Capitolo 35

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GIORGIO
Penso e ripenso a cosa possa fare affinché Nicole mi perdoni, ma alla fine arrivo ad una semplice conclusione: devo dedicarle più tempo, non ci sono cazzi. Nonostante io la desideri più di tutte le altre, per questo Rap del cazzo l'ho fatta da parte.
Passo l'intera giornata in studio con Andrea, Matteo e Giulio, ma non riesco a concentrarmi, continuo a pensare a Nicole e al fatto che, seppur inconsapevolmente, l'abbia fatta soffrire.
Prima di tornare a casa mi fermo in un supermercato per comprare qualcosa da mangiare per stasera ed un cartellone.
Appena rientrato in casa prendo un pennarello nero indelebile e scrivo "ti amo, anche se sono uno stronzo" sul cartellone. So che le parole non servono a niente, ma sono un inizio.
Inizio a preparare la cena, ma vedendo che si è fatto abbastanza tardi ed ancora non è rientrata la chiamo.
< Amore, quanto c'hai?>.
< Ceno con Chiara, ciao>, risponde fredda. Senza darmi nemmeno il tempo di rispondere, chiude la chiamata. Ecco come si è sentita lei per un mese. Ribadisco, sono una merda.
Dopo aver cenato con Tommaso mi sento stanchissimo, perciò vado in camera mia. Mi sdraio sul letto e mi metto sopra a mo' di coperta il cartellone. Vorrei aspettarla sveglio, ma mi addormento subito.

NICOLE
Oggi ho deciso di fare la stronza. Giorgio deve capire che fa male essere messi da parte.
Dopo il lavoro passo tutta la sera con Chiara.
Non appena rientro a casa vado dritta in camera, senza andare nello studio a salutare Giorgio. Non appena entro in camera rimango sbalordita nel vederlo addormentato. È tutto rannicchiato ed è a dir poco dolcissimo. Mi avvicino a lui per sistemargli quella che, a primo impatto, mi sembra una coperta; si rivela invece un cartellone dove sopra ci è scritto: " ti amo, anche se sono uno stronzo ". Cazzo se è dolce.
Gli tolgo da sopra il cartellone e lo poggio sulla scrivania.
Vado nel ripostiglio a prendere due coperte per coprirci, ma non appena torno in camera vedo che si è girato ed ora è sdraiato a pancia in su al centro del letto. Lo copro con una delle coperte e, dato che occupa praticamente tutto il letto, decido di andare a dormire sul divano, per non svegliarlo dato che, a giudicare dal fatto che è ancora presto e che già dorme, deve essere molto stanco. Dopo essermi lavata ed essermi messa il pigiama vado in sala e mi sdraio sul divano nero.
Mi giro e mi rigiro cercando di prendere sonno, dato che non è di certo il massimo della comodità. Finalmente, dopo quelle che mi sembrano ore, mi addormento. Fortunatamente domani entro alle 10 a lavoro, perciò posso dormire un po' di più.

