Capitolo 6

124 5 0
                                    

Finalmente finite le lezioni, mi dirigo verso il mio armadietto per prendere la tuta che ho lasciato questa mattina, ma poi ricordandomi che domani ho di nuovo lezione decido di lasciarla lì. Cambio strada e vado verso l'uscita. Appena svolto l'angolo del corridoio, un ragazzino distratto, di sicuro un primino, mi viene addosso.
-Ehi! Attento a dove vai!- dico minacciosa.
Il ragazzo mi guarda spaventato -Mi di..dispiace- mi dice balbettando e se ne va correndo.
Mi rimetto a camminare. Qualcuno mi sta seguendo e anche senza guardare so chi è. È come se ne avvertissi la presenza. È snervante. "Perché mi deve fare questo effetto?!" Mi chiedo "non lo sopporto".
Lo ignoro sperando che decida di lasciarmi in pace. Ma ovviamente non ho molta fortuna. -Povero primino! Sono sicuro che l'hai spaventato a vita- mi dice Ian leggermente divertito.
Alzo le spalle -Così impara a guardare dove va-
Ridacchia -Non te l'ha mai insegnato nessuno che non bisogna prendersela con i più deboli?!- mi chiede.
Mi fermo e lo guardo -No, Ian! Non me l'ha insegnato nessuno- dico seria. Adesso mi guarda con un po' di preoccupazione, ogni traccia di divertimento è sparita dal suo volto. Mi rimetto a camminare.
-Uao! Credo che sia la prima volta che mi chiami Ian- dice tornando a sorridere.
-Quindi?! È il tuo nome, no?!-
-Si, ma è la prima volta che lo dici. Ne sono contento- mi dice -Questo significa che posso considerarmi tuo amico?- mi chiede ancora sorridendo.
-Neanche per sogno!-
-Perfetto! Lo considero un si.- dice con un tono di vittoria.
-Tu sei matto..-
-Si, questo lo abbiamo già stabilito- dice e mi sorride -Che posso farci se sono unico?!-
-Già.. Dimenticavo.. Anche presuntuoso-
-Nessuno è perfetto- dice alzando le spalle -Neanche io..e sai cosa?! Mi sta bene. La perfezione è noiosa..-
-Si.. È vero..- mormoro con un mezzo sorriso. All'inizio penso non mi abbia sentita, ma poi si gira e mi sorride.
Usciamo da scuola e incontriamo Sam e Steph.
-Ciao, tesoro!- mi saluta Sam -Noi andiamo a fare un giro in città. Vieni con noi?- mi chiede.
-In città?! No grazie, non ne ho voglia- dico.
-Dai Kat! Devi venire!- mi dice Steph -Ci andiamo a mangiare qualcosa, giriamo per negozi.. Ci divertiamo..- dice tutta sorridente.
-Giriamo per negozi?! Si.. Direi che non ne ho proprio voglia- dico -Ma voi divertitevi-
-Ok..- dice delusa -Ma la prossima volta vieni con noi e non accetterò un no come risposta- dice con un tono che non ammette repliche.
Le sorrido -Ok. Ci vediamo domani- dico e me ne vado.
In lontananza sento Sam chiedere a Ian se vuole unirsi a loro, ma non sento la risposta perché sono già arrivata alla mia macchina. Salgo ed esco dal parcheggio della scuola.

Appena arrivo a casa, salgo in camera mia e mi butto nel letto. Mi chiedo cosa potrei fare, ma non mi viene in mente niente. Poi penso che dovrei comprare un nuovo album da disegno perché il mio sta per finire. Così mi alzo, apro il secondo cassetto della mia scrivania e apro la busta che mi ha mandato mio padre della 'Pearce Company', quella dello scorso mese che non avevo ancora aperto. Prendo un po' di soldi, abbastanza per comprare quello che mi serve, e me li metto in tasca. Sto per riposare la busta, quando noto che c'è una lettera dentro, oltre ai soldi. La cosa mi lascia sorpresa e un po' turbata.. Non ci sono mai lettere dentro le buste che mi manda..o meglio che la sua segretaria mi manda. La apro e la leggo.

"Tesoro"

Tesoro?! Di sicuro non l'ha scritta mio padre. Continuo a leggere.

"Volevo farti sapere che il prossimo mese torno a casa. Ho delle cose da sbrigare. Spero potremmo passare del tempo assieme. Un bacio. Tuo padre."

Si! Di sicuro non l'ha scritta lui. Probabilmente l'ha scritta Christine la sua segretaria. Qualcuno dovrebbe dire a quella donna che mio padre non scriverebbe mai cose del genere. Almeno se vuole far passere le sue lettere per sue, dovrebbe come minimo renderle credibili. Comunque non ha importanza. Piuttosto rileggo la lettera e quando mi accorgo del suo scopo, ovvero avvertirmi che sarebbe arrivato qui, comincio ad innervosirmi. Nella lettera c'è scritto tra un mese, quindi ho tutto il tempo per prepararmi mentalmente. "No, aspetta." Penso. Questa lettera l'ho ricevuta lo scorso mese. Adesso sono letteralmente nel panico. Corro a confrontare le date e.. Mio padre arriva domani. "No, non è possibile" mi dico. Ricontrollo le date tanto per essere sicura di aver capito bene. Si, mio padre dovrebbe arrivare proprio domani. Apro velocemente anche l'altra busta, quella di questo mese, sperando che ci sia un'altra lettera che mi avvisi che è stato tutto annullato. Nessuna lettera. Evidentemente non ho molta fortuna. Non ho voglia di rivedere mio padre. Finiremo per litigare, ancora.. Per poi urlare, ancora.. E rivivere ricordi dolorosi, ancora..
Ho bisogno di bere!
Voglio distrarmi! Così chiamo Sam. Risponde al terzo squillo. Non gli lascio neanche il tempo di dire 'pronto' che dico -Cambio di programma. Stasera si esce!- dichiaro.
Lui capisce al volo -Ti aspetto da me tra due ore, ok?- mi chiede.
-Si, perfetto!- dico e sto per riattaccare, quando Sam mi richiama -Kat-
-Cosa?-
-Stai bene?- mi chiede preoccupato.
-Si- dico, ma capisce subito che sto mentendo perché mi conosce troppo bene. Per fortuna non indaga oltre, proprio perché mi conosce, sa che è meglio così.
-Ok, a dopo!- dice e riattacca.
Non mi servono due ore per prepararmi. Così decido di uscire per tenermi impegnata e sperando che quelle due ore passino velocemente. Prendo le chiavi, la borsa ed esco di casa.

Non ho bisogno di teDonde viven las historias. Descúbrelo ahora