Capitolo 7 - Fantasmi dal passato

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Il problema più grande delle relazioni finite non è la mancanza, è la negazione. Non è vero che l'amore è vero solo se dura per sempre, solo perché è finito si può dire che non era amore? No. La verità è che quando un amore finisce è perché non si è più coinvolti e bisogna accettarlo. Spesso le persone fanno a meno di noi anche quando noi non riusciamo a fare a meno di loro. Sarebbe meglio la menzogna? No. Non possiamo portare avanti situazioni sperando che in futuro cambino, possiamo solo sperare di essere stati importanti a tal punto da diventare quel particolare che scorgerà sempre nell'aria. Le storie finiscono, mentre quel piccolo particolare unirà due persone per sempre.

James.
<<Sei ancora qui?>> Joy interrompe i miei pensieri.
<<Sì, e non chiedermi il perché>> la piccola italo-americana mi posa davanti una birra fredda
<<Non lo farò. Conosco già la risposta... è un perché con i capelli neri e gli occhi verdi>>. Colpito!
<<Non aspettarla. Cercala>>
<<Non posso... voglio che abbia il tempo che le serve, non ho intenzione di metterle fretta>>. Mi osserva meravigliata <<Alza quel bel culo da sei miliardi di dollari, sei James Scott! Che cavolo avrebbe mai da riflettere? Vuole solo sentirsi all'altezza delle tue attenzioni. E' una cameriera, tu sei un attore. Sorprendila! >>. Non avevo mai riflettuto sull'ipotesi che Sara potesse sentirsi spaventata da me, dal mondo in cui vivo. Come potrebbe? Io non sono nessuno. Lei invece... lei è la cosa più pure e preziosa che abbia mai visto, è talmente fuori dalla mia portata che spero non se ne accorga mai. Mi lascio convincere da Joy e mi sporgo sul bancone per darle un bacio sulla guancia <<Sei grande!>>
<<Cosa ho fatto? >> Sono già in corsa verso gli ascensori mentre si interroga sulla mia reazione.
<<Vedrai. Ci vediamo dopo>>. Spero che abbia sentito mentre le porte di metallo si chiudono sul suo gran sorriso. Ho avuto un'idea geniale.

Sara.
Arrivo al BUZZ molto in ritardo, ho cambiato strada tre volte per deviare il traffico, mi fiondo nel deposito cercando di passare inosservata tra la folla, sono appena le 19.00 e il locale è già colmo di persone. Sono felice di passare quelle ore lontane dal caos. Mario ha licenziato i tre idioti maniaci dopo la mia brutta avventura e le ragazze dello staff hanno avuto il coraggio di confessare ben altre bravate. Ho bisogno di questo silenzio, vorrei poter spegnere il senso di colpa che mi urla di aver rovinato una splendida notte. Forse ho chiesto troppo a me stessa, le ferite sono ancora aperte per sanarsi tra le braccia di James. Le sue bellissime braccia muscolose... intorno a me... <<Ehi straniera! >> Mario interrompe il mio sogno ad occhi aperti. <<Ciao>> il falso entusiasmo è tangibile in quelle quattro lettere, ovviamente se ne accorge, prende due sedie lì vicino e si accomoda, usandone una per distendere le gambe <<Quanta allegria! Sei qui da ore e non hai ancora rotto nulla. I miei sogni si sono avverati? >> Lo guardo sarcastica ma non rispondo <<Bene. Immagino che stiamo per parlare di quel ragazzo alto, moro e muscoloso che contribuisce alla mia fortuna ogni giorno>>, sorrido imbarazzata da come imita il mio modo di descrivere James qualche sera prima, mentre eravamo nascosti dietro la grande scala a consumare la cena <<Non costringermi a scegliere tra voi due ti prego. Se uno agevola le mie entrate, l'altro aumenta le uscite>>. Ridiamo in sintonia e mi sento di nuovo serena.
<<Mario io... lo amo>>. I suoi occhi nocciola si accendono e mi guardano felici, nonostante un velo di amarezza <<Te lo meriti>> ti sbagli.
<<Ci sarebbe un piccolo particolare... abbiamo discusso>>
<<Sara...>> mi ammonisce incredulo e sposta velocemente i piedi dalla sedia al pavimento.
<<Lo so, lo so. Sono una stupida! Vivo ogni emozione sugli attenti, sai bene cosa ho passato, alzo dei muri e ci resto intrappolata>> Mario sospira e si avvicina, poggiandomi le mani sulle spalle <<Sara, basta. Io ti ho appoggiato e lo farò sempre ma c'è una cosa che non ho mai sottolineato... era un bastardo! Ti ha abbandonata, ti ha tradita, ti ha mentito e credimi era unico nel suo genere. Dubito che qualcuno possa tenergli testa, neanche un attore ci riuscirebbe. Non permettergli di rovinarti la vita>>. Il mio dolce amico. Ancora una volta è stato la voce della coscienza. Lo guardo rapita mentre si china per baciarmi la fronte. <<Mario ti dispiace se...>>
<<Vai! >> Immagino un sorriso sul suo bel viso mentre si volta per andarsene, è già lontano, ma gli grido comunque: <<Grazie>>.
Mi sfilo la matita che blocca i capelli sciogliendo la lunga chioma ed esco dal deposito più velocemente di come ci sono entrata. Premo il pulsante per chiamare l'ascensore, ma prima che arrivi mi volto e fisso la scala. La salgo velocemente e quando arrivo sulla terrazza, un'ondata di sconforto mi travolge. Non c'è nessuno.

Believe in meWhere stories live. Discover now