CAPITOLO 12

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La scuola aveva un aspetto diverso, anche se probabilmente ero io ad avere una prospettiva diversa.

Era da poco più di un'ora che iniziava a vedersi qualcosa, prima solo i lampioni illuminavano la città.

"Quindi non avete dormito?"

La voce squillante di Stephanie mi riportò alla realtà e Connor le spiegò per l'ennesima volta che no, non avevamo dormito. Eravamo rimasti tutta la notte fuori. Non mi era mai successo prima d'ora e sebbene avessi gli occhi che quasi si chiudevano da soli per il sonno, ero felice come non mai.

Era strano essere ancora con loro, era la prima volta che scendevano alla mia fermata piuttosto che a quella prima, però in fondo non mi dispiaceva.

"La prossima volta voglio venire pure io, però col cavolo che il giorno dopo si viene a scuola." Propose mentre tirava fuori dallo zaino un pacchetto di sigarette offrendocele, io rifiutai mentre Connor ne prese subito una.

"Come mai non sei a farti Luke?" Gli chiese mentre con l'accendino accendeva la sigaretta.

"In realtà mi ha detto proprio lui di aspettarlo qui davanti."

"E te ovviamente dovevi obbligare anche me a scendere qui."

Ecco scoperto il motivo per cui erano scesi a questa fermata, pensai tra me e me.

"A chi avrei dovuto chiedere? Alla tua ragazza?"

"Io e Lucy non stiamo insieme." Spiegò seccato, non credo fosse la prima volta che qualcuno glielo domandava, e di certo non sarebbe stata l'ultima visti i baci che si davano sull'autobus.

"Scherzavo tranquillo, comunque a lei non l'ho chiesto perché è pettegola, ad Alex nemmeno perché altrimenti Luke sarebbe stato geloso e gli altri stavano parlando fra di loro, l'unico libero eri te, quindi non rompere." Così dicendo gli lasciò un sonoro bacio sulla guancia, per poi girarsi verso di me e sorridere.

"La prossima volta chiederò a Rachel, sembra la più simpatica qui."

Bisbigliai sottovoce un "grazie", ma non credo che Stephanie lo sentì, anche perché si voltò subito dopo verso sinistra, dove si trova un gruppetto di ragazza che rideva e, a tratti, ci osservava.

"Chi sono?" Le chiesi sottovoce.

"Le troiette della quarta, mi odiano."

"Hanno un bel culo almeno." Ammise Connor osservandole bene.

"Smettila di guardare loro, hai due bellissime ragazze qui con te." Lo rimproverò Stephanie e io non potei far a meno che ridere, mi piaceva davvero tantissimo stare con lei, non pensavo fosse così simpatica. In fondo, avrei voluto essere proprio come lei.

"Entrambe fidanzate." Aggiunse sottovoce Connor, osservando le nuvole sopra di noi.

Stavo per dirgli che si sbagliava ma poi mi ricordai di Eddy, anche se per ora non eravamo stati molto bravi a fingerci una coppia, non ci eravamo ancora lasciati perciò, ancora per un po', avrei dovuto fingere di non essere single.

Superammo quelle ragazze e poi ci fermammo davanti al cancello, notando che mancavano ancora cinque minuti alla campanella. Con la coda dell'occhio cercavo Miranda, ma non riuscivo a trovarla da nessuna parte.

"Non sono mai arrivata in anticipo." Confessò Stephanie mentre mandava un messaggio al suo ragazzo per comunicargli di muoversi.

Sentii qualcuno scontrarmi e, quando mi girai per vedere chi fosse stato, mi trovai di fronte mio fratello.

Mike, Federic, Eva e Milly... Mi ero completamente scordata di loro! Ero scappata di casa senza avvertire. Infatti non avevo nemmeno la borsa con i libri, avevo soltanto un vecchio zainetto che mi aveva prestato Connor e dei suoi vecchi libri, per fortuna alcuni li avevamo in comune, altrimenti mi sarei presentata alle lezioni solo con fogli svolazzanti.

