Parte 7: Luca Pascali

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Dopo aver salutato il signor Johnson e Letitia, Aleksei aveva sentito il bisogno improvviso di insinuarsi nella mente di Eveline. Veronika gli aveva accennato che la piccola Ev non era abituata ai tacchi e che aveva i piedi doloranti, così aveva pensato che se le avesse fatto un massaggio ai piedi, dannatamente piccoli e graziosi che si ritrovava, lei lo avrebbe adorato. O almeno, avrebbe smesso di ripugnarla. Aveva detto qualcosa come: "Ho la nausea". Sapere che lui la disgustava sino a quel punto l'aveva inaspettatamente ferito. Voleva rimediare, ma quando entrò nella sua camera da letto in penombra, vide che lei stava dormendo. Anzi, stava fingendo di dormire. Lui la trovava tenera, stesa nel letto con un braccio sullo stomaco ed uno poggiato sulla bocca. Le aveva accarezzato i capelli e si era spinto a baciarle la fronte. Per un istante aveva percepito un fremito. Eveline stava tremando. Gli aveva solo fatto credere di stare dormendo. L'aveva fottuto. Nessuna donna aveva mai fottuto Aleksei Volkov. Sorrise al pensiero e guardò fuori dal finestrino, poggiandovi sopra la testa.

-Cos'hai tanto da sorridere, Aleksei?- ringhiò Ruslan -Hai combinato un disastro. Ti avevo detto che dovevi sedurre Letitia e tu cosa fai?- domandò aggressivo -Tu cosa cazzo fai, Aleksei? Fai il cascamorto con entrambe? Ti avevo detto chi avrebbe ereditato l'azienda, non è vero? Eppure, tu hai voluto fare di testa tua, come al tuo fottutissimo solito!- gridò l'uomo, completamente fuori di sè, facendo sobbalzare la moglie. -Se tu avessi fatto come ti avevo detto, probabilmente ora staremmo dormendo tutti in quella casa. Ed io e tua madre ci saremmo domandati se saresti andato in camera sua.- Veronika rise, guadagnandosi un'occhiataccia dal marito. -Cos'hai da ridere, anche tu?- le domandò sempre più furioso.

-Mi fa ridere il tuo atteggiamento, Ruslan. Sai bene com'è fatto Aleks. Neppure tu ti aspettavi di trovare una sorella così carina, in quella casa.-

-Può essere carina, può essere bella, può essere la figlia di Matthew; ma non avrà in eredità l'azienda di famiglia. L'avrà Letitia, perciò è lei che Aleks deve sposare.- stavano discutendo del futuro del ragazzo, come se lui non ci fosse. -Ma tuo figlio ha preferito metterci tutti nella merda!- gridò

-Smettetela, cazzo!- si intromise Aleks -Eveline è una ragazzina, non è neppure maggiorenne; non potrei sposarla. Quindi, di cosa ti preoccupi? Non ho fatto il cascamorto con nessuna delle due, è il mio carattere. Sono stato educato e sono andato a darle le buonanotte, tutto qui. Sono sicuro che Letitia apprezzerà il mio gesto verso sua sorella.-

Le sue parole sembrarono tranquillizzare Ruslan, ma non tranquillizzarono affatto Veronika.
Lei li aveva colti sul fatto, anzi aveva colto lui sul fatto. Era stato lui ad imprigionarla fra le sue braccia, lui le aveva sfiorato il collo, lui l'aveva sfiorato con le labbra. E, maledizione, lui aveva voglia di farlo di nuovo! Sapeva che Eveline aveva solo diciassette anni, non avrebbe mai potuto averla; eppure non riusciva a non smettere di sfiorarsi le labbra con le dita, come se stesse sfiorando la sua pelle vellutata. Per un momento, le sue gambe avevano ceduto e lui si era aggrappato ad Evy come se fosse la sua ancora di salvezza, l'unica che avesse potuto evitare la sua caduta. Strano pensare che una ragazzina gli avesse fatto un tale incantesimo. Forse, il suo potere si era sprigionato dai lunghi capelli castano chiaro, quando li aveva stretti delicatamente fra le mani e poi slegati. Era meravigliosa con quello chignon, ma con i capelli sciolti e quel vestito bianco... sembrava uscita da un sogno erotico. Per la precisione, il suo primo sogno erotico a soli dodici anni, molto vivido nella sua mente: una donna con l'abito bianco ed i lunghi capelli castano-rosso che si crogiolava nel suo abbraccio e mugolava il suo nome. Si sfregò le mani sulle cosce, nervoso. No, no, no. Doveva smetterla, subito.
Aleksei non si sarebbe mai aspettato che la donna in quel sogno di tanti anni fa, sarebbe stata la sorella della donna che doveva sposare. Per fortura, quello fu solo un sogno, un meraviglioso sogno. Ma tale doveva restare. Non importava quanto la desiderasse, perché, maledizione, la desiderava. Il ricordo del suo profumo alla pesca gli faceva fluire il sangue in un'unica direzione.
No, no, no! Doveva smettere di pensare a lei, doveva smettere di fantasticare su una bambina. Quello che aveva fatto, lo aveva fatto solo per dimostrare qualcosa. Per dimostrare a se stesso di essere in grado di conquistare chiunque. Lo aveva fatto per questo, sì. Strinse forte i pugni e alzò lo sguardo su Veronika che lo guardava di sottecchi. Ogni madre si accorge quando un figlio ha qualcosa che non va, lei se ne sarebbe accorta di sicuro. E come non avrebbe potuto, dopo la scena a cui aveva assistito? Veronika gli sorrise, consapevole del corso che stavano prendendo i pensieri del figlio. Aleksei provò a ricambiare il sorriso, ma parve più una smorfia. Così, riprese a scrutare il paesaggio fuori dal finestrino.

Amore Criminale Where stories live. Discover now