Capitolo 17 - Una strega al castello

318 13 0
                                    

Non c'era tempo da perdere. Arrivati in prossimità del ponte levatoio rallentarono l'andatura e attraversarono il cortile. Albert scese e si trattenne vicino al cavallo per far scendere delicatamente Sheila. I loro sguardi si incrociarono fulminei. Lui convinto sempre più della sua scelta e lei ricambiò con una ferma dolcezza. La gente che si stava ritirando per l'ora di cena non fece molto caso alla strana coppia, munita di cesta, che entrava nel castello ora scortati dalle guardie.

Apparve una signora impettita e distinta che bloccò loro la strada. "Albert O'Donnell!" Quella voce squillante fendette l'aria: "Dove pensi di andare con quella stracciona?" "Madre, non ora ti prego... Ho portato con me una guaritrice. Visto che il dottore nulla ha potuto, lascia che sia lei a guarire nostro padre." "No!" Disse ferma lei, non le farò mettere le sue sporche mani su mio marito!" Sheila abbassò lo sguardo, ferita da quelle parole, non sapendo come comportarsi davanti alla rabbia di quella donna. Albert prese le sue difese mentre i soldati di guardia che li avevano scortati se ne tornarono al loro posto. "Madre, non ragionate in questo momento, datevi un contegno e tornate nelle vostre stanze, oppure seguite passo passo quello che farà la ragazza e non ve ne pentirete. Ma guai a voi se osate ancora trattarla male!"

Albert era furente, gli occhi non erano mai stati così duri come il ghiaccio, la madre si rimpicciolì a quella vista e accettò di controllare l'operato della guaritrice. Sheila fu grata dell'intervento di Alb in sua difesa. Pregò con tutta sé stessa di essere in grado di alleviare il dolore del conte per potersene andare in fretta dalle sgradite occhiate che le lanciava la madre di Albert.

Al capezzale del febbricitante, seduto su una sedia vi era un ragazzo molto simile nelle fattezze ad Albert, solo non aveva i suoi splendidi occhi zaffiro ma due caldi e scrutatori occhi marroni. Teneva la mano del padre mentre il dottore, dall'altro capo del letto, sbuffò all'ingresso della ragazza. Un altro paio di occhi si posarono su di lei che da trepidante, nascosta dietro ad Albert, si fece avanti fino al capezzale del Conte Tyron. Mentre si tirava su le maniche della tunica, il giovane si alzò e la fece accomodare vicino al letto. Rimase attonito a fissare quella scarmigliata zazzera rossa, poi si voltò a fissare il fratello che disse: "E' una guaritrice Carl, stai tranquillo. Non sono diventato pazzo. Voglio solo verificare tutte le possibilità che abbiamo per far stare meglio nostro padre." Un tacito segno di assenso venne dal fratello più giovane che fissò la madre, salutò e si portò in un salottino nella stanza vicino. Voleva essere d'aiuto ma finora l'unico che aveva avuto un'iniziativa come sempre era stato suo fratello Albert. "Con una bellezza rossa. Chissà dove l'aveva scovata" furono i suoi pensieri, prima di accasciarsi su una poltrona, stanco.

Angelica fu sistemata su una sedia dall'altro capo del letto, dove era rimasto il dottore che si era congedato di lì a pochi minuti. La ragazza chiese che le venisse portata una cuccuma di acqua calda bollente, una di acqua fredda ed un calice.

Ad un cenno del capo di Albert, i servitori ubbidirono portando prima l'acqua fresca che serviva ad alleviare la febbre. Sheila si era isolata da ciò che succedeva attorno alla stanza. Sulla sedia aveva riposto la sua cesta, sul comodino aveva sistemato alcune spezie, aveva strappato delle pezzuole per inumidirle con l'acqua fresca e passarla attorno al viso, al collo e ai polsi dell'uomo. Vedendo con quanta cura la ragazza si stava impegnando, la madre di Albert si addolcì. Si sistemò le maniche del sontuoso abito come aveva fatto la ragazza, attorcigliandosele e prese le pezzuole per fare lei quel semplice gesto di cura. Le due donne si guardarono un attimo e con un cenno della testa Sheila accettò il suo aiuto.

Quando arrivò la cuccuma vi spezzettò dentro delle erbe che potessero calmare i dolori. Valeriana e melissa principalmente. La prima per il suo potere antidolorifico e la seconda per addolcire il sapore amaro della valeriana. Il calore della pozione ed il suo effetto benefico già stava facendo calmare l'uomo disteso sul letto e tutti tirarono un breve sospiro di sollievo. Quantomeno ora gli spasmi erano cessati ed il conte riposava abbastanza serenamente.

Sheila incontrò gli occhi lucenti e pieni di gratitudine di Albert e gli chiese di parlargli in disparte. "Temo abbia dei problemi a livello di stomaco..." Girandosi verso la moglie del conte gli fecero cenno di avvicinarsi e Sheila si rivolse direttamente alla Signora del castello: "Cosa ha mangiato ultimamente vostro marito?" "Di solito ama molto indulgere nella carne, selvaggina soprattutto" Soprappensiero Sheila chiese se le pietanze erano accompagnate con verdure cotte e crude. "No, ma il tutto deve essere ben annaffiato con il vino rosso!" Disse impettita la signora, come a ripetere le frasi del marito. "Allora signora, d'ora in avanti faremo mangiare solo verdure cotte a suo marito!" Disse decisa Sheila. "Sia mai! Come faremo non lo so. E' più cocciuto di un mulo quando si tratta di stare a tavola." "Beh madre, le cose dovevano cambiare prima o poi" aggiunse Albert "ed è meglio che si incominci da subito!".

Dietro al paravento che fungeva da toeletta furono apportate delle leggere modifiche. Sheila voleva vedere i residui del malato tutte le volte che si svuotava. Chiese un setaccio per controllare i liquidi e non mancò anche di guardare le parti solide. Tutti furono sconvolti delle sue ricerche e delle sue richieste. Tutti tranne Albert che la guardava fiducioso lavorare. Anche Angelica non la smetteva di guardarla. Tutte quelle attenzioni la fecero avvampare ma continuò a fare il suo nonostante si sentisse così osservata.

Quando il conte si fu ripreso e gli portarono quelle sconosciute vivande iniziò il pandemonio. "Io non mangio quella roba verde! Io sono il Conte io voglio..." Sheila si avvicinò, gli tenne il polso e lo guardò fermamente. "Signor conte! Vuole guarire si o no? Qui siamo tutti in apprensione per lei e appena sveglio si comporta come un bambino recalcitrante?" Lasciando la domanda sospesa il conte la guardò torvo con la bocca spalancata. "Ma chi è questa insolente? Che ci fa in camera mia?" Qui venne in soccorso Albert che lo rassicurò dicendogli che era nelle mani della migliore guaritrice del paese. E mentre lo diceva fissava gli occhi su Sheila con sguardo adorante. Fu solo un attimo che il conte però non si lasciò sfuggire. "Chi è questa donna per te Albert? Rispondimi subito!"

StregatoWhere stories live. Discover now