Cap 01

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Liam's Pov

Dopo aver buttato di sotto la palla, tornai giù per le scale e mi divertii nel saltarne a due a due. Mi feci scappare qualche piccola risata, ma infondo era normale per un bimbo di sei anni, no?
Quando arrivai a terra, il mio cervello si azionò: non ero nella sala nella quale ero prima, bensì in uno stretto corridoio. La mia fronte di corrugò.
Avevo salito le stesse scale, eppure ero finito in un posto diverso.
Alle scale piace cambiare come ad Hogwarts?
Quel pensiero mi fece ridere e presi a camminare nel corridoio. Era illuminato solamente dalle candele appese ai muri e mi sembrava di essere in un film horror. Avevo paura e desideravo tornare a casa. Una risata allegra mi fece sobbalzare e come dal nulla, apparve una porta alla mia sinistra. L'aprì leggermente e sbirciai all'interno. C'era una cucina, nella quale una persona di spalle, vestita completamente di bianco con anche il cappello da chef, stava armeggiando con uova e farina. Quando si voltò lo vidi ben in faccia: aveva delle guance paffute e degli occhi azzurri vivaci e felici. Stava versando dell'acqua in una ciotola da cucina, per poi mescolare. -Una bella pizza italiana per il boss!- disse con voce allegra, mentre mescolava. Annusai l'aria e il mio olfatto fece finire i miei occhi su una torta al cioccolato, con panna e more, che si trovava vicino al forno, poco lontana dal cuoco.
La "foresta nera". La mia preferita.
Mi leccai i baffi. Avevo una fame da lupi e volevo con tutto me stesso mangiare quel dolce che, a parer mio, mi stava dicendo: "Mangiami, mangiami...".
Aspettai un po', per poi vedere il cuoco togliersi il cappello, mostrandomi i suoi capelli biondi con la cresta, e andare in quella che doveva essere la dispensa. Mi affrettai: aprii di poco la porta e corsi velocemente a prendere quella delizia. La portai sul tavolo sulla quale lo chef stava lavorando e feci attenzione mentre l'appoggiavo.
Non mi dispiacque neanche di usare le posate. Presi quella che consideravo una "fetta" con la mano e me la portai alla bocca, leccandomi poi le dita. Continuai a mangiarla, sporcandomi le mani, la bocca e di certo il naso. Era deliziosa, una vera prelibatezza per le mie papille gustative! Me ne misi in bocca un altro pezzo e masticai con gusto quando...-Ma che cosa...?-

Niall's Pov

Era veramente una splendida giornata quella!
Il padrone era stranamente di buon umore, non che io avessi nulla in contrario per questo, ma era comunque strano.
Mi aveva chiesto di preparargli per pranzo la pizza italiana che tanto gli piaceva e anche una torta "foresta nera". Questo mi parve assurdo: a lui non piaceva quella torta.
Quando gli chiesi il perché del doverla preparare, lui mi rispose che avremmo avuto un ospite.
Mi elettrizzai subito. Non avevamo mai avuto un ospite. Era un evento importante per me, perciò iniziai immediatamente a mettermi all'opera.
Stavo preparando l'impatto della pizza e mi serviva dell'olio, così ero andato nella dispensa per prenderne dell'altro. Quando tornai, rimasi sbalordito -Ma che cosa...?- fu la prima cosa che dissi e lasciai cadere l'olio per terra, che andò in frantumi. Davanti a me c'era un bambino con le mani nella torta che avevo preparato, la bocca sporca di cioccolato, le guance piene e il naso sporco di farina.
Ma da dove è entrato? È impossibile entrare senza il permesso del padrone. Non è che...
Mi avvicinai cautamente a quel bambino e gli sorrisi -Ciao.- dissi, tentando di non spaventarlo -Come ti chiami?- lui mi guardò con occhi spaventati e corse fuori dalla cucina, prima che avessi il tempo di fermarlo.

Liam's Pov

Corsi più veloce che potei, credendo che quel ragazzo mi stesse seguendo. Ora si che ero nei guai. Mi fermai quando, dopo aver superato una porta, ero finalmente ritornato nella stanza nella quale ero entrato. Misi le mani sulle ginocchia e presi dei bei respiri. Cavolo, che corsa!
-Ehi!- Oh, no -Che ci fai qui?!- mi chiese un uomo che era di fronte e mi guardava in cagnesco. Tremai alla sola vista di lui. Aveva i capelli scuri e gli occhi verdi, era vestito con jeans scuri e una maglietta nera a maniche corte che faceva vedere dei tatuaggi sulle braccia. Mi voltai e presi a correre, ma lui era più veloce di me e mi prese, sollevandomi dal colletto -Ti prego, lasciami andare!- urlai spaventato -Chi sei e come sei entrato qui?!-
-Dalla finestra. Per favore, lasciami!-
-Impossibile! Nessuno può entrare qui dentro. Ora chiamerò la polizia D ti sistemeranno loro, piccolo ladruncolo!-
-Non ho fatto niente! Non ho rubato! Volevo solo riprendere un pallone!- gridai esasperato, mentre mi trascinava verso un telefono fisso -Ma non prendermi in giro! Ora la pagherai, non dovevi entrare!- ringhiò, mentre alzava la cornetta. Stavo quasi per arrendermi, quando udimmo entrambi una voce: -Harry.- alzammo il capo verso la cima delle scale, dalla quale stava scendendo un uomo giacca e cravatta. Aveva i capelli mori e due occhi marrone scuro profondi, a dir poco bellissimi -Chi è il bimbo che stai tenendo per il colletto?- chiese con voce dal tono calmo e fermo -È un ladro, mio signore.-
-Un ladro? Ha per caso rubato qualcosa?-
-No, però è entrato qui e...- non finì la frase e lo vidi deglutire -Harry, andiamo, è solo un bambino.- ormai l'uomo ci aveva raggiunti ed era a un passo da noi -Però è riuscito ad entrare, mio signore.-
-Infatti, Harry. È riuscito ad entrare.- sottolineò la cosa, come se avessi fatto chissà chè. L'uomo misterioso si avvicinò ancora di più al ragazzo che, se avevo capito bene, si chiamava Harry. -Hai capito? Lui è riuscito ad entrare.- Harry annuì mentre guardava in basso -Ora, perché non dai a me il bambino, Harry?- quest'ultimo tornò a guardarlo, ma con terrore e paura -Ma signore, lui non è.... non è come noi.- sussurrò l'ultima parte e la potei sentire a mala pena -Lo so, Harry, lo so.- disse risoluto l'uomo, guardandolo negli occhi. Il castano annuì e mi prese da sotto le ascelle, per poi darmi in braccio a quell'uomo misterioso -Grazie, Harry. Dì a Niall di portarmi da mangiare nel mio ufficio.- disse cordialmente e si voltò, salendo le scale, tenendomi ancora in braccio. Lo guardai dalla mia prospettiva e lui mi sorrise -Come ti chiami, piccino?-
-L-Liam.- balbettai, per poi stringermi contro il suo petto, sperando di nascondermi -Sei il figlio dei Payne, giusto?-
-S-si...quindi mi riporterai a casa?- lui mi sorrise e mi strinse maggiormente -Hm... non credo proprio.- mormorò per poi soffiami sulla faccia. La cosa mi parve un po strana, poi sentì la testa girarmi e un bisogno necessario di dormire mi fece chiudere gli occhi -Buonanotte, mio nuovo schiavetto.- mi sussurrò lui, per poi darmi un tenero bacio sulla fronte, mentre cadevo tra le braccia di Morfeo.

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Anto :)

Schiavetto || Z.MWhere stories live. Discover now