Prologo

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N.B: Questa storia non parlerà di lupi mannari.

* * * * *

8 anni fa

A quel ragazzino erano sempre piaciuti i boschi. Forse era dovuto all'odore pungente dei pini che gli invadeva le narici o forse al leggero scricchiolio prodotto dalle foglie ogni volta che le calpestava. Qualunque fosse il motivo, lui non si stancava mai di passeggiare per i sentieri irregolari di quel luogo silenzioso e solitario.

Proprio per questo, quella mattina, quando si accorse di essere in ritardo per scuola, decise di accorciare il percorso tagliando per il bosco.

Non poteva chiedere di meglio. Il panorama riusciva sempre a migliorare l'umore nero che lo assaliva tutte le mattine a causa della scuola.

Quindi con in spalla il suo zainetto dei Pokemon e la giacca a vento blu scura, si addentrò nel bosco, fischiettando il motivetto di un Jingle pubblicitario.

Quel giorno il cielo era coperto di grigi nuvoloni e l'aria era impregnata di un leggero sentore di pioggia, cosa che fece rammaricare il piccolo ometto. Non aveva portato con sé un ombrello.

A causa di quel tempaccio, l'atmosfera all'interno del bosco gli sembrò molto più cupa e minacciosa del solito. I rami spogli degli alberi producevano sul terreno delle ombre spettrali, che al bambino sembrarono grossi artigli pronti ad afferrarlo da un momento all'altro. La sua immaginazione era particolarmente sviluppata - dopotutto, aveva solo nove anni.

Nonostante la sensazione di disagio che lo aveva improvvisamente assalito, il ragazzino non si fece scoraggiare e continuò ad avviarsi dentro il bosco, stringendo la cinghia dello zaino con entrambe le mani. Una leggera brezza si alzò, facendogli scompigliare i ricci capelli biondi.

Proprio mentre stava scavalcando il grande tronco d'albero rovesciato dov'era solito sedersi, un suono agghiacciante risuonò in lontananza - facendolo fermare di scatto. Il cuore iniziò a battergli furiosamente nel petto.

Tese le orecchie e trattenne il respiro, pronto a cogliere ogni minimo rumore, per assicurarsi che non fosse stato solo frutto della sua immaginazione. Ma poi lo sentì di nuovo: un ululato.

Aveva sentito diverse storie riguardanti i lupi che popolavano quella zona, ma le aveva sempre considerate storielle dell'orrore che i bambini si raccontano tra loro durante la notte di Halloween. Niente che potesse essere preso sul serio. D'altronde, lui non ne aveva mai visto uno, e passava la maggior parte del suo tempo a gironzolare nel bosco.

Ma il suono era inconfondibile e, dopo averlo sentito per la terza volta, si convinse che non era affatto frutto della sua immaginazione.

Avrebbe dovuto avere paura, scappare a gambe levate - ma c'era qualcosa in quel verso che lo scombussolò inspiegabilmente. Non era il solito ululato aggressivo e intimidatorio che era solito sentire nei documentari sui lupi, sembrava più un lamento, come se l'animale stesse provando un dolore mai sentito prima. Era il suono più straziante e malinconico che avesse mai sentito.

Un altro suono rimbombante fece tremare l'intera area circostante - un suono molto diverso dal precedente. Uno sparo.

Senza nemmeno pensare a quello che stava facendo, il ragazzino iniziò a correre il più velocemente possibile verso il punto da cui provenivano quei suoni. Le suole delle scarpe che battevano furiosamente sul terreno amplificarono il leggero sfrigolare delle foglie, mentre le penne all'interno del suo zaino iniziarono a tintinnare. Qualcosa più forte di lui lo stava spingendo in quella direzione.

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