4th. Quel viso fatto d'innocenza e arte, il suo

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Normalmente le sarte dell'epoca erano donne di mezza età che prestavano le loro abili mani agli abiti sfarzosi delle donne dell'alta nobiltà.

Ma la ragazza che si presentò al di là della porta di legno, non apparteneva assolutamente a quel tipo di stereotipo. Quando Harry la vide rimase, per la prima volta nella sua vita, senza fiato a causa di una donna: solitamente a dargli i brividi erano opere d'arte come quelle di
Leonardo Da Vinci o Michelangelo. Quella volta a togliergli il respiro era bastata la rara bellezza di un'umile sartina.

Era di corporatura magra, lo si poteva tranquillamente notare anche dalle vesti povere che indossava: aveva comunque le forme del seno e dei fianchi di una donna affascinante. Le esili gambe, caratterizzate da un colorito più abbronzato - forse dovuto alla vita sotto il sole -, erano nude e coperte fino a poco sotto il ginocchio da una gonna larga color lilla scuro. L'abito era coperto ,dal busto al bordo della gonna, da un grembiule bianco leggermente sporco e che lo ingrigiva nella sua purezza. L'abito dalle povere caratteristiche era a mezze maniche e lasciava nudo metà braccio; i capelli della giovane erano raccolti in una treccia sbarazzina dal colore castano nocciola, dandole un'aria infantile e azzeccata che Harry adorò.

Il viso della fanciulla era, sfortunatamente, abbassato in segno di rispetto e devozione non permettendo agli occhi affamati di Harry di bearsi della bellezza del suo volto. Si riconoscevano solo le labbra carnose e rosse dalla forma, particolare ma attraente, di un cuore. Il viso pareva magro ma non asciutto, caratterizzato da due zigomi pronunciati che a quei tempi giudicavano le donne che li possedevano, delle dee.

"Oh grazie al cielo siete venuta in fretta! Non ho neppure fatto a tempo di disfare i bauli per prepararmi!" Ruppe il silenzio con una fastidiosa voce acuta, Jadine. La ragazza restò composta stringendo fra le mani fragili una borsa dalle dimensioni notevoli che, ipotizzò Harry, poteva contenere gli abiti della sua futura moglie.

"Forza entrate! Muovetevi, non ho tempo di aspettare i vostri tempi!" Disse stizzita la donna facendo segno alla ragazza di entrare. La giovane fece un piccolo inchino e si diresse verso la grande cassapanca di legno e vi appoggiò la borsa.

"Vi ringrazio per avermi chiamato, Lady Jaques. " finalmente la giovane alzò lo sguardo. Harry, dal fondo della stanza, restò catturato dalla bellezza unica di quel viso composto da innocenza e arte. Mai nella sua vita, il nobile conte, aveva trovato tanto attraente e bella una donna: le lunghe ciglia di lei accarezzavano un paio d'iridi color verde foresta, più scuro di quelli del conte.
Con le sfumature di quello sguardo avrebbe potuto dipingere migliaia di quadri, senza mai stancarsi.

Oh e la sua voce? Quelle pochissime parole bastarono per fargli venire alla mente milioni di melodie a cui accostarla.

"Harry, vi dispiacerebbe lasciarci sole? Sapete, prima del matrimonio non potete di certo bearvi della mia figura senza vesti. " nuovamente la voce fastidiosa della futura moglie interruppe i pensieri di Harry. La donna gli rivolse un sorrisetto enigmatico alla quale Harry rispose cortese.

"Certamente. Buon lavoro cara. Se avete bisogno di me non esitate a chiamare Guenda." Disse sbrigativo Harry affrontando a grandi falcate la stanza cercando di togliere dalla sua mente quell'aureola pura che era l'umile sarta. Ella non si era nemmeno voltata all'arrivo di Harry; aveva continuato imperterrita il suo lavoro ma non per maleducazione, tutt'altro: era infatti non decoroso e molto oltraggioso guardare gli uomini promessi in sposa ad altre donne.

In cuor suo, però, quando l'affascinante conte le passò vicino provò l'impulso di voltarsi e bearsi finalmente quella grande bellezza che tutte le sue amiche bramavano di conoscere. Ma non lo fece.

Harry fu più temerario, invece.
"Buon lavoro, madame." Sussurrò con voce roca. E quello bastò per farli volare in paradiso, entrambi.

 E quello bastò per farli volare in paradiso, entrambi

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The Hidden ArtistWhere stories live. Discover now