Memories.

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Il tempo è un gioco, giocato splendidamente dai bambini
(Eraclito)

-Axel! Axel dai vieni qui, non sono veloce come te. Axel!- una bambina dai lunghi capelli neri correva inciampando ora sì e ora no tra l'erba curata del giardino.

-Dai Noor, corri a prendermi!- gridava intanto un ragazzino, forse di un paio di anni in più della bambina.

Astrid ormai senza fiato si fermò, piegandosi e poggiando le piccole manine sulle ginocchia per prendere fiato.

-Sei stanca? Di già- le si avvicinò correndo il bimbo con un sorrisetto sghembo sul visino apparentemente angelico.

Astrid lo guardò con un broncio offeso.

-Tu hai iniziato prima a correre! Non è giusto hai barato.- Axel si piegò di poco su di lei.

-Ma tu devi imparare a correre Noor.- Astrid lo guardò arricciando le labbra.

-Perché Axel?- il bambino alzò le spalle.

-Non lo so, me l'ha detto il mio papà.-

Ricominciò a correre, incoraggiando la bambina a prenderlo, Astrid stanca di correre ancora e arrabbiata che Axel non le desse ascolto si sedette sull'erba ed arricciò le labbra.

Nello stesso momento una foglia che stava cadendo dalla grande quercia situata in quell'insolito giardino, cominciò a cadere più lentamente.

Axel che sfrecciava tra i bucaneve e i fiori di ibisco si sentì così pesante che pian piano iniziò a rallentare.

Astrid incurante di ciò, aveva ricominciato a correre senza però rendersi conto della inusuale lentezza di tutto ciò che la circondava.

Quando riuscì a raggiungere Axel si stupì di vederlo immobile e con lo sguardo assente. Spaventata la bambina provò a scuoterlo ma Axel sembrava come addormentato.

Astrid sopraffatta dalle emozioni scoppiò a piangere, si piego su se stessa e circondò con le braccia le piccole gambe, singhiozzando.

Come era arrivato, quell'insolito trance di stop se ne andò. Axel si guardò attorno confuso, poi abbassò lo sguardo e trovò la sua Noor in lacrime.

-Hei, che c'è che non va?- Astrid alzò di scatto gli occhi, si asciugò gli occhi con l'angolo della maglietta e gli sorrise.

-Tu.. Tu non ti muovevi più.- Axel la guardò con dolcezza.

-Com' è possibile Noor, mica il tempo si può fermare. Dillo che l'hai fatto per riuscire a prendermi.- la schernì.

-Tanto ti prendo lo stesso!- e dimenticando l'insolito fenomeno di prima ripresero a correre, ignoranti della loro ingenuità.

~
-Mamma, a cosa serve un orologio?- la bambina era seduta sul tavolo della cucina, mangiando un biscotto ed osservando il grande orologio appeso proprio sopra il televisore.

La mamma si girò a guardarla.

-Per contare il tempo che passa, amore.- le spiegò gentilmente.

-Ma perché contiamo il tempo?- non se lo spiegava proprio.

-Perché altrimenti come facciamo a vedere che ore sono?- la bambina ci pensò su, poi rispose;

-Lo guardiamo dal cielo!- la donna rise.

-Certo Astrid, si può fare anche cosí.- la bambina batté le mani contenta.

-Allora io lo conterò guardando il cielo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 06, 2019 ⏰

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