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Prendiamoci un momento per ammirare la rara bellezza di questo ragazzo. Vi migliorerà la giornata.

L'arte va apprezzata.

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Continuavo a leggere il grosso libro che avevo davanti, cercando di comprendere tutte le parolone sparse qua e là nella pagina e i loro rispettivi significati, ma non avevo nessun interesse nello studiare quella dannata materia considerata-- da me-- piuttosto inutile.

Sbuffai per l'ennesima volta e decisi di distrarmi un pò. Così alzai lo sguardo dal libro e cominciai a guardarmi attorno: fuori dalla finestra il tempo era abbastanza nuvoloso e la gente camminava lungo il marciapiede con una inspiegabile fretta. All'interno i i tavoli del bar erano quasi del tutto vuoti, non si poteva dire lo stesso del bancone degli alcolici che sembrava fosse l'unica cosa che attirasse quegli abituali clienti, potevo anche vedere Harry affaticarsi per preparare i drink richiesti da quegli ubriaconi.

Lo osservai ancora un pò, rapito dalla maestria con cui faceva ruotare gli alcolici per poi versarli nel bicchiere con qualche fetta di lime. La sua espressione era seria e concentrata, la fronte aggrottata e gli occhi puntati sul bicchiere. I suoi gesti erano veloci e sicuri, i suoi ricci si muovevano con loro, sembrando incredibilmente morbidi e leggeri. Ogni tanto qualche ciocca gli copriva la visuale ma lui con un rapido gesto della mano li riportava indietro e continuava a fare il suo lavoro.

Non seppi per quanto tempo lo scrutai attentamente, fatto sta che il caffè che avevo davanti adesso era freddo e i tavoli accanto a me si erano riempiti mentre il bancone si era quasi del tutto svuotato.

Stupido barista che attirava l'attenzione.

Con uno sbuffo ritornai al mio libro e cercai questa volta di metterci più impegno nel capire almeno mezza frase.

Il perché ero venuto lì a studiare era un mistero. Forse ero solo un povero masochista che voleva essere brutalmente umiliato ancora una volta.

Sicuramente non ero venuto qui per Harry.

Assolutamente no.

Forse il suo carattere docile e comprensivo poteva avermi intrigato un pochino, ma no. Non ero venuto qui per lanciargli segretamente delle occhiate mentre preparava degli stupidi drink e osservare la sua stupidissima maglietta bianca che si alzava quando prendeva gli alcolici nella parte più alta delle mensole, rivelando la pancia piatta e degli strani tatuaggi, incomprensibili a quella distanza.

Ero ancora arrabbiato con Harry per essersi preso gioco dei miei sentimenti e non sapevo neanche cosa diavolo ci facevo nel locale dove lui lavorava, con il rischio di essere visto e magari essere preso per un tipo incoerente. Insomma prima lo cacciavo di casa, intimandolo minacciosamente di andare via, e poi venivo nel suo posto fottuto posto di lavoro come se niente fosse successo.

Era come se mi stessi aspettando qualcosa da lui, un'altra sua mossa. Qualsiasi cosa.

Che diavolo stavo pensando, ero per caso uscito fuori di testa?

Notai con mio dispiacere che mi stavo deconcentrando-- di nuovo-- e roteai gli occhi esausto.

Quel locale era solo uno stupido luogo che distraeva, era stata una pessima idea.

Raccolsi le mie cose e mi alzai dalla sedia, affrettandomi ad uscire senza farmi vedere. Ero a pochi passi dalla porta di vetro che mi divideva dalla libertà quando sentì una voce dietro di me chiamarmi.

Strizzai gli occhi per un breve momento e strinsi le labbra in una stretta e dura linea. Mi voltai lentamente, assumendo un'espressione tranquilla e apparentemente calma.

The Barman ➼ Larry FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora