Partenza.

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Avviso: Ciao a tutte, questa è la mia prima storia su wattpad. Sono molto, molto, molto, emozionata. Spero vi piaccia tanto! Buona lettura.
P.s. È possibile che ci siamo errori, appena finiró la storia correggeró tutto. La storia contiene scene di abuso sessuale, droga, linguaggio scurrile e tanto altro. Se non volete leggere quest'ultime, non iniziate neanche a leggere la storia!
Uomo avvisato, mezzo salvato. 😛

ALEX pov.

"Alexandra, tra meno di una settimana partiremo in un altra città, ovvero Miami. Non voglio storie, non resterai qua e mi seguirai. Lo sai benissimo che il lavoro è l'unica cosa che mi resta, quindi devo trasferire l'agenzia dall'altra parte dello stato per vari problemi. Hai abbastanza tempo per salutare i tuoi amici e preparare tutte le tue cose, venerdì mattina partiremo. Detto questo, se ne uscì dalla mia stanza sbattendo la porta, lasciandomi nella mia camera, con un mucchio di pensieri e lacrime piene d'odio per quel essere che comunemente chiamavo padre.
"Vaffanculo!" Urlai nel mio cuscino, senza farmi sentire da quel sadico di mio padre.

Venerdì mattina.

Quattro valige colme di tutti i miei vestiti, cinque scatoloni pieni di tutte le mie cose, restava solamente una cosa, quella foto.
Mi avvicinai piano piano al piccolo comodino bianco posto vicino al mio letto, sorridendo amaramente guardando quella foto, incorniciata da una cornice azzurra, come i suoi occhi, gli occhi di mia madre. Presi in mano la foto e guardai attentamente il suo viso, come feci ogni giorno, sorridendo mentre le lacrime ai miei occhi verdi si accumulavano sempre di più. Otto anni,  otto fottutissimi anni da quando l'ho persa.
"ALEXANDRA! Muoviti!" L'urlo di mio padre mi fece sobbalzare, a tal punto di far cadere la cornice che circondava la foto di mia madre, spaccandosi in mille pezzettini per terra. Cominciai a piangere silenziosamente, mentre mi abbassavo per raccogliere la foto, lasciando lì tutti i ciocchi di vetro. Tirai su con il naso e diedi un piccolo bacio alla foto, dopodichè la posizionai dentro alla mia borsa a tracolla che tenevo sulla spalla. Scesi le scale di corsa, guardando per un'ultima volta la casa in cui ho fissuto per 16 anni. Andai in macchina, aspettando l'arrivo all'aereoporto di Los Angeles.

Daddy, please. ||Jake Paul||Where stories live. Discover now