Sesto capitolo

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Giorno 23

Chris mi guarda con un sopracciglio alzato, visibilmente confuso "Tutto okay?" chiede vedendo che mi guardo attorno, leggermente scossa

"Si, ho fatto solo un sogno un pò strano" rispondo mentre mi metto a sedere sul bordo del letto e mi stropiccio un paio di volte gli occhi con le mani, cercando di levarmi dalla mente l'immagine di Daryl-Zombie che cerca di mordermi

"Che tipo di sogno?" mi chiede nuovamente mentre si leva la maglietta per poi cercarne una nuova pulita nel suo cassetto della scrivania, scendo dal letto e mi stiracchio appena

"Ero nel letto ed era notte, tutti dormivano e ad un certo punto compare Daryl che mi porta fuori e mi chiede scusa per il suo comportamento" mentre parlo si infila la maglietta pulita e si sistema i capelli ricci con le mani, specchiandosi nel piccolo specchio appeso sopra la scrivania "accetto quindi le sue scuse e m-" mi blocco istantaneamente, non posso certamente dire a mio fratello che Daryl mi stava baciando, non la smetterebbe più di rinfacciarmelo, lui si gira e mi guarda, incitandomi a continuare con un cenno della testa "Mi morde" faccio una piccola pausa "Si, diventa uno zombie e mi morde, strano no?" persino gli azzannatori capirebbero che mi sto arrampicando sugli specchi.

"Mh, si alquanto strano" commenta lui con voce incerta, scuote appena la testa sorridendo "Andiamo a fare colazione?" chiede cambiando discorso, annuisco dicendogli di iniziare ad andare poiché mi devo cambiare e lui, essendo affamato, non ci pensa due volte e mi lascia da sola nella cella.

Mi guardo nello specchio notando che oggi i miei capelli non sembrano voler collaborare, sbuffo appena iniziando a cercare nel fondo dello zaino qualcosa per tenerli fermi. Prima dell'arrivo degli azzannatori, curavo molto di più i miei capelli, se penso a tutte le serate passate a piastrarli per far bella figura a scuola, quasi rido. Ultimamente faccio spesso una coda alta per tenerli a bada ma oggi, anche la coda, non sembra voler aiutare. Dopo qualche secondo trovo un vecchio cappello di Chris, è beige scuro con la visiera, non sembra essere male, mi faccio quindi due trecce e mi metto il cappello. Anche oggi dovrò tenere questa maglietta che dovrà per forza andare bene; non è facile come sembra lavare i panni a mano. L'unica cosa pulita che ho al momento sono degli shorts neri, non sono perfettamente nel mio stile (troppo, diciamo...shorts) ma dovranno bastarmi, dò una veloce spolverata con le mani alla maglietta bianca ed esco dirigendomi verso la mensa.

"Wow Julia, ehm, ti donano quei pantaloni" commenta Glenn mentre mi siedo al tavolo con gli altri, Maggie gli tira un calcio da sotto il tavolo e lui piagnucola appena ironicamente, Beth ride appena annuendo però alle parole del ragazzo
"Sono solo pantaloni" rispondo arrossendo appena per poi decidere di cambiare argomento "Glenn oggi hai il turno alla recinzione con me, giusto?" chiedo portandomi un cucchiaio di cereali alla bocca

"No, Daryl ieri sera ha deciso di fare scambio, mi ha rifilato la pulitura della stalla" annuisco mandando giù il boccone. È strano che Daryl abbia fatto una cosa così, odia entrambi i lavori ma, dopo la ridicola discussione di ieri, pensavo preferisse evitarmi almeno per un giorno.

Appena finiamo di mangiare ci dirigiamo tutti ai nostri lavori, a differenza di ieri, oggi fa abbastanza caldo e quando esco per andare alla recinzione, sembra di essere in una sauna. I minuti passano e non vedo ancora Daryl, se doveva aiutarmi, poteva almeno arrivare in orario, scuoto appena la testa prendendo il macete che usiamo per la recinzione, lasciato ogni volta, appeso al cancello principale e inizio il mio solito gioco.
Credo di essere una delle poche persone nel gruppo, a non provare più nulla quando uccide i vaganti, so benissimo che una volta erano esseri umani come me, ma non riesco a vederli come tali, ormai li ritengo solo una minaccia e toglierli di mezzo è la cosa giusta da fare.
Quando i miei genitori stavano diventando come loro, non ero riuscita neanche ad avvicinarmi, il lavoro grosso, ha dovuto svolgerlo Chris, non gli sarò mai abbastanza grata per questo.

