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Suo fratello è imbottigliato nel traffico e noi siamo in un piccolo e accogliente bar accanto alla stazione, dove siamo scesi dall'autobus una mezz'oretta fa. Io e Niall stiamo discutendo, naturalmente, su quale tipo di dolce sia meglio, molti me li deve tradurre perché scritti in gaelico, o irlandese, e ride quando provo a pronunciarli.

Sono certa che agli occhi degli altri non sembriamo una coppia, ma solamente fratello e sorella. «Potrei essere tua sorella»ridacchio poco dopo, la guancia è premuta contro il palmo della mano. Niall alza lo sguardo dal menù, puntando i suoi occhi chiari nei miei, poggiandolo poi sul tavolino circolare di legno scuro e prendendo la mano libera nella sua.

Si avvicina maggiormente a me, come se stesse per svelarmi un segreto. «Oppure-»sollevo la testa e attendo che continui. «-potresti essere la mia ragazza»schiudo le labbra alle sue parole, stupita.
La mia testa sembra ripetere quella scena centinaia di volte, cercando di mettere insieme una frase ma l'unica cosa che riesco a fare è eliminare la distanza già minima tra di noi, per baciarlo.

Niall sa che le parole non sono il mio forte, preferisco i fatti, per questo sorride contro le mie labbra, mettendo fine al bacio. «È una risposta soddisfacente, sì»sussurra e prima che possa dire finalmente qualcosa, un colpo di tosse ci fa allontanare.
Riconosco facilmente l'uomo davanti a noi come Greg, e Niall si alza rapidamente per salutarlo.

Sorrido quando si danno delle pacche sulla schiena a vicenda, ridendo tra loro per qualche motivo a me sconosciuto. Si allontanano e il maggiore non ci pensa due volte prima di scombinare i capelli biondi del fratello. Niall sbuffa una risata, prima di girarsi verso di me e fare un leggero cenno per invitarmi ad avvicinarmi a loro. «È un piacere conoscerti finalmente di persona»dice Greg stringendo rapidamente la mia mano prima di attirarmi in un abbraccio.

«Anche per me»riesco finalmente a parlare dopo qualche momento passato a pensare a quale frase fosse meglio dire.

Affianco nuovamente Niall e lui preme la mano dietro la mia schiena porgendomi il cappotto e la borsa. Lo ringrazio con un sorriso, che ricambia, e entrambi ci vestiamo per non essere investiti dal freddo di gennaio una volta che metteremo piede fuori dalla caffetteria. La sua mano afferra la mia mentre lasciamo il locale e ci dirigiamo al parcheggio.

La notte sta lentamente scendendo sulla città, facendomi notare che abbiamo passato un intero pomeriggio tra aeroporti e stazioni e che la stanchezza si farà decisamente sentire quando mi accomoderò sui sedili dell'auto.

Mancano pochi minuti alle nove quando Greg parcheggia l'auto nel vialetto di casa Horan e non posso non notare il sorriso sul volto di Niall che si allarga ad ogni passo che facciamo verso la porta. Greg non fa in tempo a tirare fuori le chiavi di casa, che una donna bassina e bionda, che riconosco come Maura, apre al suo posto, attirando a se il figlio minore.

Anche solo dalle video chiamate, in cui dolente o nolente sono stata obbligata a partecipare, ho subito notato il legame stretto che unisce la famiglia, nonostante i suoi genitori siano divorziati. Ho invidiato sin da subito questo dettaglio, anche a me piacerebbe che la mia famiglia fosse normale e non distrutta dalle bugie.

Greg, che mi ha affiancato non appena Niall ha fatto qualche passo in avanti rispetto a me, mi sorride rassicurante, e lo ringrazio silenziosamente per questo. Niall e Maura si dicono qualcosa a vicenda, probabilmente quanto l'uno sia mancata all'altra, prima che il loro abbraccio si sciolga e che l'attenzione ricada su di me.

Okay, Stephanie, va tutto bene.

Maura mi accoglie calorosamente, abbracciandomi e dicendomi quanto sia felice di conoscermi di persona, e io non posso non sentirmi quasi commossa da questa sua accoglienza, non ricevevo un abbraccio così materno da anni. «È un piacere conoscerla»non mi è ancora chiaro come devo chiamarla, durante le videochiamate mi rimproverava quando le davo della signora, non facendo altro che scatenare le risate di Niall quando le mie guance si tingevano di porpora.
«Entrate, su»si sposta dalla porta, facendoci varcare la soglia.

Una volta appoggiato il borsone a terra -siamo riusciti a farci stare i suoi e i miei abiti, in modo da non dover portare troppe cose, restiamo qui solo qualche giorno dopotutto- ci liberiamo dei cappotti e raggiungiamo il soggiorno. Denise, con in braccio Theo, e Bobby sono in piedi sorridenti. Niall abbraccia quasi di slancio il padre e la moglie di Greg mi si avvicina.

