Capitolo 14

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Guardai Salvatore con aria stranita, inclinando la testa. Lui riprese a parlare: "Un tipo, abbastanza robusto e alto con i capelli rossi e un sacco di tatuagg... " "Kevin! Si chiama Kevin, vero?!" Lo interruppi frettolosamente con un'espressione mista a paura e sorpresa. "Lo conosci?" "Piccolo genio, se conosco il suo nome magari lo conosco." Abbozzai un sorriso, poi continuai: "Dimmi prima cosa diamine mi è successo, poi ti racconto." 

Lui fece un lungo sospiro, poi parlò: "Stavamo tornando a casa tua, quando ad un certo punto sto tizio ti sferra un pugno forte nello stomaco. Tu cadi a terra, eri svenuta, ma lui continua a prenderti a calci, ripetutamente, mentre io e gli altri cercavamo di fermarlo; urlavamo, chiedevamo aiuto, lo trattenevamo. Ad un certo punto lui ha fatto un ghigno ed è andato via, ma fortunatamente Stefano gli ha fatto una foto col cellulare, così lui e Giuseppe sono andati dalla polizia per cercare di capire chi fosse. Nel mentre io ti ho portato all'ospedale, dove dei medici ti hanno presa e portata in una camera.
Sei stata lì dentro per circa sei ore, poi un'infermiera è uscita e mi ha spiegato un po' di cosette: mi ha detto che tu sei una ragazza molto, ma molto sensibile, per cui anche se ti fai un piccolo graffio e perdi del sangue rischi un'emorragia e puoi svenire." A quell'affermazione annuii, poi lo feci continuare: "Dicevo, l'infermiera mi ha riferito che alcuni organi interni si sono lesionati per via dei calci che ti ha dato quel lurido cagno bastardo." Cercava di farmi sorridere con le sue frasi, che dolce. Ridacchiai, ma subito dopo lo feci continuare: "Così hanno dovuto farti altri controlli e hanno trovato dei lividi interni non molto facili da curare, per cui ti hanno tenuta sotto controllo per un paio di giorni, il tutto mentre tu eri, ovviamente, svenuta. Dopodiché ti hanno dimessa dall'ospedale e mi hanno raccomandato di tenerti a casa per una settimana circa, finché non sarebbero arrivati dei medici a casa per controllare la tua situazione.
Intanto, Stefano e Giuseppe hanno consegnato la foto alla polizia, che ha messo quel tipo dietro le sbarre, dato che lo ricercavano da tempo per via..." "Di omicidi compiuti in passato, vero?" Continuai la frase, ormai ero certa del tipo con cui avevo avuto a che fare. "Già...  comunque questo era tutto ciò che è successo. Ti ho riportato due giorni fa a casa e ora tu ti sei svegliata. Ma ora, per favore, come lo conosci?"

Lo guardai con la tristezza negli occhi, feci un lungo respiro, poi parlai:
"...lui è l'assassino di mia sorella."

**************

Zan zan zaaaaa
Cosa ha ancora da dirci Camilla?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo! 
(mi sento troppo uno di quei personaggi nelle soap-opere, che ti lasciano in sospeso con queste frasi e.e)
Ma tornando a noi, se il capitolo vi è piaciuto me lo fate sapere con una stellina?
O magari con un commento?
Sempre se vi va, ovviamente.
Noi comunque ci rivediamo ad un altro capitolo. 
Ciaoooh :)


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