Finisco gli ultimi e mi asciugo il sudore dalla fronte con il dorso della mano quando una voce alle mie spalle mi riporta alla realtà

"Ehi bei pantaloncini" rido appena lasciando il macete sul cancello e mi volto, convinta di star parlando con Glenn, ritrovandomi davanti la figura robusta di Daryl

"Ehi core- Oh, ciao Daryl, pensavo fossi Glenn" ha addosso il suo solito giacchetto alato con la balestra in mano, sembra più tranquillo rispetto a ieri e il suo volto è meno serio "Non dovevi aiutarmi?"

"Ho avuto cose più importanti da fare"

"Immagino" commento ironica incamminandomi verso la prigione, si è quasi fatta ora di pranzo e non voglio saltarlo per colpa di Daryl che nel frattempo mi segue camminando al mio fianco.

"Devo ripulire il blocco D, quello vicino alla biblioteca, vieni con me?" chiede mettendosi davanti a me e bloccandomi la strada, sospiro guardandolo in volto

"Prima o dopo pranzo?"

"Prima" sbuffo sonoramente passandomi una mano dietro il collo, non ho per niente voglia di fare un lavoro in più solo per dare una mano a Daryl quando avrebbe dovuto aiutarmi lui questa mattina. Mi sorride appena, tenendo un occhio chiuso per colpa del sole, cercando di convincermi

"Okay, ma una cosa veloce chiaro?".

Rientriamo in prigione incrociando Lori, Carol e i bambini che ci salutando velocemente poiché stanno andando a mangiare in mensa, nuovamente, mi ritrovo a maledire sottovoce Daryl. Appena arrivati davanti all'ingresso del blocco D, prende la balestra dalle spalle puntandola ad altezza uomo e mi fa cenno di seguirlo, tiro fuori il coltello dalla cintura e lo seguo cercando di fare più silenzio possibile.

Il lavoro risulta più semplice del previsto, questa parte della prigione non doveva essere molto usata, forse solo dai dirigenti e dalle guardie, dato il gran numero di uffici. Daryl, anche se davanti a me, tiene d'occhio ogni mio minimo movimento non perdendomi di vista neanche per un secondo, non so se considerarlo come una mancanza di fiducia o per il fatto che abbia paura che mi possa fare male, se fosse così, perché chiedere il mio aiuto?

"Controlla questa stanza e abbiamo finito" mi comunica indicando con un cenno del capo una porta chiusa per poi allontanarsi di qualche passo controllando in giro, annuisco e mi avvicino lentamente tenendo il coltello stretto, appoggio la mano sinistra sul pomello e apro appena dando una veloce occhiata alla stanza, sembra essere vuota così abbasso il coltello quando un azzannatore compare dal nulla e mi viene addosso sporgendo la testa verso il mio collo, intento a morderlo. Indietreggio portando istintivamente le braccia sulle sue spalle cercando di allontanarlo ma, andando all'indietro alla cieca, inciampo nei miei stessi piedi e cado facendo cadere di conseguenza l'azzannatore, riesco appena a tenerlo lontano dal volto

"Daryl!" urlo in cerca di aiuto, sento i suoi passi correre veloci e lo vedo arrivare dall'altro corridoio, appena mi vede scocca una freccia con la balestra che si va ad infilare nel cranio del vagante, uccidendolo definitivamente.

Il cadavere rimane a peso morto sopra di me, togliendomi il fiato, appena riesco a spostarlo rimango qualche secondo sdraiata a terra cercando di riprendermi, Daryl si avvicina e mi offre entrambi le mani per alzarmi, è visibilmente preoccupato e ha lasciato la balestra a terra. Faccio un lungo sospiro cercando di calmarmi, prendo le sue mani e lui mi tira su con troppa forza facendomi quindi finire contro il suo petto e, per qualche secondo, riesco a sentire il battito del suo cuore

"Tutto okay?" mi chiede cercando di farmi calmare, mettendo un braccio intorno alle mie spalle stringendomi appena, sembra poco convinto di questo gesto, come se non fosse sicuro di star facendo la cosa giusta

"Si, mi sono spaventata" rispondo senza riuscire a muovermi con ancora il fiato corto

"Va tutto bene, sei al sicuro adesso".

Non so per quanto tempo rimango stretta a lui, abbastanza per creare un piccolo velo di imbarazzo appena mi stacco, rimanendo sempre a qualche centimetro

"Vuoi che torniamo?" mi chiede riprendendo la balestra che aveva lasciato a terra e passandomi il mio coltello che, nello scontro, è caduto a qualche metro di distanza

"Si, magari controlleremo questa stanza un altro giorno" lui annuisce sorridendomi leggermente e ci incamminiamo verso l'uscita del blocco in silenzio, andando poi verso la mensa dove, appena arrivati, andiamo a sederci a tavoli diversi facendo finta che non sia successo niente.
Riesco ancora a sentire il suo sguardo su di me.

Morti viventi||Daryl dixonDonde viven las historias. Descúbrelo ahora