Capitolo 13 - La resa dei conti

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Saranno restituiti smaglianti sorrisi a chi ha pianto e a chi ha continuato a sorridere anche quando era dura. Sarà ottenuta una vittoria da chi ha perso, pagando un prezzo troppo alto. Sarà dato un amore a chi ha amato veramente tanto, ma non si è accontentato. Sarà accresciuta la forza e il coraggio di chi non si è arreso nei giorni di pioggia, perché il tempo è galantuomo, nel bene o nel male restituisce tutto a tutti.

Sara.
La grande mela non è cambiata, bellissima e trafficata all'ora di punta. Sono le 14:30 e ho solo trenta minuti per arrivare dall'altra parte della città <<Please, come on!>> il taxista mi guarda scettico mentre mi lascio travolgere dall'ansia, capisco che non può nulla contro la coda di macchine dinanzi a lui, ma questo non mi fa sentire meglio. Dopo qualche chilometro, avvolta dalla consapevolezza di non fare in tempo, scendo dall'auto lasciando un'abbondante mancia e corro verso l'appartamento che si trova a pochi isolati di distanza. Spero di trovarlo ancora lì. Quando arrivo alla porta dei grandi nastri gialli catturano la mia attenzione. Sigilli? Presumo siano solo una precauzione per l'indagine ancora in corso. Noto che sono tagliati lungo il perimetro della porta, come se qualcuno li avesse rotti per entrare. Chiudo gli occhi e busso piano. Non c'è nessuno. Non ho le chiavi con me, erano tra gli oggetti da non mettere in valigia durante il mio viaggio di non ritorno e invece... eccomi qui, in preda al panico. Mi resta un'unica cosa da fare... correre! Lascio le valige fuori la porta, non ha importanza che qualcuno possa rubarle, il mio bene più prezioso è in strada adesso e devo raggiungerlo. Corro in direzione del tribunale dove a distanza di quindici minuti si terrà l'incontro, il mio vestito nero corto sfreccia tra i passanti che si scansano impauriti e mi ritrovo difronte alla grande scalinata che funge da ponte, ricordo quando James mi ha fatto da guida in queste strade, mostrandomela per la prima volta, l'avevo subito associata al Ponte dei Sospiri di Venezia. La folla di giornalisti dall'altra parte della scala mi riporta al presente, salgo velocemente i gradini poi la corsa si arresta. James... le gambe mi tremano e non per l'adrenalina. Avanzo verso il centro della scala, non curandomi della folla accanita, un attimo prima di arrivare al microfono riprendo fiato, tenendo a bada le morse allo stomaco. Accecata dai flash, con agilità supero James, arrivando per prima all'asta posizionata su un vecchio leggio in legno, lui resta immobile dietro di me. <<Sara...>> lo sento sussurrare il mio nome e ho paura di voltarmi e rendermi conto che sia solo un sogno.
Non posso crederci di averlo fatto davvero. Guardo il volto di tutte le persone al di sotto della scala stranirsi, il coraggio che mi ha accompagnata fin qui sembra svanito. Non so cosa fare. Chiudo gli occhi e trattengo il respiro quando finalmente mi volto e dopo tanto tempo incrocio quei fantastici occhi blu... lucidi, spaesati, felici... sono il riflesso dei miei. È per lui che sono qui. So cosa dire: <<Salve... mi esprimerò nella mia lingua perché so che avete modo di capire quello che sto per dire, soprattutto perché non sono brava a stare sotto i riflettori e immagino che voi avevate migliaia di domande ma vi pregherei di ascoltarmi. Sapete è facile dubitare di uno come lui: ricco, giovane, di successo... la droga è una conseguenza logica. Mi dispiace deludervi, ma non è così. Non esistono categorie di persone, esistono gli esseri umani e ognuno di noi è diverso dall'altro. Vi parla una persona che è scappata via credendo di essere stata ingannata dal solito ragazzino ricco e di successo. Beh, vi sbagliate! Io... mi sbagliavo! James è diverso, lui ha mantenuto se stesso e la sua integrità, voi pensate che sia una persona meschina? Siamo noi i meschini. Perché ci lasciamo ingannare dalle apparenze o dalle voci che ci arrivano all'orecchio. Andiamo! Sapete bene che è innocente, chi di voi non ha buttato qualche notte o qualche intera giornata nascosto dietro un cespuglio aspettando che lui facesse qualcosa di sbagliato qualcosa di ovvio da mettere in prima pagina, non avete sempre perso tempo? E' una persona umile, nonostante il suo successo e la sua fama è rimasto ciò che è, una persona semplice... fantastica>>. Mi volto per guardarlo ancora come per cercare un'approvazione che inaspettatamente trovo ed ho la forza di continuare: <<Oggi quasi tutte le persone capaci sono terribilmente impaurite di essere ridicole e sono infelici per questo. Lui no, ha sempre reso pubblico il suo talento, deve la sua fama solo a quello, non ai giornali scandalistici. Ero una persona triste e sconfitta dalla vita quando l'ho incontrato, non c'era nulla di buono in me, vivevo per abitudine. Poi lui mi ha trovata. Quest'uomo mi ha aperto il cuore alla vita e all'amore, mi ha insegnato che bisogna vivere giorno per giorno che devi permettere a te stesso di essere felice... perché non sai mai quanto fugace possa essere questa felicità. Non distruggete la sua! Se fosse stato quello che lo accusano di essere, voi lo sapreste già da molto tempo e invece no, non c'è nessuna prova. Aspettate che esaminino quelle bustine, se troveranno le sue impronte, allora io sono una stupida e voi avrete il vostro scoop... ma se non ci sono, allora qualcuno dovrà pagare per tutto questo male, perché non si può giudicare senza conoscere davvero. Ho vissuto con lui in questi mesi e so che non potrebbe mai farlo, mi fido di lui e della sua saggia essenza. Volete un colpevole? Indagate! Non basatevi su supposizioni. Basta un po' di coraggio per andare a fondo>> una lacrima mi cade leggera sul viso <<Venendo qui non pensavo di fare quello che ho fatto, volevo solo stargli accanto. Non credevo di essere in grado di parlare di fronte a tanti estranei con microfoni e telecamere ma adesso ho capito che chi ama veramente... il coraggio lo trova sempre>> Tutti quei giornalisti restano immobili a fissarmi con le telecamere puntate su di me. Regna il silenzio, disturbato solo dai click delle macchine fotografiche. Mi sento appagata. Tutto il dolore, il panico e il silenzio di questi ultimi giorni è scivolato via. Mi asciugo lo zigomo e mi volto verso le uniche braccia che desidero. James mi viene in contro, quando siamo l'uno di fronte all'altro, mi sfiora il viso e mi stringe forte, un attimo prima di sollevarmi facendomi girare stretta in un grande bacio. Il suo sapore... la morbidezza. Le mie labbra sono di nuovo dove devono essere, incastrate nelle sue. <<Finalmente sei arrivata>>
<<James, io...>>
<<Shh... non mi importa. Vieni qui>> obbedisco e mi stringo ancora nelle sue braccia per respirare il suo profumo.
James fa' un cenno al suo agente e capisco che non parlerà alla stampa. Sotto gli occhi stupiti di tutti i presenti, corriamo via scortati fino alla Cadillac che ci attende dall'altra parte della grossa scalinata.
Ci accomodiamo sui sedili posteriori per la prima volta e ci fissiamo negli occhi per un tempo lunghissimo. La grande mela ha di nuovo entrambe le sue metà.

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