Capitolo 16

50 3 0
                                    

Sono ancora distesa sul tetto quando ricevo una visita.
-Non sei venuta a pranzo- mi dice, mentre si siede accanto a me.
Gli lancio un'occhiataccia -Che perspicacia!-
Il mio migliore amico alza le mani in segno di resa -Vengo in pace- dice rivolgendomi un sorriso comprensivo. Se è qui significa che molto probabilmente ha parlato con Ian.
-Che sei venuto a fare?- chiedo acida, mentre si sdraia accanto a me mettendosi le mani sotto la testa.
-Pensavo di saltare la prossima ora. Sai, non so perché ma tutte le ore di lezioni che faccio senza Steph sono diventate incredibilmente noiose- dice con un enorme sorriso.
Passiamo un bel po' di tempo in silenzio e mi sta bene così, è un silenzio rilassante. È sempre stato così tra noi, non abbiamo bisogno di parole. Ci basta stare l'uno accanto all'altro. Un semplice gesto che significa "io sono qui, non sei sola". Inoltre Sam mi conosce abbastanza bene da sapere che in questo momento non ascolterò niente di tutto quello che dirà. Per questo motivo ci limitiamo a guardare il cielo. C'è davvero una bella vista e in altre circostanze avrei avuto voglia di disegnare tutte quelle strane nuvole. Da piccoli ci divertivamo molto a dare forme alle nuvole, forme strane e impossibili che a volte non assomigliavano affatto alle nuvole. Ma era proprio questo che rendeva il gioco divertente o almeno lo era quando eravamo bambini. Poi abbiamo smesso, ma io ho continuato a guardare il cielo e ho iniziato a disegnare ogni singola nuvola strana che mi ricordava qualcosa. Mi scappa un sorriso al pensiero di noi da piccoli e a quanto ci divertivamo con poco, perché quel poco era tutto quello che avevamo.
-Sai, Kat..-dice Sam spezzando il silenzio -..io non credo che sia una brutta cosa quella di unirti al club di arte..-
-Che stai dicendo?- chiedo più sorpresa che arrabbiata.
-Fammi finire ok?- dice -Il fatto è che ricordo molto bene i quadri di tua madre. Li hai tirati fuori una volta sola ed è stato quando eravamo piccoli, ma me li ricordo ancora chiaramente. Erano bellissimi. Il suo stile era davvero delicato e molto realistico, ma non era questo che mi colpì dei suoi quadri. Dopotutto ero un bambino non ne sapevo niente di bravura o talento quando si trattava di queste cose. Perciò l'unica cosa che ricordo è l'amore che emanavano. Tutti quei paesaggi ritratti, al solo guardarli ti davano una sensazione di casa. Non era come guardare un qualsiasi dipinto, era come essere dentro il dipinto. Quasi potevi sentire il rumore del fiume o il fruscio del vento. Questa caratteristica penso si rispecchi anche nei tuoi disegni...-
-Tu non hai mai visto i miei disegni come fai a dire che sono come quelli di mia madre?!- gli chiedo interrompendolo. Quando vedo che non risponde lo guardo e vedo che ha uno sguardo dispiaciuto. -Tu non hai mai visto i miei disegni, vero?!- chiedo sospettosa e più arrabbiata di prima.
-Mi dispiace Kat, sono sempre stato curioso di sapere cosa cosa disegnassi, soprattutto quando eri triste o arrabbiata, così ho guardato il tuo album quando non c'eri. Ma è proprio perché ho visto i tuoi disegni che posso dirti questo.. Non pensi che sia arrivato il momento di mostrare al mondo la tua arte? So che è di tua madre che stiamo parlando e so che è proprio per questo che non vuoi farlo. Ma lasciare che gli altri vedano i tuoi disegni sarebbe come mantenere sempre vivo il suo ricordo..- dice con dolcezza, perché sa che è un argomento delicato per me. Per questo non ne parliamo se non è strettamente necessario.
-Sam..- inizio ma non mi lascia continuare.
