È tutto troppo poco. Troppo poco per soffrire. Non ne vale la pena. Niente ne vale la pena. Niente si merita le mie lacrime. Mi dicono così
"non puoi agitarti per qualsiasi cosa, non puoi far caso ai più piccoli spostamenti, ai più piccoli cambiamenti"
e ancora
"non puoi sperare di star bene se non riesci a sorvolare su niente"
ma non lo sanno, non sanno quanto può essere doloroso e meraviglioso insieme dare importanza a tutto. A tutto.
Non lo sanno, mi vorrebbero diversa. Per il mio bene, dicono, ma non capiscono che il mio bene è questo: considerare ogni particolare come se fosse fondamentale.
Perché non è questo a distruggere i miei occhi, ma come faccio a spiegarmi?
Quello che li fa a pezzi è il pensiero che niente abbia senso, che niente abbia valore, che niente abbia un peso.
Io voglio credere che tutti i fiori e tutte le tavole apparecchiate siano necessarie; voglio poter piangere senza sentirmi ripetere che non si fa.
Si fa, invece. Si fa per celebrare quello che c'è, quello che non c'è, quello che si può solo immaginare. Si fa per ridere, anche. Si fa per commuoversi. Si fa per non perdersi. Si fa per voler bene.
-Susanna Casciani
