Primo Capitolo

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24 Dicembre 2015

Esco dal piccolo appartamento chiudendomi la porta alle spalle, prendo la valigia, per dirigermi all'unico posto in cui mi reco, sempre alla stessa ora, da qui a due anni. Porto una giacca pesante di colore nero con sotto una felpa dei Rolling Stones, jeans neri attillati e infine i miei amatissimi stivaletti. Il mio sguardo finisce su tutte le decorazioni natalizie che addobbano sia le strade che le case cercando di trasmettere felicità a tutti. Ci sono bambini intenti a tirarsi palle di neve da un lato all'altro della strada senza prestar attenzione alle lamentele dei passanti. La mia macchina è ricoperta di neve, proprio come il terreno, ma prima di salire scorgo il piccolo Davis appoggiato al lato di quest'ultima. Poggio la valigia a terra e mi avvicino a lui cautamente per non spaventarlo e mi abbasso alla sua altezza.
Davis è il figlio dei miei vicini, un giorno l'ho trovato in casa mia che frugava di qua e di là tra le mie cose! Non ricordo come riuscì ad entrare ma rifilò la scusa della porta aperta. Non lo sgridai per il semplice fatto che mi ricordava lui e così prese come abitudine entrare e uscire da casa mia come se fosse sua.
"Hei Davs" lo saluto agitando la mano davanti il suo volto prima di allungare il braccio sotto le sue ginocchia per prenderlo in braccio.
"Har" ricambia il saluto con la sua piccola vocina triste che mi fa scaldare il cuore ogni volta. "Cosa ci fai qui?" Gli chiedo mentre faccio leva sui talloni per alzarmi. "Volevo darti questo, ma non leggerlo ora" afferma mostrando un piccolo sorrisino malinconico mentre la sua piccola manina scopare nella tasca del suo cappotto per tirare fuori un biglietto tutto stropicciato. "Tornerò Davs, ti prometto che verrò a salutarti" affermo con voce tremolante e cerco di sforzarmi per non piangere
"Non voglio che tu vada via, Harry."
Dice singhiozzando e poggiando la testa sulla mia spalla e circondandomi il collo con le braccine esili.
"Lo so, piccolo ometto. Ma ricorda che questo non è un addio, okay? Io tornerò ma tu devi promettermi che non piangerai più e ascolterai la tua mamma. Ti lascio le chiavi di casa mia per entrare ogni volta che vuoi." Infilo le chiavi nella sua tasca e gli strofino la schiena con la mano mentre lo sento annuire. "Ti voglio bene, Har."
"Anche io, ometto"
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Il tragitto non è molto lungo ma ogni volta mi da la possibilità di ricordare come tutto questo è accaduto...

FLASHBACK

Era seduto sul ramo di un albero, facendo dondolare le sue corte ma snelle gambe con i ricci che fluttuavano nell'aria. I suoi occhioni verdi scrutavano tutti quei bambini che correvano da un lato all'altro del cortile e urlavano con voce stridula. Non partecipava mai ad uno dei loro giochi, Harry voleva solo la tranquillità anche se in quel posto non c'era mai stato il silenzio. Tranne quando faceva lezione la Price: una donna sempre composta e severa, pronta a mettere in punizione tutti quei 'piccoli mostriciattoli', così li chiamava lei. Harry aveva sempre avuto timore per quella donna che lo degnava solo di brutti sguardi. Nessuno aveva mai rivolo la parola al ricciolino e lui di certo non avrebbe cambiato la cosa. Ma qualcuno quel giorno decise di mettere fine alla solitudine di Harry.
Era arrivato saltellando e agitando la cartella di qua e di la, i suoi capelli erano castani e a forma di scodella sulla testa, i suoi occhi erano di un azzurro che Harry stentava a credere fossero reali. Si era fermato al centro del cortile mentre gli altri si erano chiusi a cerchio attorno a lui facendo mille domande al liscio. Nessuno di loro riuscì ad avere l'attenzione del nuovo arrivato perché il suo sguardo era rivolto ad Harry che intimidito di era nascosto dietro il tronco dell'albero. Harry sussultò quando vide i due occhioni celesti proprio di fronte a lui ed il sorriso smagliante.
"Ciao! Io sono Louis e tu?" Domando il bimbo quasi urlando con la vocina squillante proprio come quella di una femminuccia. Harry stentava a crederci che proprio il nuovo arrivato gli rivolse la parola contro ogni sua aspettativa rispose balbettando "Io s-sono H-harry"
Louis iniziò a parlare a raffica sul bel nome e suoi capelli dell'altro, saltellando sul posto, ed Harry riuscì a pensare solo a quanto fosse bello anche se non stava mai fermo, al contrario di lui.

