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Quel giorno Lynette non scese alla solita fermata dell'autobus davanti a scuola.

Quel giorno arrivò fino al capolinea e camminò per un quarto d'ora.

Il grande cancello arrugginito era ancora chiuso, ma lei scavalcò il recinto e continuò la sua camminata verso quella che era la sua vita passata.

I suoi piedi si bloccarono appena davanti alla lapide bianca. I nomi dei suoi genitori erano scolpiti sul freddo pezzo di roccia. Le loro foto erano incorniciate e appiccicate sopra la lastra di marmo. I loro volti sorridenti. I loro occhi lucidi. E i loro denti, perfettamente bianchi, in evidenza.

Cadde a terra esausta, nonostante non avesse fatto molto.

Erano passati sei anni. Sei anni da quando quel maledetto aereo diretto a Melbourne, a causa di un malfunzionamento dei motori, si era schiantato al suolo causando una quarantina di morti. Inclusi i genitori di Lynette.

Non versò nessuna lacrima, non che fosse insensibile, ma aveva finito di piangere tempo fa.

Un rumore la fece sobbalzare. Si girò e trovò una figura coricata su una tomba, appena dietro di lei. Magari anche quella persona aveva perso qualcuno a lui caro quel giorno.

La figura alzò lo sguardo verso la mora. Gli occhi gonfi e pieni di lacrime.

Era un ragazzo. I capelli scuri e ricci tenuti fermi da una bandana nera. Il busto fasciato da una maglia dei Misfits.

Era bello, di una bellezza indescrivibile. Nonostante gli enormi occhi rossi e il viso leggermente sporcato di terra, quel ragazzo era bello e aveva un viso conosciuto.

Sentì le guance tingersi di rosso poiché quello sguardo la metteva in soggezione, così ritornò a fissare la foto allegra dei suoi genitori.

Rimase lì, immobile, priva di forze, davanti alla lapide incolore. Il vento soffiava violento e freddo contro il suo viso. Gli occhi secchi e il naso freddo.

***

Quel giorno Fletcher non lasciò nessun biglietto nell'armadietto di Lynette.

Quel giorno era un giorno disastrato anche per lui.

Charles Bukowski's phrases; afi {completa}Where stories live. Discover now