GIORGIO
Sono sveglio già da un po', ma non ho voglia di alzarmi. Da sotto la coperta allungo un
braccio per abbracciarla, ma sotto di me sento solo il materasso. Mi metto a sedere e mi guardo intorno, prendo il telefono per vedere che ore sono; sono le 8, possibile che ancora non sia rientrata? E se le fosse successo qualcosa?
La chiamo, ma sento il suo telefono squillare. Seguo il rumore della sua suoneria fino alla sala, dove lo vedo squillare sopra il tavolino. Nicole sta dormendo sul divano. Oh mio dio, è talmente incazzata da preferire questo scomodissimo divano a me? Cazzo, sicuramente vuole lasciarmi.
Preso dall'ansia vado in bagno, mi lavo e mi vesto alla velocità della luce ed esco di casa.
Prendo la macchina e velocemente digito il numero di Vittorio.
< Vitto, posso venire a casa tua?>.
< Sí, ma che è successo, Gio'?>, domanda con voce impastata dal sonno.
< Ti spiego appena arrivo>; detto ciò chiudo la chiamata e butto il telefono sul sedile del passeggero. Mi tremano le mani, porcoddio. Devo calmarmi, in qualche modo. Mi guardo intorno e vedo un supermercato vicino. Mi parcheggio ed entro nel supermercato. Prendo una bottiglia di vodka abbastanza costosa dallo scaffale e vado verso le casse, che fortunatamente sono semi vuote, ma la commessa mi guarda stranita.
< Che cazzo c'hai da guardare, biondina? Non hai mai visto un ragazzo comprare della vodka?>, sbraito dopo l'ennesima occhiataccia.
< Non alle 8:30 di mattina, abbiamo appena aperto>.
< E che cazzo me ne frega se avete appena aperto? La compro quando cazzo mi pare>. Fortunatamente, resta zitta e batte la bottiglia sul codice a barre. Mi dice il prezzo e, dopo aver pagato, torno in macchina. È un vizio del cazzo, ma bere mi aiuta a rilassarmi. Se fossi a casa mi sarei già fumato una o più canne, ma qui fuori non è proprio il massimo della sicurezza. Non ho voglia di rompermi i coglioni con degli sbirri.
Apro la bottiglia e mando giù delle lunghe sorsate. La gola mi brucia e quasi vomito, ma continuo a bere. Non avendo mangiato nulla, ben presto non sono più lucido, ma raggiungo lo stesso casa di Vittorio senza problemi. Mi parcheggio e mando giù un'ultima, lunga sorsata. Adagio la bottiglia sul sedile e poi scendo. Traballo fino alla porta. Sbaglio varie volte a centrare il campanello e quando finalmente lo centro lo tengo premuto per diversi secondi.
< Oh un secondo, dio cane, non sono mica sordo>, dice Vittorio aprendo il portone.
< Che cazzo hai fatto?>, urla da dietro di lui Clarissa, mentre io continuo a tenere il dito sul pulsante del campanello. Vittorio mi porta dentro tirandomi per la maglia e mi fa sedere sul divano.
< Non sono nemmeno le 9 e sei ubriaco fradicio, si può sapere che cazzo è successo?>.
< Nicole mi vuole lasciare>, ciancico, poi faccio una risata amara. < E non capisco perché, madonna schifosa>, dico, iniziando ad alterarmi. Mi alzo di scatto dal divano e traballo un po' prima di trovare l'equilibrio. < Sono un fidanzato perfetto!>. Prendo un vaso dal tavolino da fumo davanti a me e lo scaglio contro la parete di fronte. Clarissa caccia un urlo e mi guarda alibita.
< Ma sei pazzo?>.
< No, è ubriaco>, la corregge Vittorio.
< Okay, ultimamente l'ho messa un po' da parte, ma non può lasciarmi!>. Mi avvicino alla parete e tiro un cazzotto. Come ogni qual volta prendo una sbronza, divento violento.
< Se mi lascia mi ammazzo!>. Vedo il sangue sgorgare dalle mie nocche e faccio un ghigno. Vedere il sangue sgorgare mi fa ricordare quanto mi facesse stare bene tagliarmi. Corro in bagno e lo metto a soqquadro, cercando un lametta. Vittorio mi blocca le braccia dietro la schiena e mi porta fuori dal bagno. Mi porta in camera sua e mi fa cadere sul letto, dandomi uno spintone. Sembro proprio un matto.
< Ma che cazzo ti è preso? Spiegami per bene perché Nicole vuole lasciarti!>.
< Te l'ho detto! Perché non la considero più!>.
< Ma ti ha detto proprio:" voglio lasciarti"?>.
< No, l'ho capito da solo>.
< Giorgio, ma te non capisci una sega! Stai facendo tutte queste storie e non ti ha né lasciato né te lo ha detto!>.
Effettivamente ha ragione, ma sono troppo andato per ragionarci.
< Lei è la persona più importante della mia vita, non so cosa farei senza di lei>.
< Grazie per la considerazione>, dice ridendo.
< Comunque sta tranquillo, non ti lascerà>.
< Ha preferito dormire sul divano! Lo sai cosa vuol dire questo?!>.
< Vuol dire che hai occupato tutto il letto e non volevo svegliarti>. Nicole pronuncia queste parole entrando nella stanza. È ancora in pigiama e sorrido vedendola, ma poi mi ricordo che vuole lasciarmi e mi rattristisco subito.
< Amore mio, ti prego, perdonami!>. Mi butto in ginocchio davanti a lei e le prendo le braccia facendole unire dietro la schiena
< Per cosa?>, domanda sollevando un sopracciglio.
< Perché sono un bastardo. Non lasciarmi, ti prego>. Poso la testa sul suo ventre piatto, come a vomermici nascondere.
< Ti prego>, pronuncio con voce roca.
< Gio', non voglio lasciarti>, mi rassicura accarezzandomi i capelli, gesto che solo a lei è permesso fare.
< Davvero?>, chiedo guardandola negli occhi e sorridendo. Per tutta risposta annuisce sorridente.
Tutta la vodka che ho bevuto a stomaco vuoto mi torna su e, dato che sono un cretino, rovino il momento vomitandole nelle scarpe. Porca troia, adesso sì che mi lascerà! Lei si scansa e io metto il peso sulle braccia continuando a vomitare tutta la vodka.
< Sembra l'esorcista!>. Sento dire ridendo Vittorio. Tra un conato e l'altro riesco a fargli il dito medio.
Non appena finisco di rimettere vado in bagno, mi sciacquo faccia e denti e passo le mani sotto l'acqua per pulirle dal sangue.

NICOLE
Corro nel bagno di quella che prima era la mia camera e mi tolgo le scarpe. Sicuramente le butterò, fortuna che non mi piacevano nemmeno tanto. Mi sciacquo i piedi e chiedo a Clarissa un paio di calzini e delle scarpe. Ha un numero in meno di me, perciò mi stanno un po' piccole. Pazienza, resisterò fino a che non torniamo a casa. Vado in camera di Vittorio e Clarissa e aiuto quest'ultima a pulire il pavimento.
Giorgio esce dal bagno, ancora non è in sé, così lo accompagno a casa. Durante il viaggio non fa che guardarmi sorridente. È alquanto buffo.
Non appena entriamo a casa gli dico di andare a farsi una doccia fredda, giusto per smaltire ancora di più la sbornia, nel mentre vado a prepararmi nell'altro bagno.
< Nic, dove sei?>.
< Al bagno amore, arrivo>. Finisco velocemente di lavarmi e lo raggiungo in sala, non prima essere andata in cucina e avergli preso dei crackers e dell'acqua.
< Non lasciarmi mai>, sussurra con sguardo da cucciolo bastonato.
< Stai diventando troppo sdolcinato, dov'è "ill mostro"?>.
< Con te "Mostro" può andare a farsi fottere>. Mi abbraccia e mi lascia un bacio sulla guancia.
< Prometto che non ti trascurerò più, staremo sempre insieme>.
< Ora non esagerare>,ribatto ridendo.
< Vado a lavoro, mi raccomando, non fare cazzate>. Gli do un bacio sulle labbra e vado a lavoro.

SPAZIO AUTRICE
Belle bimbe, siamo quasi alla fine di questo primo capitolo della storia, ancora pochi capitoli ( forse 1 o 2 addirittura) e poi si passa al secondo (:
Nella foto è davvero la mano di Giorgio, chissà che aveva combinato ahahahah

Correggimi se sbaglio~Mostro Onde histórias criam vida. Descubra agora