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Mentre Luke Hemmings camminava per i corridoi lanciando occhiatine alle ragazze e qualche volta anche ai ragazzi, io Michael Gordon Clifford ero poggiato agli armadietti con le braccia incrociate al petto.

Quando mi passò davanti e mi fece l'occhiolino alzai un sopracciglio pensando avesse un tic, visto che era l'undicesima volta che ammiccava a qualcuno.

"Come stai Clifford?" Chiese alzando un lato della bocca formando un sorrisino sbilenco, scossi la testa e camminai via, era così patetico e falso che avrei potuto vomitare a momenti.

Calum mi si avvicinò e sorrise dandomi il buongiorno, ormai ero già di cattivo umore e ebbi una brutta reazione da parte di Calum.

"Smettila Mike, perché se fossi al posto suo anche tu lo faresti!"

"Non è esattamente esatto, io non mi comporterei come fa lui." Incrociai le braccia al petto in mia difesa.

"Perché lui cosa fa di tanto sbagliato? Si diverte, e allora? Tu ce l'hai da sempre con quello solo perché sei invidioso."

Io non sarei mai stato invidioso di Luke, preferivo essere visto da tutti come lo "sfigato con un evidenziatore al posto dei capelli" che Luke Hemmings, un nome tutto un programma.

Alla fine di quelle infinite lezioni, feci la solita strada per tornare a casa con Calum che diceva le prime cose che gli passavano per la mente, per esempio: "Sai posso leggerti la mente."

"Oh bene, allora a cosa sto pensando?"

"Beh che non posso leggerti la mente."

Errato, invece stavo pensando ai ragazzi in generale, Luke Hemmings era un tipo odioso, pieno di sé ma soprattutto falso, e allora perché tutte/tutti gli andavano dietro?

Perché per caso aveva un organo chiamato pene? Perché era "misterioso"? Anche se per me non era proprio misterioso, visto che tutti sapevano tutto di lui.

Ma d'altronde tutti nascondiamo un lato di noi stessi.

Alla fine mi rassegnai, ormai la società andava in quel modo, modo ingiusto dovevo dire.

Lasciai Calum quando arrivammo fuori la porta della mia casa e lui continuò la strada da solo, come al solito.

Quando arrivai in camera lasciai lo zaino sul pavimento e dopo aver "studiato" (se aprire il libro, contemplarlo fintamente e richiuderlo, posandolo sul comodino era studiare allora io ero il primo della classe) infilai del cibo nello zaino e guidai verso la Grande Collina, la chiamavo così perché da lì riuscivo a vedere tutta la città ed era di solito il posto dove potevo stare da solo e riflettere.

Mi sedetti sull'erba, possibilmente senza posare il mio culo sulla merda di cavallo e osservai il tramonto.

Quando sentii i passi di qualcuno mi girai, ma sembrava non ci fosse nessuno così girai nuovamente il capo e ripresi a fare quel che stavo facendo: ammirare il panorama e riflettere sulla vita.

"Buondì Clifford." Sobbalzai e posai una mano sul petto, quando sentii la voce di Luke Hemmings interrompere la mia pace.

"Tecnicamente è sera, ma buondì anche a te Lucas."

Si sedette al mio fianco e sospirò sorridendo.

Ti prego, fa che gli prenda qualcosa così posso lasciarlo morire sull'erba sporca di merda di cavallo e finalmente sarò io quello a ridere.

Ma non successe nulla.

"Sai è una cosa molto strana che tu passi la maggior parte del tuo tempo da solo, insomma, hai diciassette anni, Michael."

Cercò di rompere il ghiaccio ma fallì miseramente.

"Sai, è una cosa molto odiosa che non ti faccia mai i cazzi tuoi e se proprio vuoi saperlo, io ce li ho gli amici amici e il sabato sera andiamo a divertirci, non come te che fai finta." Sbottai e mi alzai abbastanza alterato, presi il mio zaino e lo misi su una spalla, lui mi guardò e quasi scoppiò a ridere.

"Fottiti, Lucas." Fu l'ultima cosa che dissi prima di andare via.

paper crowns; mukeWhere stories live. Discover now