"Buongiorno sorellina."

Mike mi prese per il braccio, obbligandomi a fermarmi e attirando l'attenzione anche degli altri due.

"Sei suo fratello?" Chiese Stephanie e lui annuì, tornando a porgere la sua attenzione su di me, era furioso.

"Che cazzo di fine avevi fatto?"

Volevo urlargli di non prendersela con me, di non sgridarmi e di lasciarmi in pace, ma l'unica cosa che riuscii a fare fu girarmi verso Connor e, non appena i nostri sguardi si incrociarono, mi avvicinai a lui per cercare rifugio tra le sue braccia. Non mi importava cosa avrebbe potuto pensare in quel momento, ne avevo bisogno

"Intanto non urlare, non vorrai mica fare una brutta figura e farla fare anche a tua sorella, no?"

Stephanie prese il controllo della situazione, scansandomi impedendomi di abbracciare Connor e mettendosi faccia a faccia con Mike. La ammiravo sempre di più.

"Nessuno ti ha chiesto niente, non intrometterti."

"Vattene." Disse semplicemente lei, in tono freddo e piatto.

"Devo parlare con mia sorella."

"In questo momento lei non vuole. Comunque guarda c'è Cindy che sta camminando dietro di te, perché non vai a parlarle? Magari questa volta non ti rifiuterà."

Lui si paralizzò, passando poi lo sguardo ad ognuno di noi per poi tornare su Stephanie.

"Stronza."

La parola uscì quasi come un leggero bisbiglio, ma tutti e tre riuscimmo a sentirla. Mike non aggiunse altro e prima di peggiorare la situazione ci diede la schiena e si allontanò, dal lato opposto della scuola però.

In quel momento suonò la campanella facendoci sussultare. Connor superò me e Stephanie entrando a scuola senza dire una parola, non ci stavo capendo più nulla. Avevo forse fatto qualcosa di sbagliato?

"Odia avere a che fare con Mike." Mi spiegò Stephanie, appoggiandosi al muretto per aspettare Luke.

"Grazie, davvero. Non so cosa avrei fatto se te non ci fossi stata."

"Di nulla, aiuto sempre le persone che mi stanno simpatiche." Le sorrisi e poi entrai a scuola, ancora incredula dalle sue parole. Come facevo a starle simpatica se ero stata praticamente zitta?

Superai alcuni studenti del primo anno che si spintonavano per gioco e mi avviai verso la mia classe, ansiosa di raccontare tutto a Miranda. Era la prima volta che avevo davvero qualcosa di interessante da confessarle.

Girai l'angolo e me la trovai di fronte, agitata e preoccupata.

"Mi spieghi dove sei stata? Ero preoccupata."

"Scusa, ieri sera è successo un casino e..."

"Sei scappata di casa, sì lo so, me l'ha detto Mike."

La guardai stupita, da quando quei due si parlavano?

"Che c'è?" Mi chiese notando la mia perplessità.

"Come mai ci hai parlato?"

"Non ci ho parlato io, è venuto lui a casa mia questa mattina pensando che fossi da me. Era davvero preoccupato, fidati. L'ho fatto entrare e abbiamo parlato, mi ha spiegato che tuo padre voleva chiamare la polizia e lui ti ha coperto, inventando un pigiama party improvvisato a casa mia e scusandosi perché non l'avevi avvisato. Tuo padre per fortuna gli ha creduto."

"Davvero?"

"Sì Rachel."

Non riuscivo a credere alle sue parole, non mi sembrava vero che Mike potesse preoccuparsi così tanto per me, di solito mi ignorava o mi rispondeva male.

Sembrava tutto così diverso dalla realtà, mi sembrava di sognare dal giorno prima.

Le cose stavano cambiando e con loro probabilmente anche io.

Il Mio Sogno Sei TuWhere stories live. Discover now