//E tutto questo iniziò quel pomeriggio alle 16:30//

FINE FLASHBACK

Sospirò scuotendo la testa e strofinandosi gli occhi assonnati ma poi sfoggiò un grande sorriso ricordando della bella sorpresa che aspettava a Louis. Già, perché oggi il liscio avrebbe compiuto 18 anni.
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Busso alla porta dell'istituto dondolandomi suoi talloni, subito dopo sento la serratura che viene sbloccata e poi vedo Rose davanti a me nel suo camice da lavoro. Lei è una delle donne più gentili e amorevoli che io abbia mai conosciuto. Mi ha praticamente cresciuto e si è sempre preoccupata per me. Pur avendo una certa età il suo viso  è sempre bello e trasmette tranquillità.
"Ciao Rose" esclamo abbracciandola velocemente ed entrando dentro mentre con una mano mi scuoto i capelli con una mano. Lei mi guarda in modo dispiaciuto e io le rivolgo uno sguardo interrogativo prima di proseguire e non darle molto peso. Quasi corro verso la stanza di Louis ma all'interno trovo solo il letto intatto, tutti i suoi oggetti scomparsi, anche l'armadio è vuoto. Poi mi giro sorridendo e vedendo Rose sulla porta.
"È uno dei suoi scherzi vero? Ha già preparato tutto per venire via con me?!" Le domando quasi divertito ma cambio subito espressione quando la vedo scuotere la testa.
"Dov'è Louis, Rose?"
"È andato via."
Le sue parole mi fanno tremare e sento il cuore perdere dei battiti, la mia vista diventa annebbiata per via delle lacrime. Non può essere così. Louis non sarebbe mai andato via senza di me, l'aveva promesso. Scuoto la testa velocemente cercando di convincermi che non è la verità e che Louis è qui da qualche parte che mi aspetta con una valigia tra le mani.
"Non è vero!" Quasi le urlo contro.. "Questa mattina ha firmato i moduli per uscire, ha diciotto anni e noi non potevamo impedirgli di fare nulla. Mi dispiace", esco di corsa da quella camera vuota che mi riporta alla mente solo bei ricordi che fanno solo male in questo momento
"Harry! Vieni qui." sento la voce della donna quasi sfumata in lontananza che cerca di fermarmi. Esco in giardino, evitando gli sguardi dei bambini che mi guardano curiosi per via del mio aspetto, e mi avvicino al nostro albero crollando ai piedi di esso.
È da due ore che sono seduto sotto questo albero con lo sguardo perso nel vuoto e la mente che fluttua nei ricordi. Non ho la forza di alzarmi ma sono obbligato a farlo dato che non posso rimanere ancora qui per molto. Rivolgo un ultimo sguardo a Rose che cerca di avvicinarsi per parlare ma quasi corro via uscendo da quel posto. Salgo in macchina sbattendo la portiera e iniziando a guidare. Le mie guance sono ancora rigate dalle lacrime ma ora poco importa. Non ho la più pallida idea di dove andare o cosa fare ma sto guidando e questo è un inizio. Cerco di pensare ai posti in cui potrei trovare Louis ma sono ormai le 18:00 e potrebbe essere ovunque.

SPAZIO AUTRICE

Ed ecco il primo capitolo! Cosa ve ne pare? Spero vi piaccia.
Louis è davvero andato via? Harry cosa farà?
Forse è corto come capitolo, ma vi prometto che gli altri saranno più lunghi.

Baci
Lu.

Belong to oneself.Where stories live. Discover now