Capitolo 22

6.4K 434 240
                                    

HARRY'S POV

"Jordan!" urlai con tutto il fiato che avevo in corpo.

"Jordan!" ancora nessuna risposta.

Non avevo idea del perché non rispondesse, proprio nessuna. Di solito non facevo neanche in tempo a finire una frase che lei già esaudiva ogni mia richiesta, come se mi leggesse nella mente.

Sembravamo comunicare in un modo più profondo di quanto facessero le parole, come se queste fossero troppo antiquate per noi. Come se ci servisse qualcosa di più per poterci vivere l'un l'altro.

"Jordan!" continuai ancora, senza la minima voglia di privarmi del tepore avvolgente del piumone grigio per vedere dove fosse.

Insomma, non avevamo un castello, se non era in camera mi avrebbe comunque sentito facilmente.

"Dai Jo, non mi va di giocare a nascondino." ridacchiai sia per la stupidità della mia affermazione sia per quanto probabilmente sembrassi un bambino.

Poco dopo sentii lo sciacquone risuonare nel bagno adiacente alla nostra camera e una porta che si apriva.

Ecco dov'era.

"Dio, sembri un bambino. Dovresti iniziare a fare l'uomo." scherzò stendendosi nuovamente nel letto, la sua testa sul mio petto e le gambe intrecciate alle mie.

"Mi sembrava di averti dimostrato perfettamente quanto io sia un uomo ieri sera."

"Sei un maiale." sbuffò una risata che non riuscì più a trattenere quando le mostrai una smorfia da finto offeso. "Harry?"

"Mh."

"Harry?"

"Mh." in quel momento volevo solo riaddormentarmi, nient'altro.

"Harry?"

"Cosa vuoi.." mi lamentai affondando la faccia nel cuscino.

"Ho fame." sussurrò come se fosse un segreto.

"Quindi?"

"Mi prepari i pancakes?" chiese con una vocina sottile e delicata, la immaginai con un broncio tenero.

"Ho scelta?" sorrisi sentendo le sue labbra sulla mia spalla scoperta, adoravo il modo in cui stava cercando di corrompermi. Anche se non ce n'era il minimo bisogno visto che le avrei dato il mondo se solo me l'avesse chiesto.

"In effetti no." ridacchiò spostandosi completamente sopra di me. "Devo dirti una cosa.."

"Che c'è ora?" sbuffai scherzosamente sentendo il calore della sua guancia sulla schiena.

"Promettimi che non ti arrabbierai, okay?"

"Dipende, potrei
arrabbiarmi?"

"Non lo so, spero di no." che aveva combinato adesso? "Vengono i miei a pranzo."

"Cosa?!" mi alzai di scatto dal letto, come scottato, senza far caso al fatto che me la fossi praticamente scrollata di dosso.

"Harry!" si lamentò lei.

"Harry un cazzo! Quando pensavi di avvertirmi?" le gridai contro senza nemmeno rendermene conto.

"Smettila di urlare." mi disse rimanendo calma, per niente sorpresa dal mio sfogo. "È solo un pranzo con i miei genitori, arriveranno tra tre ore! Hai tutto il tempo per prepararti." continuò dolcemente.

"Non puoi fare come cazzo ti pare, non è casa tua!"

"Infatti è casa nostra, Harry ti prego calmati. Se vuoi gli dico di venire un'altra volta." era palese il fatto che fosse rimasta colpita dalle mie parole e per un momento mi sentii in colpa, prima che la rabbia e l'agitazione riprendessero il sopravvento.

omegle 2 ➡️ harry stylesWhere stories live. Discover now