denti stretti con lo sguardo infuocato. Gli occhi di Nathan erano fissi su di lui, venati di rosso, e Joshua si sentì paralizzato, incapace di difendersi o di replicare.
Fu in quel momento che arrivò Simon. «Cristo santo, Nathan!»
Richiamato dalla tensione e dalla voce di Miriam, gli si avvicinò con voce decisa cercando di fermarlo. «Nathan, placa la tua ira!» gridò Simon. «Non è un Lucifer!» E con una presa decisa, gli afferrò il braccio per strappargli il ragazzo dalle mani.
«Loro l'hanno uccisa dentro! Loro!» gridò Nathan, le lacrime negli occhi che sembravano più taglienti di qualunque parola. Per Joshua fu come riceverli davvero quei pugni alla bocca dello stomaco. Forse, se li avesse realmente ricevuti, si sarebbe sentito meglio. «Solo Dio, tu e quella moglie assassina di Judas conoscete il nostro dolore!»
Miriam, in piedi, restava immobile, quasi scolpita nel silenzio, la mano ancora sul ventre. Non disse nulla, non mosse lo sguardo, ma il gesto della mano, semplice e meccanico, parlava di un passato che l'aveva segnata in modo indelebile.
Simon nascose le labbra dietro la folta barba e prima di dire alcunché, strinse Joshua a sé. «Come hai ben detto, nessuno conosce il vostro dolore più di me». Lo sguardo basso al giovane dai riccioli castani, sbiancato. «Ma lui non è quel mostro che cerchi, Nathan.»
Nathan crollò seduto su un tavolino, i gomiti sulle ginocchia e i palmi sul viso, le forze abbandonate. «Mi dispiace, Joshua...» disse tra i singhiozzi. La moglie gli si avvicinò e poggiando prima una mano sulla spalla di Nathan, rivolse il volto abbattuto al giovane.
«Perdonami caro Joshua, ho avuto davvero paura...» allora gli occhi di Joshua si rivolsero a Miriam, che lo osservava afflitta. «E... Tutto quello che hai detto è la verità.» Strinse le labbra per trattenere il nodo in gola. «Sei davvero un dono per questa Chiesa.»
***
Quando Joshua arrivò con Simon davanti alla porta del suo studio, non sapeva cosa aspettarsi: l'avrebbero cacciato, portato in un riformatorio di Laodicea, dove nella migliore delle ipotesi avrebbe mangiato pastina brodosa per i prossimi anni fino alla maturità, bacchettato dalle loro anziane donne velate.

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IL NOME DI GESÙ CRISTO - (in fase di aggiornamento)
ParanormalPadre Simon da tempo ha una missione: deve proteggere le anime sfuggite ai Lucifer. Tra queste anime c'è Joshua, un ragazzo che possiede un dono fuori dal comune. Mentre le ombre dei Lucifer si allungano su Filadelfia, un solo nome sembra capace di...