-Non sto dicendo che devi farlo subito, perché so che è impossibile. Per questo penso che unirti al club non sia una cattiva idea. Non è che devi per forza iniziare subito a disegnare davanti ad altri, ma ti farebbe bene guardarli e stare a contatto con questo ambiente. E forse chissà un giorno riuscirai a far vedere a tutti lo splendido talento che hai ereditato da tua madre- dice mentre si siede. Mi rivolge un sorriso dolce -Solo.. Pensaci ok?- dice concludendo il discorso. Poi si alza e se ne va, lasciandomi da sola con i miei pensieri. Rimugino su quello che mi ha detto Sam fino alla fine delle lezioni. Quando sento suonare la campana dell'ultima ora, decido di alzarmi e scendere. Sto per dirigermi verso l'uscita, ma cambio idea e prendo un'altra strada. Mi blocco appena vedo Ian appoggiato agli armadietti. Sembra che mi stesse aspettando, infatti appena mi vede si stacca dal muro e mi guarda. Riprendo a camminare e senza rivolgergli neanche uno sguardo, lo supero. Decido di andare in segreteria alunni prima che me ne penta e decida di andarmene, perché sono ancora in tempo a farlo. Forse non sarebbe così male essere espulsa, ma è una tale seccatura, che preferirei evitarlo. Appena entro in segreteria mi dirigo subito verso il bancone della segretaria, che comincia a irritarmi non appena apre bocca -Signorina, deve rispettare il turno- dice indicandomi qualcosa alla mie spalle. Mi giro e vedo due ragazzi seduti su delle sedie. Gli rivolgo un falso sorriso -Non vi dispiace, vero?- chiedo con un tono tranquillo, ma con una chiara minaccia sottintesa che i due ragazzi sembra abbiano colto perché rispondo entrambi:
-Non c'è problema- dice uno e -Non ho fretta- dice l'altro.
Gli rivolgo un altro sorriso falso e mi rigiro verso la segretaria che mi rivolge un sorriso nervoso -In cosa posso aiutarti?- mi chiede.
-Vorrei la domanda di iscrizione al club d'arte e informazioni su quando e dove si incontrano- dico con tono piatto.
-Aspetta un attimo- dice e si mette a scrivere qualcosa al computer. Qualche secondo dopo ha già stampato due fogli che mi porge. -Ecco-
Prendo i fogli ed esco dalla segreteria. Gli dò una veloce occhiata e mi blocco in mezzo al corridoio. "Cazzo, perché dovevano riunirsi proprio oggi?" penso mentre cambio di nuovo strada per dirigermi verso l'aula del club.
Appena entro nella stanza mi colpisce subito un forte odore di tempera. Mi guardo attorno e vedo un po' di quadri appoggiati a dei sostegni, dietro i quali i ragazzi si sono bloccati nel ben mezzo di quello che stavano facendo per guardarmi. "Perché sembrano tutti così shoccati?" mi chiedo, anche se so già la risposta. Sospiro, non sono sicura di poter superare tutto questo senza impazzire.. o prendere a pugni qualcuno.
-Tu devi essere Katherine, giusto?- mi chiede un ragazzo che si alza dalla sua sedia e mi si avvicina.
-Si- dico senza troppo entusiasmo.
-Piacere di conoscerti. Io sono Mark, il presidente di questo club- si presenta con un sorriso amichevole. Lo guardo, "forse si aspetta che risponda?" mi chiedo mentre continua a guardarmi. Io alzo un sopracciglio come a dire 'e allora? Che vuoi?'.
-Mi aveva avvisato la signora Nicholson del tuo arrivo- continua senza curarsi dello sguardo minaccioso che gli rivolgo -Per ora sono tutti impegnati in un progetto ma appena finiscono ti presento tutti e..- dice ma lo interrompo subito.
-Non disturbati, non mi interessa- dico annoiata. Intanto mi guardo attorno per trovare una sedia libera su cui sedermi.
