Buongiorno, sono la supplente!

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Da quel giorno cominciai a fare supplenze di ogni genere e in svariate scuole.

Ogni mattina c'era la possibilità che mi chiamassero, e pensate un po', da quando incominciai ad insegnare non ebbi più bisogno della sveglia!

Niente soldi sprecati in inutili sveglie che il più delle volte si rompono solo perché scaraventate a terra in un momento di dormiveglia; niente denaro buttato in superflue sveglie che si dimenticano di puntarsi da sole e quindi di suonare facendoti arrivare tardi al lavoro.

Niente di tutto ciò amici!

Forse perché il ministero dell'istruzione regala ad ogni insegnante una sveglia? Perché sono insonne? Mattiniera? Perché ho degli speciali poteri paranormali che mi consentono di svegliarmi all'ora che voglio magicamente? No ragazzi, io tutto ciò lo devo alla scuola! Ebbene sì, alla scuola.

Il mio speciale grazie va alle dolci segretarie che ti chiamano alle 7 di mattina chiedendoti:

«È libera per una supplenza?»

«Quan-do co-min-cia?»

«Ora»

«Ma come ora? Sono in pigiama con le caccole negli occhi!»

«Signorina la supplenza comincia ora, accetta o non accetta?»

Servono nervi saldi per non imprecare. E anche solo per formulare un pensiero di senso compiuto dopo il dolce risveglio. Bisogna essere allenati e scattanti.

«Posso pensarci un attimo?»

«No»

Quanta comprensione, quanto amore nelle parole della segretaria! Che dolce risveglio il telefono di casa che squilla contemporaneamente al cellulare! Che bello dormire con i due telefoni in mano e buttarsi giù dal letto non appena suonano rotolandosi sul tappeto e poi inciampando al buio in qualunque cosa che possa provocare lividi permanenti!

Un'altra meravigliosa giornata da precaria comincia!

Che gioia.

Come se non bastasse già questo a renderci impossibile la vita ci si aggiunge il fatto che bisogna conoscere perfettamente tutto lo scibile umano perché può capitare di insegnare qualunque materia! E cosa pensate che capitasse la maggior parte delle volte di insegnare a me, laureata in lettere?

Ovviamente matematica e scienze! Ovvio. E naturalmente più che giusto.

Quando succede questa simpatica cosa in più, per aggiungere al danno la beffa, ti capitano sempre classi di geni che pongono domande più intelligenti e difficili della mia prof di latino, la Castelli. Lei sì che era specializzata in domande impossibili e improbabili, non ci saresti mai arrivato, nemmeno se fossi stato uno di quinta liceo capitato per caso in una prima, nemmeno se il tuo quoziente intellettivo fosse stato superiore alla media, nemmeno se avessi dovuto affrontare una verifica conoscendo perfettamente tutte le domande.

Flashback.

Mi sembra doveroso ricordare l'impresa di tre patriottiche compagne di classe, me compresa ovviamente, che tentarono di fargliene una bella alla tanto amata prof. Castelli! Insieme alle mie compagne di classe siamo state così furbe da rubare le domande della verifica di storia dal cassetto della professoressa. Tornate a casa abbiamo cercato di rispondere alle improbabili domande, ma non ci siamo riuscite nemmeno avendo di fronte il libro. Forse perché la nostra amata prof. aveva scelto un libro incompresibile, proprio come lei. Un libro di testo che ti faceva venire voglia di piangere o di lasciare su due piedi la scuola. Non una figura! Non una foto, una cartina, uno schema: niente di niente! Solo fiumi di parole per noi incomprensibili.

Insomma morale della favola? Abbiamo preso lo stesso 4, tutte. Anzi no, le più fortunate 5!

Ecco, quando mi capitava di insegnare matematica o scienze, i bambini super svegli mi ponevano delle domande degne della prof. Castelli ed io a quel punto mi ritrovavo in un vicolo cieco e dovevo tirare fuori il meglio di me per inventarmi scuse plausibili, perché ovviamente in quel momento non riuscivo nemmeno a capire la domanda, figuriamoci la risposta!

«Bimbi, ora però non possiamo perdere tempo perché l'ora sta per finire e abbiamo ancora molte cose da fare, domani che abbiamo due ore risponderò a tutte le vostre curiosità.»

Pomeriggio sui libri.

Oppure, quando la domanda mi veniva posta tra capo e collo mentre io stavo tentando di spiegare ricorrevo a un blando rimprovero: «Bambini ma ora io vorrei sapere per quale motivo continuate ad interrompermi! Allora cerchiamo di comportarci bene?»

Che stronza eh?

In alternativa: «Guarda, visto che ti vedo molto interessato all'argomento, fai una piccola ricerchina così poi la esponi alla classe e la maestra ti mette il voto, ok tesoro?»

Genio del male!

C'è poi da dire che quando arriva la supplente tutti sono felici perché la maestra è malata e si presume che non si farà assolutamente niente perché la supplente non è la maestra, ma è solo un individuo non bene identificato che viene a fare il giullare per intrattenere la classe.

La supplente, secondo i bambini, è una che sostituisce la maestra ma ovviamente non sa bene le cose come lei, non sa leggere come la maestra, non spiega quella cosa lì nello stesso modo della maestra, non sa correggere come la maestra, non sa parlare come la maestra, non sa scrivere alla lavagna come la maestra e forse non sa fare nemmeno la pupù come la maestra!

Insomma la supplente è senza ombra di dubbio una nullità!

Io, fortunatamente per me, risulto sempre una nullità per lo meno simpatica.


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