Parte 1 senza titolo

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"Hai visto? Te l'avevo detto che dovevamo venire prima!".

La voce si perde nella confusione che anima la Galleria Sordi, piena di centinaia di ragazzi che l'affollano in ogni angolo. Ridendo, scherzando. Urlando. Tormentando furiosamente smartphone e cellulari. Ma soprattutto cercando di entrare nella grande Feltrinelli, situata nel cuore della galleria.

Davanti all'ingresso della libreria, qualcuno comincia a spingere, nella speranza di far saltare il servizio d'ordine che da un po' non lascia passare più nessuno.

Accanto alla vetrata che delimita la galleria, Michele smette di digitare l'sms che stava componendo e si guarda intorno perplesso.

È appena arrivato e non si aspettava di trovare questa confusione.

Il rumore prodotto dai ragazzi supera anche la voce di Berlusconi, che dall'alto di maxi schermi domina i due bracci della galleria rifilando l'ennesimo attacco ai giudici. O ai comunisti. O alla corte costituzionale. O a quel che è di turno.

Michele tende il dito medio verso l'immagine del premier, facendo attenzione a tenere la mano bassa e riparata dalla borsa.

Meglio non farsi notare.

Se ci fosse a portata Giulio, il suo socio al 50% nella ProPub., una delle più grandi agenzie di comunicazione della capitale, gli avrebbe già tirato un calcio nelle palle.

E avrebbe fatto bene, visto che il novanta per cento del loro lavoro proviene da istituzioni legate al governo o da amministrazioni di centrodestra.

Michele un po' se ne frega, un po' oggi con Berlusconi è incazzato nero.

Se ne frega perché gli piace atteggiarsi da cinico, creativo e di sinistra.

È incazzato perché il vecchio satiro è andato a ficcarsi nei casini veramente da coglione. E insieme a lui rischia di andarci anche tutta la Pro.Pub..

In un altro momento Michele non sarebbe tanto preoccupato.

Silvio ne ha viste ben altre.

Ma questa volta è diverso.

Nell'ambiente corrono brutte voci. Si parla di improvvisa senescenza. Rincoglionimento senile, a dirla con parole chiare.

Anche i più stretti collaboratori di quello che presto potrebbe diventare un ex premier parlano di lui come di un povero vecchio, vittima di un delirio erotico e nelle mani di un circolo di affaristi. Sanguisughe costrette a sopportarlo solo perché non hanno ancora trovato con chi sostituirlo.

E allora.

Allora figurarsi se non può mandarlo affanculo Michele, che se Silvio veramente si dimette rischia di perdere una delle più importanti commesse degli ultimi anni.

Due ragazzine affiancano Michele.

Trucco esagerato per i loro anni. Qualche chilo di troppo portato con l'indifferenza dell'adolescenza. Jeans a vita bassissima.

"Ma che sta succedendo?", ne approfitta per chiedere lui.

Le due ragazzine lo guardano disgustate. Lo studiano come se fosse un marziano.

Concludono che si tratta solo di un vecchio dinosauro e si rassegnano a rispondere.

"C'è Emma che firma il suo cd", dice una delle due.

"Emma Marrone, di Amici", aggiunge l'altra, con la stessa pazienza che avrebbe usato con suo nonno.

Michele ha la tentazione di mandarle a quel paese.

Quattro passi nel buio. Oltre l'amore.Where stories live. Discover now