Capitolo 9

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NICOLE
Lo studio è veramente carino, semplice, ma arredato con stile. L'avvocato si siede e mi invita a fare lo stesso. Mi siedo difronte a lui e inizio a muovere le gambe in preda all'ansia, ma cerco di non darlo a vedere, anche se mi risulta piuttosto difficile. Sono una ragazza molto ansiosa, e il problema è che lo sono sempre stata.
< Questo colloquio è una pura formalità, ho urgente bisogno di una segretaria. Sembri una ragazza seria, e poi mia figlia adora il tuo fidanzato, perciò sei a cavallo>, mi comunica incrociando le mani sulla scrivania e guardandomi dritta negli occhi.
< Ehm, non è il mio fidanzato, siamo solo amici>. Quanto vorrei non dover precisare ogni volta questo fatto. Se a tutti sembriamo fidanzati- prima genelli- un motivo ci sarà.
< Peccato, stareste bene insieme...ehi, ma hai dei tatuaggi?>, domanda indicando il mio polso rimasto scoperto. Ecco, adesso sono sicura che non mi assumerà più. Maledette camice che si alzano se si muovono le braccia.
< Sì, qualcuno>. Ne ho più di qualcuno, ma non mi sembra il caso di dire completamente la verità.
< Anche io ne ho alcuni>, afferma sorridendo.
< Non ci credo>, dico sovrappensiero. Mi guarda con aria di sfida, poi si toglie il maglioncino e si solleva le maniche della camicia, mostrando gli avambracci, completamente ricoperti di tatuaggi. Scorgo una J sul polso e delle scritte accompagnate da dei disegni. Sembrano molto belli.
< Wow>. Lo guardo sbalordita, non mi immaginavo che una persona come lui potesse avere tutti questi tatuaggi.
< Sono bellissimi!>.
< Grazie. Anche i tuoi mi sembrano fichi. Allora, accetti il lavoro?>.
< Certamente, signore!>.
< Chiamami Claudio. Inizi lunedì mattina, alle nove, va bene? Poi ti farò firmare il contratto e tutto>.
< Oh mio dio, grazie signore...ehm, Claudio. A lunedì>. Si alza e mi accompagna alla porta, la apre per me e, non appena usciti, sentiamo Giorgio rappare. Ci guardiamo sorridendo, notando lo sguardo emozionato che ha Jessica.
< Ha stile il ragazzo, fa parte di qualche etichetta?>, domanda guardando prima lui poi me.
< Ha fatto domanda per entrare nell'Honiro Label, un' etichetta qui di Roma>.
< Oggi è il vostro giorno fortunato. Sono l'avvocato dell' Honiro. Il direttore è un mio vecchio amico, magari posso fare una chiamata>.
< Sarebbe fantastico!>, esclamo con voce un po' troppo alta.
Giorgio si interrompe e si volta verso di noi.
< Andiamo?>, chiede sorridendo. Ultimamente sorride molto, e la cosa mi fa piacere, sia perché è meno depresso, sia perché ha un sorriso mozzafiato.
Annuisco, così salutiamo ed usciamo dall'edificio.

Dopo essere usciti dall'edificio mi cinge le spalle magre col braccio e camminiamo così.
< Come è andata?>.
< Mi ha assunto, è un tipo apposto. Sai, ha un sacco di tatuaggi!>.
< Ecco cosa si intende quando si dice " non giudicare un libro da una copertina"! Ed ecco perché sua figlia è così!>. Rido. Giro la testa di lato e sorrido, notando che è più basso di me.
< Perché ridi?>.
< Ora mi ricordo perché non mi metto mai i tacchi. Sembro un uomo!>.
< Sei l'uomo più arrapante che abbia mai visto!>, scherza. Scoppiamo a ridere. Ultimamente questa vita di merda va una bomba, ed è tutto merito suo.
< Ti va se andiamo a fare un giro con lo skate?>, propone.
< Va bene, ma prima passiamo da casa mia, che mi devo cambiare>. Sicuramente non ho i vestiti adatti per andare a fare skate.
< Ti presto qualcosa di mio, casa tua è più lontana>.

