Capitolo 13

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Il rumore di una porta che si chiude mi fa aprire gli occhi, che vengono investiti dalla luce del sole proveniente dalla grande finestra. Sono di nuovo nella sua camera da letto. "Buongiorno, Eveline." Volgo lo sguardo verso quella voce familiare.

"Dottor Morgan... Buongiorno." Mi sorprende rivederlo qui. Mi strofino gli occhi e scosto il lenzuolo con l'intenzione di alzarmi, ma il dottore mi blocca. "Devi rimanere a riposo. È un ordine del Signor Blair."
Damon. I ricordi di ciò che mi ha fatto la sera prima mi travolgono, provocandomi dei forti giramenti di testa.

Morgan si avvicina e mi aiuta a ristendermi di nuovo. Sospiro tremante, mentre ricaccio indietro le lacrime. "Cosa ci fa lei qui?" Chiedo con un filo di voce. Apro gli occhi e lo sorprendo a fissarmi con uno sguardo preoccupato, le sopracciglia scure aggrottate e i profondi occhi azzurri socchiusi. Lui allunga il braccio e, come per confortarmi, mi stringe la mano nella sua.

"Il Signor Blair mi ha chiamato e mi ha chiesto di farti degli esami, per controllare che sia tutto okay."
"Ed è tutto okay?" Chiedo, alzando un sopracciglio. Lui annuisce. "Solo un po' di febbre, e un leggero emicrania. Ti ho dato un antibiotico, e noto che sta facendo effetto." Mi sorride, mostrando una linea perfetta di denti bianchi. È un bellissimo uomo.

Sorrido anch'io, come meglio riesco. "Grazie, Dottor Morgan."
"Chiamami pure George." Dice. "Okay, allora. Grazie, George." Faccio scivolare quel bel nome sulla lingua, ridacchiando. Rimaniamo a fissarci a lungo, quando il rumore della porta che sbatte contro la parete ci fa sobbalzare, distraendoci l'uno dall'altro.

Damon fa ingresso nella stanza a grandi passi, l'espressione cupa. Io abbasso lo sguardo, lasciando la mano di George e stringendo le coperte tra le mani.
"Dottor Morgan, grazie mille per aver verificato che sia tutto okay. Può andarsene, ora." Lo congeda, la voce irritata.

Sento che si stanno fissando, poi dei passi si allontanano e la porta si richiude.
Rimango da sola con lui, che viene verso di me.
"Come ti senti?" Trascina una sedia vicino al letto e si siede, allargando le gambe a appoggiando i gomiti sulle ginocchia.

Sospiro e una lacrima mi scende lungo il volto, senza che io possa fermarla. "Usata. Abusata. Stuprata. Come..." Chiudo gli occhi e giro il capo, quando lui avvicina una mano cercando di accarezzarmi il viso. "Come vuoi che mi senta, Damon? Sei un mostro, devi stare lontano da me. Se proprio vuoi toccarmi ancora, fallo per uccidermi." Dico, la voce che trema.

Lui inspira rumorosamente e si passa le mani sulla faccia, poi si alza. Inizia a camminare avanti indietro. "Mostro. Un mostro. Non volevo questo..." Borbotta, tra sé e sé. "Non volevo farle niente. A lei no. Volevo solo dimenticare il dolore....il dolore. La sofferenza. E poi lui, che è in coma, ora....Per colpa mia, solo per colpa mia..." Continua a sussurrare, parlando a sè stesso. Mi chiedo a chi si riferisca.

"Cazzo! Cazzo! Cazzo!" Si mette ad urlare, iniziando a dare pugni al muro. Io sobbalzo e salto fuori da letto, mentre lui continua a gridare e lanciare pugni contro il muro.
Le nocche, ad ogni colpo, sanguinano gravemente, sporcando il muro di macchie rosse.

Una volta che non riesce più ad utilizzare le mani per colpire la parete, inizia a lanciarcisi contro, tutta la forza concentrata sulle spalle e le braccia. Pezzi di cemento si spaccano e cadono a terra, mentre Damon continua a colpire il muro incessantemente. Una fitta di dolore mi attraversa, a vederlo così, nonostante ciò che mi ha fatto.

Il suo viso, ad ogni spintone, si contrae in una smorfia di sofferenza. Le vene sulla sua fronte e sul suo collo si gonfiano, come quelle sulle braccia. I suoi occhi sono spalancati e bagnati di lacrime.

"Damon, basta! Fermo, fermati!" Esclamo, lanciandomi su di lui. Lo afferro per le possenti braccia, cercando di tirarlo indietro, mentre lui si dimena debolmente, ora. "Non volevo farti niente, Eveline... Ti prego...ti prego non odiarmi, adesso." Sussurra, tra le lacrime. Si appoggia al muro con le braccia, singhiozzando, e io provo un moto di tristezza per lui che mi devasta.

Senza Cuore - L'inganno -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora