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Finalmente il suo giorno libero. Capitava sempre in mezzo alla settimana, il weekend si lavorava, e Matias sfruttava il suo giorno di riposo per poltrire sul divano, fare i rapporti gara delle partite che aveva arbitrato e la sera, andava ad arbitrare o a vedere qualche partita dei suoi colleghi. C'era sempre da imparare a guardare altri arbitri, capire il loro metro di valutazione, vedere come gestivano le proteste e osservare come si rapportavano con pubblico e giocatori in campo. Quella sera si trovava da solo in casa e non aveva nessuna partita da arbitrare così decise di andare al palasport della città a vedere una partita giovanile. Erano passati 4 giorni dall'incontro con il giovane in negozio e Matias aveva completamente rimosso quella giornata, fino a quando non aprì la porta del palazzetto.
Il ragazzo era in mezzo al campo che si riscaldava con i compagni prima dell'inizio del match. Entrò e si accomodò sugli spalti pronto a vedere la partita. Si soffermò a osservare il giovane che riceveva i servizi degli avversari. L'impostazione difensiva era buona e aveva una bella agilità, notò.
La partita durò un'ora e mezza, un facile 3-0 per la squadra di casa e a fine partita scese le scale della gradinata per andare a salutare l'arbitro dell'incontro. Attraversò il campo e si diresse verso gli spogliatoi quando incrociò il suo sguardo con quello del biondino. Il libero gli fece un sorriso e lo salutò.
- Ciao Matias. -
Rimase un attimo spiazzato, come faceva a sapere il suo nome? Riflettè un secondo e poi capì: certo doveva aver letto il suo nome nel cartellino che teneva attaccato sulla felpa in negozio. Oltre a quell'orrenda divisa infatti, tutti i dipendenti portavano un cartellino con il proprio nome, per farsi riconoscere dai clienti. Perché come dicevano in azienda "È importante farsi conoscere e riconoscere, per creare un senso di familiarità, quando i clienti vengono da noi, devono sentirsi come a casa".
Matias rispose al saluto con un semplice ciao e proseguì il tragitto per entrare nello spogliatoio, quando il ragazzo gli chiese:
- Piaciuta la partita? -
Si ritrovò a rispondere senza neanche accorgersene:
- Si avete giocato bene, sei molto bravo. -
Non si rese neanche conto di avergli fatto un complimento che subito il giovane rispose:
- Grazie, è sempre tutto più facile quando uno vuole farsi vedere dalla persona che gli piace. -
A quelle parole Matias rimase a bocca aperta. Quella sensazione che aveva avuto in negozio si ripresentò più forte della volta precedente e a dimostrazione di ciò il suo pene si risvegliò dal torpore.
- Beh si ovviamente. Ci si vede, ora devo andare. -
Sì affrettò verso lo spogliatoio con una sensazione di totale disagio mentre il giovane alle sue spalle diceva piano, ma in modo da farsi sentire:
- Ci conto. -
Entrò nello spogliatoio e saluto l'arbitro.
- Complimenti Miki è andata alla grande, neanche una protesta, partita perfetta. -
- Si è andata bene, ma sai che nelle partite giovanili è tutto più facile, gli allenatori sono più concentrati a gestire la squadra e i ragazzi non hanno ancora la personalità per contestare. -
- Lo so per modo di dire, dato che al momento ho arbitrato solo partite femminili dei campionati minori. Sai che prima di passare alle partite maschili e soprattutto alle giovanili, ci vuole tempo. -
- Vedrai arriveranno presto anche per te, secondo me quest'anno ti designano per le finali provinciali. -
- Ma come ti viene in mente? Ho iniziato da poco, magari ci provo l'anno prossimo se faccio una bella stagione. -
- Abbi fede, presto arriveranno partite maschili e giovanili, e tieni libero domenica 20 marzo, che sicuro avrai un impegno. -
- Non ci conterei troppo e al 90% sarò al lavoro. -
- Chiedi il giorno di riposo, fidati, te lo dice uno che conosce le dinamiche della federazione. Piuttosto cerca di non presentarti in tuta, e prendi un po' di bromuro quel giorno, non vorrei mai che tutti notassero il tuo "pacco regalo".-
A quelle parole abbassò lo sguardo sul cavallo dei pantaloni e notò l'erezione che spingeva il tessuto della tuta.
- Ehm, Emma è fuori questa settimana, sai com'è, è qualche giorno che non... Insomma sai, hai capito... - .
Miki fece un largo sorriso e disse ridacchiando:
- Tranquillo posso capire, ma cerca di fare qualcosa da solo allora, altrimenti rischi situazioni imbarazzanti. -
Matias scoppiò a ridere e rispose che ci avrebbe pensato.

Tornato a casa, si distese sul divano e ripensò al nuovo incontro con il giovane libero dei Tiger. Era la seconda volta che lo incontrava e per la seconda volta aveva avuto la sensazione che il ragazzo stesse flirtando con lui. E per due volte aveva avuto un'erezione mentre parlavano. Era sicuramente perché non faceva sesso da diverso tempo, si giustificò. Mentre aveva quei pensieri una mano scese dentro la tuta e nel giro di qualche minuto si ritrovò con i pantaloni e le mutande calate fino alle caviglie, le gambe incrociate e la mano a massaggiarsi il cazzo duro. Non durò molto e venne copiosamente sulla sua pancia. Si era masturbato pensando a un ragazzino che gli era entrato nella testa. Cosa gli stava succedendo? Si pulì in fretta dallo sperma e decise di andare a dormire.
Devo scopare una figa pensò, mentre chiudeva gli occhi sprofondando nel cuscino.

Ciao a tutti fatemi sapere se la storia vi piace.

SeventeenWhere stories live. Discover now