-..e dovresti consegnarmi il foglio di iscrizione il prima possibile- continua Mark ignorando quello che detto. -Per il momento puoi prendere uno dei quadri nuovi che ci sono nell'armadietto e usare quello sgabello- mi dice indicandomi uno sgabello vicino la finestra. Ignoro quello che mi dice e mentre mi dirigo verso la sedia che c'è accanto dico -Non fraintendermi, non sono qui per dipingere o altro. Queste cose non mi interessano. Sono qui solo per evitare di essere espulsa. Quindi fate pure come se non ci fossi- concludo rivolgendogli un sorriso falso e sedendomi sulla sedia. Noto che tutti mi stanno ancora guardando, ma adesso mi rivolgono uno sguardo pieno di irritazione e odio. Ricambio con uno sguardo glaciale prima di incrociare braccia e gambe e ignorarli.
-Come vuoi..- dice Mark un po' meno entusiasta di prima -Se cambi idea fammelo sapere- dice e stavolta sembra abbia finito perché si va a sedere al suo posto. Quando inizia a riprendere quello che stava facendo, anche tutti gli altri riprendono a dipingere. Cerco di mettermi più comoda possibile su questa stupida sedia e quando trovo una posizione abbastanza decente chiudo gli occhi. Mi chiedo come sia finita in una situazione del genere.. ah già, tutta colpa di Ian! Lo sapevo fin da quando l'ho conosciuto che mi avrebbe portato problemi. Ma non avrei mai pensato che mi portasse questo tipo di problemi. Anche se forse avrei dovuto immaginarlo, Ian sembra proprio il tipo di ragazzo che si preoccupa inutilmente per gli altri. Per qualsiasi ragazza questo sarebbe un aspetto molto positivo, perché in fondo, chi è che non vorrebbe un ragazzo premuroso al suo fianco? Beh la risposta è semplice: io!
Io non ho bisogno della sua premura e decisamente non ho bisogno che ficchi il naso in cose che non lo riguardano. Questo lo rende semplicemente irritante e fastidioso!
Dopo un tempo che mi sembra infinito, sento qualcuno chiamarmi -Katherine?-
Apro gli occhi e vedo Mark intento a sistemare le attrezzature -Il corso è finito-.
Solo appena dice questo noto che la classe si è svuotata. Mi alzo, distendo le braccia per sgranchirmi e recupero la borsa dal pavimento. Mi dirigo verso la porta, ma vengo fermata prima che possa uscire -Ehm, Katherine?-
Mi giro a guardarlo irritata, in parte perché stare in quella posizione scomoda per due ore mi ha fatto innervosire e in parte perché vorrei tirargli qualcosa per il semplice fatto di avermi fermata prima che potessi uscire da questo inferno. Deve aver notato la mia ira poco velata, perché sembra improvvisamente nervoso -Ah, no.. ecco.. Volevo solo dirti che non importa se non vuoi dipingere durante le ore del club, ma visto che dovrai comunque esporre un tuo quadro nella mostra, vorrei che iniziassi a lavorarci-
-Che hai detto?- chiedo incredula facendo un passo avanti.
Credo che lui ne abbia fatto involontariamente uno indietro, ma non ne sono sicura. Sto cercando di metabolizzare quello che ha appena detto. "Esporre un mio quadro?", ma non scherziamo.
-Pe..pensavo che la prof. Nicholson te l'avesse detto- balbetta Mark cercando di spiegare e, probabilmente, pentendosi di aver aperto bocca.
Ora che ci penso aveva accennato a qualcosa del genere. Ma non le avevo dato molta importanza -È obbligatorio?- chiedo sempre più irritata.
Lui annuisce -Dato che il preside sponsorizza questa mostra, ogni membro del club deve esporre qualcosa-
Lo guardo per un'ultima volta, poi esco dalla classe. Mentre sto uscendo lo sento fare un sospiro di sollievo. Forse pensava che non sarebbe sopravvissuto alla conversazione e forse non lo avrebbe fatto se avessi continuato a rispondergli. Ma ho lasciato perdere. Non è lui il vero problema. La causa di tutto questo.. è seduta nei gradini d'ingresso della scuola.

Kamu telah mencapai bab terakhir yang dipublikasikan.

⏰ Terakhir diperbarui: Nov 01, 2016 ⏰

Tambahkan cerita ini ke Perpustakaan untuk mendapatkan notifikasi saat ada bab baru!

Non ho bisogno di teTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang