Capitolo 18- Nightmare

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Non credeva alle sue orecchie o ai suoi occhi.

Stava per caso immaginando tutto?

"Ripetilo" riuscì a mormorare dopo pochi secondi in cui il suo cervello non aveva fatto altro che ripetere le stesse parole e la stessa immagine come un disco rotto.

"Ripetilo" affermò di nuovo.

"Cosa?" chiese Louis, sollevando lo sguardo e incrociandolo il suo. "Che amo il tuo sorriso?"

"Ami sul serio il mio sorriso?"

Louis in risposta alzò gli occhi al cielo evidentemente un po' scocciato, ma poi un piccolo sorriso si fece largo sulle sue labbra, riducendo il povero cuore di Harry ad una piccola palla di neve esposta al sole.

"Amo il tuo sorriso" confermò, distogliendo poi l'attenzione per sistemare meglio la tela sul cavalletto e afferrare alcuni pennelli di diversa dimensione. "Quando vuoi possiamo iniziare" concluse.

Harry annuì imbarazzato a morte e si guardò attorno per cercare una qualsiasi distrazione. Si sentiva leggermente fuori posto e non capiva perché il suo cuore stesse ancora palpitando in quel modo o perché nel suo stomaco fosse in corso la terza guerra mondiale.

In realtà una piccola idea ce l'aveva, ma era meglio evitare tali pensieri e continuare a credere che tutto fosse come al solito e che nulla fosse cambiato.

"Harry?"

Harry come richiamato alla realtà, sollevò lo sguardo e incrociò quello limpido e gelido del più grande che era a soli pochi centimetri dal suo viso.

Quando si era avvicinato così tanto?

Deglutì a vuoto e continuò a guardarlo, nonostante il suo cuore stesse completamente impazzendo.

"Ti aiuto io" mormorò Louis, facendo un passo in avanti e posando le sue piccole e calde mani sulla cerniera del giubbotto, abbassandola in un colpo solo. "O non posso ancora toccarti?" soffiò sul suo viso, mentre ormai il giubbotto giaceva già sul pavimento insieme alla sua sciarpa, al cappello e ai guanti.

"C-Cosa devo fare?" chiese Harry timidamente.

"Puoi sederti da qualche parte e rilassarti."

"Ma non ci riesco" ammise, avvertendo le guance rosse a causa dell'imbarazzo.

"Ti posso aiutare" soffiò Louis, alzandogli il mento con l'indice e facendo scontrare i loro nasi. "Conosco un ottimo metodo per lasciarsi andare."

Cristo! "E qual è?" domandò con un soffio, mentre spostava di continuo lo sguardo dagli occhi blu e infiniti dell'alpha alle sue labbra sottili e piene.

"Chiudi gli occhi" ordinò Louis.

Harry obbedì -forse per la prima volta in tutta la sua vita, meritava una ricompensa!- e sussultò quando sentì i polpastrelli del più grande sfiorare le sue guance, accarezzandolo dolcemente.

"E cerca di respirare" aggiunse l'altro, con un lieve sorriso che Harry immaginò nella sua mente.

Come se fosse facile. "Cosa stiamo facendo?" domandò a quel punto, mentre sentiva uno strano formicolio e calore all'altezza del petto che lo stava riempiendo di sensazioni troppo forti e inspiegabili.

"Non ne ho la più pallida idea" sussurrò l'alpha vicino al suo orecchio, trascinando le ultime lettere con tono roco e basso.

Harry ingoiò a vuoto ed emise un lungo sospiro. Il suo amichetto ai paesi bassi si stava svegliando e lui non aveva assolutamente previsto una situazione del genere.

Toxic Love ~ Larry StylinsonWhere stories live. Discover now