Una notte di luna piena

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Era ormai notte, le nuvole oscuravano il cielo altrimenti cosparso di stelle. Dalla foresta nemmeno un rumore a rivelare la presenza di qualche creatura boschiva. Solo il fruscio del vento tra le foglie era udibile, conferendo all'ambiente un'atmosfera rilassante.

D'un tratto, però, a turbare quel silenzio perfetto, si sentirono tre voci di cui non si poteva individuare la provenienza, come se venissero direttamente dal nulla.

- Da che parte si va, ora? -

- E che ne so, la mappa ce l'hai tu! -

- Ragazzi, io non vedo niente! -

- Nemmeno io, se è per questo -

- Tu non conti, non vedi mai niente! -

- Parla quello che non riuscirebbe ad individuare un boccino nemmeno se gli svolazzasse davanti alla faccia -

- Com'è che con te si finisce sempre a parlare di Quidditch? -

- È quello che mi chiedo sempre anch'io, non è che siccome sei bravino in uno sport questo deve essere il tuo unico argomento di conversazione! -

- Tutta invidia -

- Per niente, io ho pregi più importanti! -

- Guarda che saper centrare il buco del gabinetto non vale come pregio. Sempre se ci riesci, ovvio... -

- Senti chi parla! Tu sei quello che non è nemmeno in grado di controllare i propri capelli. Insomma, guardali! Godono di vita propria, la tua testa sembra una foresta pluviale amazzonica dopo una precipitazione di idrometeore! -

- Ragazzi... -

- Tu invece perché non te li tagli, i capelli? Ormai fanno concorrenza a quelli di Silente! -

- Ragazzi! Basta! Dobbiamo trovare la strada! -

- Hai ragione, ci penso io. Lumos! -

- Oooh, finalmente! -

- Vedo il Platano! Avanti, di qua! -

- Ok, Pete, ci siamo, tocca a te! -

E dal nulla sbucò un topo che, squittendo spaventato, si diresse verso il grande albero per poi premerne un nodo sul tronco.

Dall'oscurità, rotta solo dalla flebile luce di una bacchetta, spuntarono altre due figure, una delle quali si affrettò a piegare con cura il proprio Mantello dell'Invisibilità per poi riporlo nello zaino che portava sulle spalle.

- Muoviti, James! -

I due si infilarono nella fessura tra le radici e imboccarono il lungo tunnel, mentre alla sagoma del topo di sostituì quella di un ragazzo bassino dai capelli biondi, e tutti insieme iniziarono a camminare.

- Ma quanto manca? -

- Smettila di lamentati, Sir! -

Il ragazzo dai capelli lunghi fece una sonora pernacchia, e quello occhialuto ridacchiava.

- Ecco, ci siamo! -

Aprirono la porta che si presentava davanti a loro, ed entrarono in una casupola vecchia e diroccata.

Nella stanza adiacente, trovarono ad attenderli un ragazzo alto dai capelli color caramello e il volto pieno di cicatrici non ancora del tutto rimarginate. Appena vide i suoi ospiti, sorrise.

- Eccovi -

- Scusa il ritardo, Rem, ma questi due hanno iniziato a litigare come al solito-

- Ehi! - dissero gli altri due contemporaneamente per poi scoppiare a ridere, coinvolgendo ben presto anche gli altri.

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