«Ciao Stephanie»ricambio il saluto e il mezzo abbraccio, impacciato a causa del bambino, che ha lo sguardo fisso su Niall ma subito dopo rivolge la sua attenzione a me appena Denise gli fa notare la mia presenza.
Sin da subito ho potuto facilmente trovare le somiglianze con il ragazzo che sta scambiando due chiacchiere con il padre e la madre.

Mi sorride e non posso fare a meno di fare lo stesso rimanendo anche stupita quando allunga le braccia verso di me, che non ci penso due volte a guardare prima Denise, che non sembra volergli far cambiare idea, e prenderlo in braccio. «Ciao Theo»mormoro sorridente guardando i suoi occhi azzurri, tanto simili a quelli del padre e di Niall. Le sue mani paffute si appoggiano sulle mie guance strappando una risata a me e a i suoi genitori.

Niall entra nella mia visuale, quando saluta la cognata, e Theo è nuovamente interessato a lui e il modo in cui si agita felice, mi fa capire che non vede l'ora di essere tra le braccia dello zio.
«Ne avevamo già parlato, mi pare: non rubarmi il ruolo di zio preferito»mi rimprovera bonariamente Niall girandosi verso di me e avanzando lentamente fino a prendere Theo tra le braccia.

La risata del bambino risuona tra le mura domestiche, contagiando anche noi un po' alla volta, quando Niall lo alza ad altezza massima delle braccia e a scuoterlo. Spero che non abbia mangiato da poco, e che abbia già digerito, perché non vorrei vederlo rigurgitare su Niall. Riderei se solo la scena non fosse così schifosa.

«Avete fame?»ci chiede Maura, appena riusciamo a sederci sul divano, Niall è al mio fianco e gioca indisturbato con il nipote.

«Abbiamo già mangiato, grazie comunque»rispondo educatamente, cercando di non far notare quanto io sia effettivamente nervosa.

Non so quanto tempo passi prima che arrivino nuovamente i momenti dei saluti per andare a dormire, so che sono passate diverse canzoni natalizie in sottofondo alla radio e che Theo si è addormentato appena, per infastidire Niall e per giocare, si è sdraiato sulle nostre gambe.
Da quel momento ho ascoltato distrattamente i discorsi della famiglia perché troppo attirata dalla dolcezza del bambino e della mano di Niall che lo accarezzava delicatamente.

Entro in camera dopo essere stata in bagno, e chiudo la porta alle mie spalle per avvicinarmi al letto, dove ai suoi piedi c'è il borsone già aperto. Niall è seduto sul materasso, inspiegabilmente senza maglia, e con la schiena premuta contro la testiera mentre è concentrato ad osservare lo schermo del mio telefono, starà sicuramente giocando.

Approfitto di questa sua distrazione per togliere velocemente la maglia e i pantaloni per rimpiazzarli con la sua, che da qualche tempo uso come pigiama. Non mi sfugge però il sorriso sul suo volto, deve aver guardato, non penso che abbia così tanti problemi da sorridere senza motivo.

Mi rifugio velocemente sotto le coperte, in cerca di calore, e mi sporgo verso di lui appoggiando la testa sulla sua spalla. Come immaginavo, sta giocando e alzo gli occhi al cielo divertita.
«Ho battuto il tuo record!»esclama e lo colpisco debolmente, sua mamma si trova nella stanza accanto e probabilmente sta già dormendo, non vorrei che si svegliasse. «Smettila di colpirmi»si lamenta muovendosi leggermente.

«Perché indossi solo i boxer?»gli chiedo invece obbligandolo poi a smettere di giocare.

«Non avevo voglia di mettermi una maglia, poi ho già te e la coperta a scaldarmi»mi tira giù con se, permettendomi così di stringerlo meglio e di farglielo fare a sua volta.

La sua mano scorre lentamente sul mio fianco, dopo essersi infiltrata sotto la sua maglia – ora di mia proprietà –e la mia fa lo stesso sul suo petto niveo.
«I miei ti adorano»esordisce, spezzando così il silenzio che avvolgeva la camera. «Non avevi nulla di cui preoccuparti»con la mano libera accarezza la mia guancia e sposta una ciocca di capelli scuri e informe che infastidisce il lembo di pelle che ha appena toccato.

Le sue dita scendono lungo la mascella attivando al mento che alzano nella sua direzione e mi bacia ancora prima che possa dire qualcosa. «Grazie per avermi portata con te, non mi sentivo parte di un clima così caloroso e famigliare da beh... Anni»sussurro ancora sulle sue labbra, prima di augurargli la buonanotte e lasciargli un ultimo bacio.

«Grazie a te, invece»ribatte a bassa egli risponderei se non fossi così stanca da non riuscire a tenere gli occhi aperti.

Fake Boyfriend|| Niall HoranWhere stories live. Discover now