26 Ritornando a casa

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Doveva sempre essere un tira e molla fra lei ed Ettore?

Non ce la poteva più fare.
Sapeva che era stata maggiormente colpa sua la causa del litigio, ma anche lui ci aveva messo del suo.

'Se ti piace lui dimmelo!' Aveva detto.

Perché? Perché quella domanda? Perché non aveva detto niente, invece lei?
Lei era sicura che Ettore le piacesse, ma Mattia, cosa provava veramente per lui?

Sbuffò, troppi pensieri, troppi.
Si stese su letto nascondendo la sua faccia nel cuscino cercando di soffocare i pensieri.

Si sentì sfiorare una spalla, si girò e vide Milena: era in lacrime.

"Ehi che c'è?" Le chiese subito Anna.

Lei singhiozzò:" mi sento in colpa, tutto quello che ti è capitato doveva succedere a me, non a te"

"Ma cosa stai dicendo? Tu sei proprio l'unica persona che non ha colpa, qua"

"Dovevo esserci io al posto tuo, ora tu non saresti qua"

"Non ci dovrebbe semplicemente essere nessuno al posto mio, ok? Né te né io né nessun altro. Adesso vieni qui" disse aprendo le braccia "non piangere"
Le due ragazze si abbracciarono.

"Anna, vorrei essere come te"

Lei l'allontanò da se e la guardò bene negli occhi:" cosa, scusa?"

"Sì, tu sei così forte, riesci a superare tutto e hai sempre la soluzione pronta e poi, una persona più sincera di te non l'ho mai conosciuta"

Ad Anna venne da ridere. Di tutto quello che aveva detto non c'era neanche una cosa vera. Strano come la gente si immagini bella la tua vita.

"No, no non lo vorresti"rise di nuovo lei.

"Perché no? Non è così?"

"No, per niente, 1) non ho mai la soluzione pronta, anzi 2) se c'è una persona debole quella sono io e 3)...."

"E 3)?"

"La verità diciamo che fa parte del 60% della mia vita"

"C'è qualcosa che devi dirmi, Anna?"

"No, a te ho detto sempre la verità, giuro" disse baciandosi le dita incrociate.

"Bene, perché se no non sai cosa ti sarebbe successo" scherzò "be, ora vado che al bar non c'è praticamente più nessuno: Michele è sempre con quella tua amica, gli altri che ci lavorano fanno i turni tra di loro e Mattia è sempre qua da te, e quando non c'è non si sa dove abbia la testa" sospirò.

Che cosa turbava ancora quel ragazzo?

Si salutarono e Milena la lasciò da sola.

Dopo pochi minuti sentì un battere ritmico sulla finestra, si girò  e non vide niente, anche perché era al terzo piano. Così si alzò da letto e si avviò dalla finestra, guardando giù vide una massa di capelli ricci: era Mattia. Sorrise.

"Ma cosa ci fai lì?" Chiese

"Volevo sapere se era libero oppure se c'era ancora il bulldog" disse riferendosi ad Ettore.

Lei fece finta di guardarsi in torno circospetta e poi gli fece segno di venire.

Quando entrò in camera risero per la strana scena di prima.

"Poco fa è venuta tua sorella, mi ha detto che non vai più a lavorare al bar, perché?"

"È un periodo che non ne ho voglia, so che le sto lasciando tutto quel peso sulle spalle ma..."

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