diciassette anni

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"Per quanto tempo ancora continuerai ad ignorarmi? È successo due anni fa, ero confuso. Pensavo mi piacessero i ragazzi, mi dispiace," Harry sussurrò l'ultima frase riguardo i ragazzi, ma Louis riuscì a sentirlo. Era avvolto in una tuta, poggiato all'arco della porta d'ingresso di casa sua, mentre l'altro era in piedi sul portico, sembrava triste. Il cielo era nuvoloso e scuro.

Louis scrollò semplicemente le spalle, e poi alzò un dito come a voler dire 'un minuto'.

Harry avrebbe aspettato un milione di minuti per Louis, ma non l'avrebbe mai ammesso. Alcuni secondi dopo, Louis aveva le sue Vans ai piedi ed un taccuino con tanto di penna sotto al braccio. Fece segno ad Harry di seguirlo, e lui lo fece.

Avrebbe seguito Louis dappertutto, ma sperò di non dover mai dar voce a quel pensiero.

Harry camminò accanto a Louis durante il tragitto verso il parco, completamente deserto, il prato umido e vuoto e le giostre ormai abbandonate. Così diverso da quanto erano bambini, ed il prato era il loro campo da calcio durante i sabati pomeriggio soleggiati, l'odore dell'erba appena tagliata ad invadergli le narici.

"Cosa stiamo facendo?" chiese Harry, prendendo posto su un'altalena accanto a Louis. Il ragazzo più basso, che era cresciuto in maniera egregia, con i suoi sottili capelli castani ed i brillanti occhi blu non mosse un dito in risposta. Al contrario, Louis aprì il taccuino ad una pagina vuota, scrivendo sulla carta:

Io non parlo

"Lo so," Harry sorrise leggermente, prendendo la mano di Louis tra le sue per un attimo e stringendola in modo rassicurante, domandandosi dove Louis volesse andare a parare. Louis prese un respiro profondo, Harry lo lasciò andare, ed aggiunse alla frase:

Io non parlo perché

Louis sembrò immobilizzarsi, le sue mani smisero di muoversi, lasciando la pagina con soltanto un pensiero vuoto.

"Perché, tesoro?" chiese Harry dolcemente, carezzandogli il braccio. Louis si morse forte il labbro, forzandosi a provare e finire la frase, la pagina diventò sfocata a causa delle lacrime ad offuscargli la vista.

Io non parlo perché sono stato

Louis scosse la testa, alzando lo sguardo al cielo scuro come a sperare di trovare delle risposte. Iniziò a piovere, pesanti gocce d'acqua caddero su di loro, bagnando la carta e sbavando l'inchiostro. Con impeto, scrisse in lettere maiuscole un gigante:

VIOLENTATO

Le lettere vennero presto lavate via dalla pioggia, l'inchiostro ad espandersi per l'intera pagina.

Gettò la penna a terra, il taccuino con quell'orribile parola impressa sopra, sprofondata ormai nelle altre pagine, così da rimanervi incisa per sempre, proprio come nel cuore di Louis.

L'oggetto cadde anch'esso al suolo, la carta si accartocciò rimpicciolendosi su se stessa.

Singhiozzò, le lacrime gli inondarono il volto mentre gridava. Gridò e gridò ancora, la sua voce a sovrastare il rumore della pioggia ed Harry seduto lì a guardare, cercando di assimilare il tutto.

Louis urlò fino a che la sua voce prima di allora mai utilizzata non si spezzò, fino a che non sentì la gola bruciare, fino a che la braccia di Harry non lo avvolsero stretto, fino a che non si ritrovarono entrambi sulle ginocchia sotto la pioggia.

Pioggia che continuava ad inondarli, e Louis pianse e pianse e pianse, afferrando la maglietta di Harry tra le mani strette a pugno, desiderando che gli rimanesse accanto per sempre.

Voleva sentirsi al sicuro. Voleva sentirsi normale.


{t/n}: okay.. quindi. questo è il fulcro dell'intera storia, il motivo per cui louis ha smesso di parlare.

quando l'ho letto per la prima volta è stato un trauma, perché davvero non me l'aspettavo, ma nonostante tutto ho apprezzato davvero davvero tanto la figura di harry, che nonostante tutto non ha mai smesso di persistere e provare con louis, aiutandolo enormemente durante praticamente l'intero corso della sua vita.

detto questo, spero il capitolo vi sia piaciuto ed io cercherò di aggiornare al più presto (non escluderei un capitolo direttamente domani 😏).

Love you always.
-fedah

Uncommonly QuietWhere stories live. Discover now