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L aria non era chissà quanto calda.
Il leggero freddo pungeva la mia pelle,ma il sole mi riscaldava immediatamente.
Margo si tolse le scarpe e costrinse a farlo anche a me.
-andiamo pigrona- disse ridendo.
Mi prese per mano,intrecciai la mia mano alla sua.
Era una cosa così intima..così dolce.
Percorremmo il fiume,parlando del più e del meno.
-posso farti una domanda piu intima?- mi chiese d improvviso.
-ovvio,dimmi- le dissi continuando a stringere la mia mano alla sua.
-cosa..cosa ti ha portata a trasferirti?-
Mi guardò sinceramente curiosa.
Che domanda..
-sai,sono cresciuta in una famiglia "ideale"
Sai,di quelle dove la pubblicità della Nutella fa un baffo. La mattina tutti sorridenti,fino alla sera e cose così.
Il problema è che quella era solo una recita,per far credere a tutti che tutto nella nostra famiglia andava bene.
Il problema nasceva quando occhi estranei non ci scrutavano.
Mio padre era un orco. Picchiava mia madre quando voleva.
Io e mio fratello ci rifugiavamo spaventati nel bagno.
Quando ebbi 14 anni,quel mostro iniziò a picchiare anche me. Ogni giorno,senza motivo.
Beveva molti alcolici e tradiva mia madre.
Lei d altro canto,puliva e faceva la schiava senza ritegno,senza uscire da quella situazione. Non avrebbe mai chiesto il divorzio,la chiesa era contro.
Ma intanto quel mostro giorno dopo giorno mi distruggeva.
Un giorno poi incontrai Josh- appena dissi il suo nome Margo strinse la mia mano più forte.
-lui..mi piaceva,e stemmo insieme per un annetto.. Ma poi la cosa divenne solo una sceneggiata,lui di me voleva solo il mio corpo e io mi sentivo disgustata da lui. Stemmo insieme tre anni,ma poi quando ebbi la forza e i soldi,che mi ero guadagnata lavorando e studiano,me ne andai da quel inferno- dissi infine sorridendole.
Ora sono qui,e ho incontrato la persona della mia vita.
-hai più contatti con loro?- chiese abbracciandomi e baciandomi le guance.
-no,eccetto con mio fratello Carlo. Lo sento ogni tanto,quando può contattarmi- dissi pensierosa.
Carlo era l unico della famiglia a cui volevo bene.. Ma era appena un dodicenne,e i miei genitori non lo facevano parlare a telefono con me molto spesso. Ero la pecora nera della famiglia.
-sei così piccina..- disse baciandomi dolcemente.
-non permetterò a nessuno di farti del male- disse baciandomi ancora.
Che sensazione fantastica il sentirsi..protetti e al sicuro.
-vieni piccola- Margo mi indicò una tovaglia rossa che era sistemata a terra insieme a dei piatti e una cesta in legno.
-ho fatto preparare tutto apposta,ora mangiamo- disse sedendosi.
Mi sedetti e guardai intorno. Mi sentivo davvero piccina,era un pic nick al aperto accanto a un fiume con la mia ragazza..
Perché era la mia ragazza giusto?

Carezze sulle Ferite {In Revisione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora