Partenza

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Il mio nome è Denise Sey, vivo a New York, una splendida città dagli alti edifici e dalla vita frenetica. Adoro passeggiare in mezzo alla tanta gente che si trova a Times Square, che corre disperatamente per prendere la metro, urla al telefono, sosta in un angolo appartato in attesa della propria dose di vita, o ancora, di rado, è confortante vedere il lato romantico della Giungla di Cemento quando due innamorati imitano la bellissima fotografia del bacio del 1945.

Città magica, New York.

Io però, ero solo una spettatrice di tutto questo, invisibile agli occhi dei molti, facevo parte di quelle poche persone che conosceva troppe cose del mondo, parte di un gruppo, confraternita, chiamatela come volete, quella che molti immaginano esistere. Il gruppo di cui facevo parte era comandato da Sean, il più subdolo uomo esistente; ero cosciente che qualcosa in lui non andava, ma essere parte di tutto quello era la mia eredità, l'eredità antica lasciata da tutti gli antenati dei componenti e l'unica cosa rimasta della mia famiglia.

Il nostro punto di ritrovo era situato in un sotterraneo in periferia, lontano da occhi indiscreti si sperava, dotato di un codice da inserire per entrare, un riconoscimento oculare, insomma, la prudenza non era mai troppa.

Entrata, salutai i ragazzi addetti ai computer, e mi diressi verso l'ufficio di Sean. Erano tutte stanze ben arredate e tecnologiche, spaziose, sembravano veri e propri uffici di ricchi capi di aziende.

" Denise, ti stavo aspettando." Il mio capo era un uomo sulla quarantina, dall'aspetto tenuto con i capelli castani un po' arruffati e una lieve barba rigorosamente regolata. Qualcosa nei suoi occhi ogni tanto mi spaventava, aveva una piccola luce malvagia, a volte.

         

" Cosa vuoi, Sean?"

I nostri rapporti non erano dei migliori, in realtà: questa era una vita che mai avrei scelto per me, ma ero sola al mondo e quando i miei genitori morirono, all'età di sei anni pensai davvero che Sean mi avrebbe aiutata, invece servivo solo per i suoi scopi. Ora ho diciannove anni, sono la migliore nel mio campo ed eravamo in guerra, quindi mi trovavo ad essere assolutamente necessaria.

" Sappiamo dov'è l'arma della vittoria, ragazzina. Devi andare a prenderla."

Odiavo essere chiamata così, odiavo il modo strano in cui mi guardava.

L'arma della vittoria, chiamata in modo così poetico da Sean, non era altro che quello che tutti cercavano ma nessuno ha mai trovato, uno dei più grandi misteri della storia: il Santo Graal.

Fa ridere, no?

Il mio gruppo, in realtà, è composto da coloro che molto tempo fa si chiamavano Templari, uniti sotto il comando del Papa, da sempre in lotta con gli Assassini, timorati di Dio, blasfemi e altre cose a cui non credo. Far parte di un ordine religioso come i Templari ed essere atea effettivamente non ha molto senso. Ogni templare conosceva l'arte della guerra, della sopravvivenza, quindi anche io sapevo destreggiarmi con alcune armi.

" Va bene, dove si trova?"

" La domanda giusta," disse alzandosi " non è dove, ma quando."

Probabilmente vide la mia faccia confusa, con un sospiro iniziò a girare per la stanza.

" Le ultime notizie del Graal si hanno in documenti segreti racchiusi in alcuni diari dei nostri antenati e del Vaticano, risalgono al 1400. E' lì che dovrai andare, precisamente a Firenze."

Leonardo Da VinciDonde viven las historias. Descúbrelo ahora