Quando entriamo in casa troviamo Tommaso sdraiato sul divano intento a guardare un film.
< Cazzo Tommi, sono uscito ore fa e sei sempre nella stessa posizione in cui ti ho lasciato>, esclama Giorgio avvicinandosi a lui.
< Mi ero addormentato, mi sono svegliato poco fa>, si giustifica.
< Sai>, continua Giorgio con fare malizioso.
< Abbiamo conosciuto la tua fidanzatina>.
< Cosa? Glielo hai detto?>, domanda balzando a sedere e guardandomi dispiaciuto. Giorgio si dirige in camera a prendermi dei vestiti, mentre io mi siedo e racconto a Tommaso come è andata. Tommaso è come se fosse mio fratello minore, gli voglio un mondo di bene e non farei mai qualcosa per farlo soffrire. I Ferrario, in verità, sono tutti miei fratelli: Edoardo è quello che ti aiuta quando combini un casino enorme e che ci procurava l'alcol quando eravamo minorenni. Inoltre le sue interpretazioni ci hanno fatto passare delle serate molto divertenti; Vittorio è il "buffone di corte", è lui che anima le feste; Tommaso, prima, era il cucciolo di casa, ora che anche lui è cresciuto è quello con cui scambiarsi i segreti; Giorgio, però, rimarrà per sempre il mio Ferrario preferito, se gli altri per me sono come fratelli, lui è il mio gemello; anzi, siamo gemelli siamesi, perché siamo attaccati sin dalla nascita.
< Cazzo>, sussurra Tommaso riscuotendomi dai miei pensieri.
< Le avevo anche detto che non mi piaceva quel genere di musica!>, si lamenta prendendosi la testa tra le mani.
< Ma se non ascolti altro al di fuori del rap!>.
< Lo so, ma non volevo che lei lo sapesse>.
< Come mai?>.
< Quando ho scoperto che le piaceva il rap, ed in particolare ill movement, ho capito che se le avessi detto di Giorgio lei si sarebbe voluta mettere con me solo per arrivare a lui; sarei stato il fratello di Mostro, non Tommaso>, spiega, e capisco a pieno le sue motivazioni.
< E ti lamenti anche di essere il fratello di sto gran pezzo di fico?>, D
Dice Giorgio entrando nella stanza ed indicandosi, sottolineando le ultime parole.
<Cazzo Gio', tu non capisci, adesso mi userà solo per arrivare a te!>.
< Se farà così la manderai a fanculo, non fare il melodrammatico>.
< Vaffanculo!>.
Giorgio ignora il fratello e mi porge una delle sue felpe e un paio di scarpe
< Ehi, ma queste sono mie! Ecco dove erano finite!>, affermo prendendo le scarpe tra le mani. Le ho cercate ovunque, credevo di averle lasciate in Sardegna.
< Le hai lasciate qui il giorno che sei tornata dalla Sardegna>.
< Cazzo Gio', è stato più di due mesi fa! Le ho cercate in lungo e largo>.
<Colpa mia>. Alza le mani in segno di resa e sorride. Respira, Nicole. Da quando i suoi sorrisi ti fanno quest'effetto? Da sempre Nicole, da sempre.
Vado in bagno e mi metto la felpa, per poi tornare in sala. La felpa mi sta enorme, ma solo perché è un oversize. Me la porto al naso e l'annuso, odora di lui, del mio profumo preferito.
Usciamo di casa e andiamo in giro per il quartiere con lo skate. Siamo tutti vestiti di nero ed in giro la gente ci guarda sempre, oramai ci siamo abituati.
Ci fermiamo un attimo e ci sediamo su un muretto in un parchetto che frequentiamo spesso, anche con la comitiva.
< Che ne dici se stasera uscissimo con la comitiva per festeggiare il tuo nuovo lavoro?>, propone Giorgio.
< Sì, è tanto che non facciamo un serata come si deve>, lo assecondo io.
< Okay, chiediamo al resto della ciurma>.

SPAZIO AUTRICE
Lo so, fa schifo, ma i prossimi giuro che vi piaceranno di più

Correggimi se sbaglio~Mostro Where stories live. Discover now