Il quadro - L'inizio

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"Monsieur Bonnefoy, dove metto la sua roba?"
"La lasci qui, metto a posto io. Merci beaucoup."
Francis paga i trasportatori, e si guarda attorno.
"Très bien..." Mormora, per poi iniziare a mettere a posto le sue cose. A soli 27 anni, Francis Bonnefoy è uno dei pittori più bravi di Francia, e anche dell'Europa. Si è trasferito in un piccolo paesino in Provenza, in attesa di ispirazione. Mentre sistema la soffitta, trova una tavolozza, con tanto di pennello.
"Sembrerebbero piuttosto antichi, ma il pennello è ancora morbido... dovrebbe funzionare bene."
Qualche ora dopo, quando la casa è ormai a posto, prende una tela, e si mette a dipingere.
Non sa nemmeno lui chi ha dipinto, ma suo viso gli dà sicurezza. Capelli biondi come i suoi, ma corti, occhi verde brillante, che sembrano scrutare i suoi azzurro mare... l'unico dettaglio che lo lascia perplesso sono le sopracciglia, molto più folte del normale. Sta dando l'ultimo tocco al gilet verde del ragazzo, quando vede la tela distorcersi lievemente, mentre il busto del giovane che ha ritratto esce dal quadro.
Il francese rimane con il pennello a mezz'aria, mentre lo sguardo indagatore della sua stessa opera lo squadra da capo a piedi.
"You look stupid."
"E ti sembra una cosa da dire al tuo creatore?!"
"Non lo so. Sono appena nato, dammi il tempo di imparare, you fool."
La situazione avrebbe dovuto sconcertarlo, ma il ragazzo che ha davanti ha un effetto calmante su di lui.
"Mi chiamo Francis Bonnefoy, tanto per cominciare. Ma puoi chiamarmi solo Francis."
"Francis?"
"Esatto."
Il ragazzo lo guarda confuso.
"E io come mi chiamo?"
Francis ci pensa su.
"Mmh... da come parli sembri inglese, quindi... Arthur. Oui, Arthur Kirkland."
Arthur sorride.
"Sì, è un nome appropriato. Mi aiuti?"
Il francese aiuta il giovane ad uscire dalla tela.
"Thanks."
"Avrai fame, suppongo."
"F... fame?"
La confusione iniziale fa spazio a un'espressione di sorpresa, quando sente dei rumori dal suo stomaco.
"Questo..." dice, indicandosi la pancia, "è fame?"
Il francese ride.
"Sì, e anche tanta..."
"Non mi piace. Come la mando via?"
"Aspettami qui."
Va in cucina a prendere alcuni dolcetti che aveva preparato prima. Torna e vede la sua opera che osserva con curiosità il televisore acceso, con il telecomando in mano.
"Arthur? Ti ho preso dei..."
Il ragazzo si gira verso di lui, spaventatissimo, e mette le mani davanti a sè, per proteggersi.
"Non è stata colpa mia! Lo giuro! Perdonami, non volevo!"
Francis scoppia a ridere.
Arthur lo guarda, prima confuso, e poi arrabbiato.
"Perchè ridi?! Schiacciando questo pulsante, ho fatto apparire un ragazzo disegnato che sta uccidendo delle persone con un quaderno! C'è gente che muore, e tu ridi?!"
Ogni parola, unita alla convinzione del tono, provoca a Francis una risata incontrollata.
"S... scusami... è che... honhonhon... non sta succedendo veramente. È un anime. È una storia inventata. E quello," dice, indicando lo schermo, "è un televisore. Ti ho portato dei macarons da mangiare. Per la fame."
Fa sedere la sua opera, alquanto confusa, sul divano, mettendole il piatto sulle ginocchia e il telecomando in mano, dopo aver spiegato come utilizzarlo.
"Fa' il bravo, e resta qui, mentre vado a prepararti della pasta. Feliciano dovrebbe averne lasciata un po'..." Conclude, più a sè stesso che altro.
Mentre la pasta sta cuocendo, il francese decide di controllare il perchè di tutta quella calma.
"Arthur? Tutto be...?" Si interrompe, vedendo su che canale è capitato.
"Io non capisco. Se il pizzaiolo ama così tanto la baby sitter, perchè continua a sculacciarla? Forse lei ha fatto qualcosa di male?"
Con la velocità della luce, Francis cambia canale.
"Sei troppo giovane per capire queste cose..."
"H-hey! Sono abbastanza intelligente per capire. Anche se... il mondo sembra un posto pericoloso."
"Mh?"
"Yes, tra serial killer grafomani, persone che mangiano anime, shinigami, alieni, vampiri, demoni, giganti, host club... come sei sopravvissuto?" Gli tocca il braccio. "Senza offesa, ma non sembri molto forte... oh! Forse sei quel Tan... Tamago... Tamaki senpai?"
Il pittore sbatte le palpebre ripetutamente.
"E che, hai fatto il giro dei canali 'TeleOtaku'?" Vedendo l'espressione di Arthur, non può fare a meno di prenderlo un po' in giro.
"Beh, se sono riuscito a sopravvivere è perchè... sono uno di loro... ti mangerò!" Scoppia ancora una volta a ridere, quando il ragazzo spalanca gli occhi per il terrore, e si rintana dietro al divano.
"Wait..." Fa capolino. "MI STAVI PRENDENDO IN GIRO?!"
La giornata passa, mentre Francis insegna ad Arthur tutto ciò che deve sapere per vivere nel mondo.
Verso le undici di sera, Arthur sbadiglia.
"Questo... è il sonno?"
"Esatto! Hai imparato bene. Vieni, andiamo a nanna, ok?"
Prende per mano il ragazzo, e lo porta in camera sua.
"Frog?"
"Chi?"
"Hai la faccia da rana. Quindi Frog."
"Perchè, tu? Tutto in verde, sembri un bruco! Un chenille..."
"Sei tu che mi hai immaginato... anyway... siamo su un letto..."
"Oui..."
"Tu... mi vuoi bene, right?"
"Certo! Ti voglio tantissimo bene, perchè questa domanda?"
Lo guarda, dubbioso.
"Mi sculaccerai come ha fatto il pizzaiolo con la baby sitter?"
Il francese lo guarda in modo strano.
"Non mi tentare, Arthur... non mi tentare..."
Davanti agli occhi innocenti del suo quadro, addolcisce lo sguardo.
"Scherzo... non ti farei mai del male. Vieni, su." Lo fa sdraiare vicino a lui.
"Chiudi gli occhi, e dormi."
"Devo solo chiudere gli occhi?"
"Vuoi un aiuto per dormire?"
Arthur annuisce, e Francis inizia ad accarezzargli i capelli, e a cantare.
"Vois sur ton chemin
Gamins oubliés égarés
Donne leur la main
Pour les mener
Vers d'autres lendemains
Sens au coeur de la nuit
L'onde d'espoir
Ardeur de la vie
Sentier de gloire..."
Il respiro del ragazzo diventa sempre più regolare, e si addormenta fra le sue braccia.

Per chi non lo sapesse, la canzone che canta Francis è "Vois sur ton chemin", dal film "Les choristes." Ascoltatela, se vi va, è molto bella.

Storia del pittore che si innamorò di un suo quadro ~ AU FrUkWhere stories live. Discover now