Parte senza titolo 2

467 71 108
                                    

Canada,

Charlottetown.

Erano quasi le due, quando Kimberly diede una rapida occhiata al vecchio orologio alle sue spalle.

Sospirò esausta, versando del latte caldo in due tazze colme di caffè.

Avrebbe voluto collassare sul bancone, tanto si sentiva debole e stanca.

Non aveva chiuso occhio per tutta la notte, come sempre ormai da mesi a questa parte.

Tuttavia, mancava ancora un'ora per finire il turno e tornare a casa.

Il Caffè Delight, la piccola caffetteria in cui lavorava, era gestita dalla vecchia zia Dorothy e quel pomeriggio sembrava più affollata del solito.

Le ragazze del posto si riunivano li alla fine delle lezioni, per prendere del caffè e chiacchierare con le loro coetanee, mentre uomini e donne di tutte le età si davano appuntamento ai tavoli del locale, per staccare la spina dalla stressante routine lavorativa.

E pensare che fino a qualche mese prima, quel posto non esisteva nemmeno, rifletté Kimberly soddisfatta.

<Kim!>.

La voce familiare di Jim, la riscosse da i propri pensieri.

<Dimmi pure> si affrettò a rispondere lei, temendo che l'uomo l'avesse chiamata più di una volta.

L'uomo le sorrise benevolo, porgendogli poi il libretto delle ordinazioni.

Jim, l'aiutante della zia, lavorava perlopiù nel laboratorio al piano terra, e si occupava delle preparazioni di dolci e torte insieme alla vecchia Dorothy.

<Ci sarebbero dei clienti laggiù, credo che qualcuno dovrebbe prendere delle ordinazioni> l'avvertì l'uomo, per poi scrutarla in modo eccessivamente apprensivo.

Kimberly cercò di sfuggire al suo sguardo, affrettandosi ad afferrare il libriccino: odiava quel genere di occhiate, soprattutto in quel periodo.

<Qualcosa non va?> chiese l'uomo, bloccandole il passaggio tra il bancone e la saletta adiacente.

<Sto benissimo, ti ringrazio> rispose lei, sfoderando un finto sorriso.

Jim continuò ad osservarla, e lei non poté fare a meno di arrossire, incerta se quella che stesse provando in quell'istante fosse più rabbia, che vergogna.

<Sono solo molto stanca> sbottò infine, scostando l'uomo in modo da liberarsi il passaggio.

Jim non era male, le era simpatico e soprattutto era molto gentile nei suoi riguardi, ma a volte lo trovava tremendamente invadente.

Prese velocemente le ordinazioni, per poi accorgersi che anche quella giornata di lavoro fosse giunta al termine.

Si slacciò velocemente il grembiule rosa, gettandolo su una sedia del laboratorio, per poi sciogliere i lunghi capelli corvini raccolti in chignon.

Proprio in quell'istante, zia Dorothy arrivò alle sue spalle.

<Kim, tesoro! Spero che stasera non ti rintanerai ancora a casa> disse la zia, in quello che suonava più un avvertimento, che un auspicio.

Kim sorrise, alzando gli occhi al cielo, <hai forse un piano migliore?> le chiese, in tono volutamente sarcastico.

<Dico solo che una ragazza bella e giovane come te, non dovrebbe starsene tutte le sere a casa, specialmente nel week end> continuò la donna, cercando di giustificare le proprie impressioni.

Cold Caseحيث تعيش القصص. اكتشف الآن