Capitolo 11: Memories

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Capitolo 11

Hayley
La domenica era sempre stata ciò che io definivo " giornata broccolo", infatti, la trascorrevo facendo il vegetale nel letto, guardando film e mangiando snack di ogni tipo. Era sempre stata una mia abitudine è probabilmente mi era stata inculcata da mio padre che, per l'appunto, restava gran parte della giornata sdraiato sul divano in salotto a sonnecchiare dianzi alla televisione.
Ad ogni modo, io quella domenica mattina sfruttai tutta la buona volontà della quale disponevo per alzarmi dal letto, andare in bagno e truccarmi per evitare di sembrare un personaggio dei film di Tim Burton che, per altro, adoravo.
Tuttavia, non avevo alcuna intenzione di uscire dal mio caldo e morbido pigiama da unicorno, quindi decisi di andare in camera di mio papà vestita così. Mi ero svegliata incredibilmente presto rispetto ai miei standard - ossia a mezzogiorno in punto - e proprio per quella ragione mio padre era ancora intento a dormire nella sua stanza, lo capii soprattutto perché non era ancora venuto a farmi visita in camera, gesto che non era nelle sue corde.
Ero certa che la porta della sua stanza sarebbe stata aperta perché si dimenticava sempre di chiuderla, nonostante io tentassi di ricordarglielo tutti i giorni. Quando abbassai la maniglia, notai che mio padre, come sospettavo, era ancora intento a dormire. Corsi verso il letto ed iniziai a saltarvici sopra con l'intenzione di svegliarlo, anche se dentro di me sapevo che quel mio gesto non sarebbe stato di suo gradimento e che da parte mia era piuttosto infantile, soprattuto se si considerava che io per prima detestavo quando le persone mi svegliavano in modo brusco.

" Il primo giorno di scuola. Sveglia papà, è il primo giorno di scuola" gridai, scoppiando poi in un risolino divertito e cadendo in ginocchio sul materasso.

Mio padre grugnì e borbottò qualcosa di incomprensibile alle mie orecchie, prima di alzare leggermente il capo dal cuscino e guardarmi con il viso ancora assonnato e gli occhi socchiusi. Le persiane elettroniche della sua stanza erano completamente abbassate e l'unica fonte di luce proveniva dal televisore ancora acceso su un canale che, in quel momento, trasmetteva un vecchio episodio dei Simpson.

" Cosa cavolo mi è venuto in mente, il giorno in cui ho deciso di portarti a vedere 'Alla ricerca di Nemo'?" replicò dopo qualche istante, alludendo ad una delle prime scene del film da lui citato le quali battute io avevo sfruttato per svegliarlo.

Mio padre aveva la bocca impastata dal sonno e il suono della sua voce era attutito dal cuscino, nella penombra riuscii a vedere che aveva nuovamente richiuso gli occhi, forse perché la luminosità proveniente dal televisore dinanzi al suo letto lo infastidiva. Quella era un'altra caratteristica che ci accomunava, entrambi detestavamo ogni fonte di luce troppo forte appena svegli e qualsiasi tipo di rumore che fosse in qualsivoglia modo molesto alle nostre orecchie, quest'ultimo era il motivo principale per cui di prima mattina io e mio padre non eravamo soliti chiacchierare molto.

" Oh, andiamo, non fare il pesciolone brontolone" dissi, imitando Dory e citando ancora una volta uno film della Pixar che più mi erano piaciuti quando ero ancora una bambina.

Ricordavo ancora il giorno in cui i miei genitori avevano accompagnato me e mia sorella a vedere quel film di animazione e quanto ci fossimo divertiti durante tutta la durata, ridendo a crepapelle e sgranocchiando pop corn. A pensarci intensamente, riuscivo quasi ad udire il suono della dolce risata di Emma riecheggiarmi nelle orecchie e a vedere il sorriso divertito di mia mia madre, mentre i suoi occhi celesti e luminosi erano puntati sul grande schermo del cinema. Scacciai quel ricordo dalla mia mente e ritornai bruscamente con i piedi per terra.
Mio papà alzò la testa dal cuscino e si strofinò gli occhi, prima di sedersi sul bordo del letto. Aveva i capelli scompigliati e la maglietta viola scuro che indossava per dormire era sgualcita in più punti ed aveva persino un buco sulla schiena. Sorrisi nel notare quel particolare, Robert Kingston, uno dei gli uomini più ricchi di New York e, probabilmente, di tutti gli  Stati Uniti, dormiva con una t-shirt bucata.

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