Chapter 12

45 3 0
                                    

"Katniss: Consigli finali?

Haymitch: Restate vivi."

da Hunger Games, S. Collins



"E' proprio quando si crede che tutto sia finito, che tutto comincia"

Daniel Pennac



"La morte è una realtà. Veniamo, andiamo... prima si muore, meglio è! E' tetro come l'inferno qui."

Damon Salvatore, The Vampire Diaries




Il giorno in cui sarebbero stati gettati nell'Arena, i tributi furono svegliati presto. Un paio di hovercraft sembrarono materializzarsi in cielo come per magia e una scaletta si snodò dalle pance dei veicoli. Tyler e Katherine salirono sul primo dei due hovercraft, seguiti da Cinna, mentre il secondo era per Peeta, Norman e Portia.

Non appena furono tutti saliti e il ventre degli hovercraft si richiuse, due donne in camice bianco si avvicinarono ai tributi. Li invitarono a stare il più fermi possibile ma per Norman fu impossibile trattenere un gemito mentre la donna gli infilava l'ago sotto la pelle e inseriva il localizzatore metallico.

Fecero colazione e dopo circa quaranta minuti di volo i finestrini si oscurarono.

«Ci stiamo avvicinando all'Arena» osservò Cinna con una nota di apprensione nella voce.

I due hovercraft atterrarono e i tributi e i loro stilisti furono calati in un tubo metallico che portava alle catacombe sotto l'Arena.

Cinna accompagnò Tyler e Katherine alla loro Camera di Lancio e lo stesso fece Portia con Peeta e Norman. Poi arrivarono i pacchi con i vestiti, tutti uguali per tutti i tributi. Aperti i pacchi, i loro unici indumenti si rivelarono essere una tuta aderente al corpo che copriva dal collo alle caviglie, leggera ma impermeabile e termica, per trattenere il calore del corpo. Le scarpe erano leggere, con la suola in gomma e sarebbero potute essere perfette per scalare una montagna come per nuotare in un lago.

Katherine si aggiustò meglio l'anello solare al dito e dopo un po' una voce femminile invitò i tributi a prepararsi per il lancio. Tyler e Katherine, così come Norman e Peeta e tutti gli altri tributi, si posizionarono sulle piastre metalliche circolari. I tributi sorrisero senza gioia, per l'ultima volta, ai loro stilisti e poi dei cilindri in vetro calarono su di loro. Cominciarono a salire e per qualche secondo rimasero totalmente al buio finché la luce del sole li investì e le piastre metalliche li spinsero all'aria aperta.

«Signore e signori, che i settantaquattresimi Hunger Games abbiano inizio!» tuonò la voce di Claudius Templesmith, l'annunciatore di Panem per gli Hunger Games.

I tributi ebbero sessanta secondi di conto alla rovescia per studiare ciò che avevano intorno. Tre diversi paesaggi in tre diversi spicchi si dipartivano dalla Cornucopia dorata, alta almeno sei metri. I tributi erano riuniti a cerchio intorno ad essa; alcuni, al di là della piastra metallica su cui si trovavano, avrebbero calpestato il suolo sabbioso di una spiaggia e se si fossero voltati, alle loro spalle avrebbero trovato solo il mare aperto e quella che sembrava un'isola tropicale stagliarsi lontana sull'orizzonte. Altri invece, si trovavano sul fogliame secco di un sottobosco e i pini e le latifoglie ondeggiavano placidi al vento. Il terzo spicchio era una città di pietra, con le vie strette ed acciottolate e le case a due piani che parevano disabitate da tempo.

The last challengeWhere stories live. Discover now