Prologue.

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-Hey, Gee!-

Grugnii, senza premurarmi d'aprire gli occhi o di ricompormi almeno un briciolo.

Tanto, ad ogni modo, non ce n'era nemmeno bisogno, sarei stato in grado di riconoscere quella voce tra mille altre.

-Che vuoi adesso, Mikey?- Domandai, spazientito.

Di colpo, percepii il lato destro del divano su cui ero seduto sprofondare sotto quello che doveva essere il peso di mio fratello. Sbuffai. Iniziava ad irritarmi non poco il fatto che Mikey avesse preso la seccante abitudine di fare irruzione in casa mia senza darmi un minimo di preavviso e senza averne il permesso.

-Allora fratellone, come va con l'album nuovo, mh? Già scritto qualche pezzo record?- Domandò, avvolgendomi le spalle con un braccio. Strizzai un poco le palpebre, serrando la mascella, per poi rilasciare un lungo sospiro.

Oh, si divertiva così tanto.

Sapeva perfettamente quanto fossi poco produttivo di quei tempi. Ero bloccato, ed oltre ad essere estremamente snervante, era anche lievemente umiliante.

-Come se tu già non sapessi la risposta.- Borbottai, aprendo finalmente gli occhi e squadrandolo da capo a piedi, per poi lasciare che il mio sguardo si posasse sul portatile posto sul mio grembo, sulla pagina bianca e sulle mie dita lasciate inanimate sulla tastiera, in attesa che presto o tardi il mio cervello si decidesse ad impartire loro ordini.

Non che ce ne fosse la benché minima speranza, ad ogni modo.

Ero finalmente giunto alla conclusione che la mia carriera era ormai arrivata ad un punto morto. Finita. Addio. Bye bye.

Avevo perso la scintilla.

Non che l'avessi mai avuta, la scintilla, ma si fa per dire. Un tempo quanto meno fingevo d'averla.

Mikey sbuffò, alzando gli occhi al cielo. -Quindi una merda, mh? Speravo nelle ultime ventiquattr'ore avessi fatto progressi, sai.-

Oh, se solo le occhiate fossero state in grado di uccidere. O, per quel che valeva, provocare gravi danni fisici.

Volevo bene a mio fratello, ovviamente, tuttavia suppongo ci provasse fin troppo gusto nel sapermi in difficoltà.

Ridacchiai piano, scuotendo la testa. -Lo speravo anche io, eh.-

Presi a tamburellare sulla tastiera uno dei tanti motivetti che avevo in mente, troppo banale e scontato per poter essere utilizzato sul serio.

Venni però bruscamente interrotto quando Mikey afferrò con un gesto rapido il mio portatile e lo posò sul tavolino da caffé posto davanti al divano.

Dopodiché, incrociò le gambe, voltandosi del tutto verso di me, poggiandomi le mani sulle spalle.

Sgranai gli occhi.

Oh, no, conoscevo quella posa, così come conoscevo quello sguardo.

Era la posa che diceva "io e te ora faremo un bel discorsetto da fratello a fratello, che tu lo voglia o meno, quindi preparati, Gee", e la cosa non mi estasiava affatto. Anzi, tutto il contrario, oserei dire.

-Allora, come stai?- Esordì, e per un attimo mi presi la libertà di tentare di capire se quella fosse una domanda retorica o meno.

Oh, no, faceva sul serio.

Per quanto palese fosse che non stessi una meraviglia, faceva sul serio.

-Perchè me lo chiedi?-

Lui scrollò le spalle, guardandomi con un accenno di preoccupazione.

-Vedi, sono preoccupato per te, diciamo. Non penso tu stia esattamente bene. Voglio dire, insomma, prima Lindsey, poi il calo di vendite, e ora questo blocco...-

Choose a Girl. (Frerard)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora