Meeting

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Siamo seduti su divano e poltrone, chiacchierando del più e del meno, quando udiamo bussare alla porta.

«Sono già arrivati?» salta su Daron, risistemandosi camicia e capelli. «Ma che ore sono?»

«Sono le quattro del pomeriggio, non è molto presto e neanche molto tardi.»

«Vado ad aprire...»

Sento il rumore della porta che si apre, poi due voci nuove e quella del chitarrista; dopo un paio di secondi di ascolto mi rendo conto che il timbro di voce del padre è lo stesso di Daron. Li sento parlottare in una lingua che non riesco a comprendere, probabilmente armeno visto che so delle origini armene dei ragazzi, mentre appendono i cappotti nell'ingresso e si dirigono verso il soggiorno.

Mi liscio rapidamente i capelli e la gonna, assumendo una posizione "formale" e garbata, con le mani posate in grembo. Spero di fare una buona impressione...

Sulla soglia compaiono due persone, all'incirca di mezza età: lui è bassino, con capelli ingrigiti e pizzetto e barbetta dello stesso colore, mentre lei è più o meno della stessa altezza, con capelli di media lunghezza un po' chiari e un sorriso molto carino che somiglia molto a quello del figlio. Entrambi sono vestiti non troppo formalmente e per questo devo ringraziarli perché così non mi sentirò a disagio.

«Salve a tutti!» salutano insieme, sorridendo, e rispondiamo quasi in coro, dopodiché Daron mi fa cenno di alzarmi e raggiungerlo e fa le presentazioni.

«Mamma, papà, lei è Nikki» dice semplicemente, guardando prima loro e poi me. «Nikki, loro sono i miei genitori.»

«Piacere!» timidamente rivolgo loro la parola per la prima volta, stringendo la mano ad entrambi.

«Figliolo, non ci avevi detto che hai trovato una fidanzata!» esclama il padre, sorpreso e contento allo stesso tempo, mentre ci riaccomodiamo.

Io e Daron ci guardiamo per un attimo, straniti, poi lui si affretta a spiegare la situazione.

«Papà, lei non è la mia fidanzata, è solo un'amica... cosa ti ha fatto pensare una simile cosa?»

«Conosco i tuoi colleghi abbastanza da capire che lei non potrebbe essere la fidanzata di nessuno di loro, la vedo molto bene con te. Comunque, anche se non è la tua fidanzata, è molto carina lo stesso.»

Arrossisco e faccio un cenno con la testa per ringraziare per il complimento.

«Cara, come hai conosciuto quel matto di nostro figlio e i suoi colleghi?» mi domanda la madre, dolcemente.

«È successo per caso» inizio, con voce quieta «Serj mi ha soccorsa in un momento di bisogno e così ho conosciuto lui e i suoi amici pazzerelli, incluso vostro figlio. Sono gli amici migliori che potessi mai chiedere di avere, onestamente.»

«Oh, capisco» risponde la signora, con un sorriso.

«E c'è di più» interviene Serj, con una traccia di orgoglio nella voce «visto che uno dei nostri tecnici di tour è infortunato gravemente e noi partiremo a metà gennaio per la nuova tournée, lei lo sostituirà perché non è solo una bella e brava persona, ma ha anche capacità e talenti notevoli.»

Mi si inumidiscono gli occhi per la lode che il cantante ha appena tessuto di fronte a due persone che ancora non conosco.

«Mi fa davvero molto piacere» si esprime il signor Malakian, affabile. «E dici un po', nostro figlio fa il bravo o ti rompe le scatole?»

«Vostro figlio è un caro ragazzo, però sì, ogni tanto fa il monello e pare che voglia proprio essere picchiato» rispondo, scherzosa, dando una mezza gomitata al chitarrista che è seduto alla mia destra e replica il mio gesto, ghignando.

How I feel when I'm around you (System Of A Down)(IT)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora