Primi incontri.

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Mi trovavo davanti a quella scuola, dove avrei passato un anno della mia vita per diventare qualcuno.
La guardavo e guardavo quelli che sarebbero diventati i miei nuovi compagni.
Mentre ero assorta nel guardare quelle facce nuove, una ragazza di colore mi fece cadere a terra con un tonfo.
"Merda, scusa! Mi dispiace tantissimo."
La guardai con uno sguardo un po' incazzata, ma poi mi rilassai e le rivolsi un sorriso.
"Non ti preoccupare."
Poi, la guardai un po' meglio, e aggrottai le sopracciglia.
I suoi capelli volavano da tutte le parti, la camicia era abbottonata male mentre la gonna era sgualcita.
Le rivolsi uno sguardo stranito alzando un sopracciglio.
Lei mi guardò, si guardò e mi rivolse uno sguardo imbarazzato.
"Sono caduta un paio di volte prima di sbatterti contro."
Io annuì, anche se alle sue parole ci credevo ben poco.
"Ci vogliamo avviare dentro, si?"
Lei mi guardò e poi annuì, ponendosi al mio fianco e camminò insieme a me verso l'entrata.
Appena entrammo, vedemmo che maggior parte dei ragazzi era tutta ammucchiata davanti a un tabellone.
"Probabilmente è il tabellone dove sono scritti i nomi dei compagni di stanza, tu aspettami qui che vado a controllare."
E cominciò subito dopo ad avviarsi verso la folla, prima di girarsi di nuovo verso di nome.
"Ah, qual è il tuo nome?"
"Mi chiamo Carter Williams."
"Beh, piacere Carter Williams, io sono Ashley Thomas."
Mi sorrise per poi ricominciare ad avviarsi verso il tabellone.
Mi guardai di nuovo attorno, vedendo che anche l''atrio era gigantesco.
"Non immagino le nostre stanze."
Pensai, continuando a guardarmi intorno.
Quando qualcuno, di nuovo, mi cadde addosso.
Me lo tolsi di dosso e gli urlai contro.
"Perché non vedi dove metti i piedi, coglione?"
Lui fece una risatina ironica e io lo guardai male e lo squadrai.
Tatuaggi, bel faccino, fossette, sorriso strafottente e occhi verdi.
Mi sta già antipatico.
"Ti consiglio di calmare i toni, dolcezza."
Io alzai gli occhi al cielo e mi girai di nuovo verso il tabellone, vedendo che Ashley aveva fatto e si stava dirigendo verso di me con un sorriso soddisfatto.
"Ma vattene a fanculo, dai!"
Dissi, prima di andarmene a braccetto con Ashley.
"Chi era quello?"
"Un coglione."

Legai Harry alla tastiera del letto mentre lui rimaneva fermo e mi guardava.
Era piuttosto fastidioso.
"La vuoi smettere di guardarmi? Cazzo, è fastidioso!"
Lui rise.
"Non sei cambiata in questi mesi, a quanto vedo."
Lo squadrai e sbuffai.
"Cosa vuoi, Harry?"
Mi guarda inarcando un sopracciglio.
"Non è ovvio? Devo riportarti in America e consegnarti alla giustizia per atto terroristico."
Atto terroristico.
Quelle parole si ripetevano nella mia mente, mentre mi allontanavo da Harry e mi appoggiavo al muro, spalando gli occhi e guardando il vuoto.
Harry mi guardava.
"Cosa ti aspettavi, Carter? Che ti avremmo accolto con fiori e cioccolatini per aver fatto esplodere la statua della libertà?"
Mi rise in faccia.
"Non sono stata io a far esplodere il monumento più importante d'America! Non ne sarei mai stata capace!"
Urlai, facendo smettere Harry di ridere.
"E lo sai anche tu, dato che quel giorno ero a casa tua."
Mi guardò ancora.
Silenzio.
Chiusi gli occhi e scivolai sul muro, per poi trovarmi seduta a terra.


Ashley mi disse che ero capitata in camera con lei, e non potei non ridere di fronte a quella coincidenza.
Quando arrivammo in camera, un biglietto era posto accanto alla porta.
"In sala conferenze tra 10 minuti."
Ci guardammo e sbuffammo, per poi posare le nostre valigie sui letti che avevamo scelto.
Ci dirigemmo fuori, per poi chiudere la porta della nostra stanza e dirigerci subito dopo in sala conferenze, che si trovava nel atrio principale.
Quando entrammo, i posti davanti erano quasi tutti occupati.
Girai gli occhi al cielo.
"Leccaculo."
Io e Ashley ci guardammo e alzammo contemporaneamente il sopracciglio.
Quando trovammo due posti liberi, ci sedemmo.
Eravamo accanto a un ragazzo con i capelli biondi e piuttosto pompato che si presentò subito dopo come Matthew.
Era simpatico mentre cercava di copiare gli atteggiamenti dei nostri compagni.
Quando la sala si riempì del tutto, le luci si spensero.
E dalla porta entrò James McCan, il superiore dell'FBI insieme al suo secondo, una signora abbastanza vecchia che ci scrutava.
James cominciò il suo discorso.
"Siete stati scelti fra milioni di candidati.
Siete i più intelligenti, i più forti, i più agili.
Ma non pensate che siete dentro, perché anche se avete superato i primi test, questo non vuol dire che siete entrati completamente a Quantico.
Vi aspettano ancora tante prove, che per voi risulteranno fatali."
Diresse il suo sguardo per tutta la sala, e poi sorrise.

"Buona permanenza."

Aprì gli occhi e guardai Harry che era ancora steso sul letto che mi scrutava.
"Come posso aiutarti?" Mi chiese, mentre cercava di liberarsi dalle corde.
Feci un sorriso.
"Devi aiutarmi a scoprire chi è stato ad incastrarmi."

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⏰ Last updated: Dec 30, 2015 ⏰

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