Capitolo 11

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Erano arrivati i primi giorni di marzo e Armando si trovava in sala docenti in attesa di essere ricevuto; così, quando lo chiamarono, vi fu un lungo colloquio in cui i professori gli spiegarono la delicata situazione di Matteo. Nonostante fosse un ragazzo intelligente, non mostrava alcun interesse per la scuola e aveva accumulato molte assenze, per cui, se non avesse recuperato, avrebbe perso l'anno. Armando disse ai professori che delle assenze non sapeva nulla, ma che avrebbe preso dei provvedimenti per quella situazione, quindi terminato il colloquio uscì da scuola e tornò a casa; Alessandro, che aveva la mattina libera, andò invece al maneggio a trovare Mirko:

«ciao Ale come mai da queste parti?» chiese l'amico;

«ciao Mirko, così... avevo la mattina libera ed eccomi qui»

«tu mi nascondi qualcosa vecchio mio: allora che c'è?».

Alessandro si confidò con l'amico a proposito della sua storia con Viola:

«insomma... vuoi dire che per tutto questo periodo, dopo aver sfoggiato tutto il tuo repertorio, la ragazza non ha ceduto?» chiese ironicamente Mirko;

«e smettila di fare lo scemo! non ho certo programmato tutto!»

«Ale ti conosco da una vita e non ti è mai andata buca con una donna! però devo ammettere che la ragazza è tosta»

«ma io non ho fatto tutto questo per andare a letto con lei, non ti nascondo però che non so per quanto tempo potrò resistere»

«è solo una ragazza di diciotto anni e molto probabilmente non ha mai fatto l'amore in vita sua, perciò sarà un processo molto lungo prima che si decida... con me puoi essere sincero... ti pesa non fare sesso vero? se non te la senti di aspettare i suoi tempi, è meglio che le dici la verità»

«un po' sì, mi pesa... ma lei per me è molto importante e non voglio perderla».

I due amici continuarono a parlare, intanto a scuola era suo-nato l'intervallo e Matteo raggiunse Viola:

«come stai bene oggi con questi capelli tirati su... è un nuovo look?» chiese Matteo;

«cosa c'è sotto?» ribatté Viola;

«ma perché la metti su questo piano? un amico non può farti neanche un complimento?».

Viola lo guardò con uno sguardo sospettoso:

«ok va bene, ho bisogno di ripetizioni» ammise lui;

«ripetizioni? e di quali materie?»

«beh diciamo... d'Italiano, Latino e Matematica»

«ma scherzi vero? ma tu eri presente quando spiegavano queste materie?»

«ovviamente no, sennò perché mi sarei rivolto a te? e poi avevo da fare... dì la verità ti sono mancato»

«da fare? e cosa? sì in effetti senza le tue sbavuccie sul banco stavo molto meglio, visto che lo usi solo per dormire»

«da qualche parte devo pur riposare... comunque ero impegnato in uno studio sociologico e umanistico»

«umanistico? chissà cosa stavi facendo mentre io ero piegata sui libri... scordatelo, la mia risposta è no!»

«bella stronza!» concluse il ragazzo.

Viola gli alzò il dito medio mentre si allontanava, poi suonò la campanella e tutti gli alunni entrarono in classe; l'insegnate spiegò loro che in quell'ora non avrebbero fatto lezione, bensì un test sulle loro attitudini; dovevano prepararsi sui colloqui di orientamento scolastico, che avrebbero sostenuto l'anno seguente in vista della scelta universitaria.

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